Cento giorni
Quando ero un ragazzo mi sembrava che le ore non trascorressero mai e sto ripensando a quelle che mancavano a qualcosa che consideravo fondamentale per la mia vita.
La partita della domenica mattina decisiva per il campionato allievi, l’incontro chiarificatore con la ragazza (che quasi sempre si risolveva in un disastro), la gara della Fiorentina alle tre del pomeriggio, l’appuntamento con chi ti avrebbe aperto le porte del mio adorato mondo giornalistico (mai successo!), il primo concerto di Guccini.
Ogni ora che mancava all’appuntamento di quel fatidico e decisivo giorno portava con se’ un retrogusto doloroso, quasi che qualcuno dall’alto si accanisse contro di me per tenermi a distanza da ciò che avrei voluto vivere immediatamente.
Una frenesia insensata che spiega alcune mie scelte profondamente sbagliate su persone e situazioni.
Stamani mi sono accorto che sono già trascorsi cento giorni dall’inizio del 2017 e pur cercando di sfuggire alla banalità del concetto del tempo che passa troppo in fretta, sono rimasto impressionato dalla velocità con cui ho vissuto anche questo scorcio di anno e non credo di essere il/la solo/a a provare questa sensazione.
Meglio davvero ogni tanto fermarsi, respirare profondamente e tornare in una piazza fiorentina per un’altra cioccolata calda.
Aprile 11th, 2017 alle 07:09
Per un attimo ho pensato ai 100 giorni intesi come tradizionale gita al mare studentesca pre esame di maturità. Una figura di 💩colossale! In classe mia facevo parte del 10% di estrazione “piccolo borghese, per non dire proletaria”, citando un vecchio cinepanettone. I miei…simili venivano simpaticamente considerati sguatteri dalla maggioranza dei signorini, io invece venivo “tollerato” sia perché ero l’unico ad avere in casa vinili del miglior rock 60/70/80 (grazie ai fratelli), sia perché, quando c’era da eccedere, non mi tiravo mai indietro. Per farla breve, finii in mare completamente marcio, strippai l’anima in treno e venni omaggiato di sonori calci in culo! La mattina dopo non ricordavo come mai mi facesse male dappertutto!
Purtroppo, 15 anni dopo, ricordo tutto o quasi di quei giorni. Dico purtroppo perché, senza accorgermene, sto contando gli anni che passano e che mi porteranno, in men che non si dica, all’inesorabile e definitivo rincoglionimento!
Aprile 11th, 2017 alle 07:28
NON SO DAVVERO NEMMENO IO PER QUALE MOTIVO DAI 10 AI 20 , DAI 20 AI 30 IL TEMPO PASSASSE LENTISSIMO DOPODICHE’ IL TEMPO HA MESSO LA FRECCIA ED HA INIZIATO A CORRERE VERTIGINOSAMENTE. SECONDO ME STA TUTTO NELL’ATTUALE SOCIETA’:PRIMA C’ERA TUTTO IL TEMPO PER FARE TUTTO , ADESSO TI SERVIREBBERO LE GIORNATE DI 48 ORE E SE TI AMMALI TI RAMMARICHI NON TANTO PERCHE’ STAI MALE MA PERCHE’ NON HAI POI TEMPO PER QUELLO CHE DEVI FARE (NON QUELLO CHE PUOI FARE).
Aprile 11th, 2017 alle 07:30
buongiorno
quanto mi piacerebbe avere il tempo di fermarmi mezz’ora a guardare la gente che passa e a riposare la mia testa
Aprile 11th, 2017 alle 07:33
Ho avuto la conferma di quello che mi dicevano
quelli più grandi di me: con il passare degli anni il tempo VOLA! Oggi a 64 anni un anno mi sembra quasi un mese. e’ una sensazione strana, quasi da non credere. Ora sento anche io il desiderio di fermarmi, respirare e bere una tazza du tè verde ( la cioccolata buonissima ha troppo calorie, sic).
Aprile 11th, 2017 alle 07:34
Ogni tanto….ma ogni tanto spesso. 😉
Aprile 11th, 2017 alle 08:28
Leggendo i primi commenti capisco che la vita è, col passare degli anni, sempre più uno stato d’animo, un bicchiere a metà. E apprezzo moltissimo che tu evidenzi la necessità di prendersi del tempo per noi. molti si lamentano che non hanno il tempo di fermarsi; secondo me non lo cercano, non lo cercano abbastanza. il tempo siamo noi. E noi siamo i padroni del nostro tempo. Delle nostre scelte.
Stamani me ne vado con due colleghi di lavoro del secolo scorso, venticinque anni trascorsi insieme, a fare una zingarata a Livorno. Un pò di ricordi, uno spaghetto sul pesce, due passi sul lungomare. Magari riaffiorerà un pò di tristezza dei tempi andati ma intanto si vive, senza fretta, e con poco si fa tanto. Basta prendere il telefono e chiamare. qualcuno che risponde c’è sempre. diceva Enzo Biagi che la vecchiaia è fatta di ricordi. se sono buoni è meglio!
Aprile 11th, 2017 alle 08:28
P.S. hai il blog all’ora solare!!!
Aprile 11th, 2017 alle 08:57
E’ la famosa teoria del seme di mela nell’imbuto
che mi propinava un cugino del mio nonno da piccino.
Se metti un seme di mela in un imbuto pieno,
appena dai la via all’acqua,
questo si mette a galleggiare e girare in tondo.
Più si avvicina all’uscita e più gira veloce
e la vita è uguale.
Aveva proprio ragione lui.
Fino al militare il tempo è trascorso lento,
anzi durante il militare si era quasi fermato..
ma dopo s’è messo a correre velocissimo
e non mi garba per nulla.
Aprile 11th, 2017 alle 09:00
Sei ansiogeno, David.
Però ti stai accorgendo che la lentezza può essere un pregio.
Non lo è ad uno sportello pubblico, perché in quel caso si chiama inefficienza, non può esserlo in un Pronto Soccorso, perché può essere letale per un traumatizzato, ma lo stesso impiegato al pubblico o il medico che in una notte ha magari salvato due-tre vite con la sua prontezza e agilità operativa, una volta staccato dal lavoro, se avranno la saggezza di concedersi momenti personali per meditare, riflettere e vivere come in una moviola gigante, avranno aumentato in qualità di vita e benessere spirituale.
Non sono un esperto in filosofie orientali, ma ad occhio mi sembrerebbe un comportamento occidentale che all’Oriente si ispira.
Aprile 11th, 2017 alle 09:43
Credo che la relatività del tempo che passa dipenda da un fattore… matematico: quando hai 15 anni un anno rappresenta 1/15 della tua vita mentre se hai cinquant’anni rappresenta 1/50. Ti sembra un tempo molto più breve. Quando avevo 15 anni avevo visto 15 capodanni (e capito qualcosa in circa 8 o 9…) ora che ho 66 anni ne ho visti, per l’appunto 66. Non mi fanno più lo stesso effetto. Comunque, d’accordo con te, meglio fermarsi un attimo, respirare a pieni polmoni e, se possibile, farsi una bella cioccolata calda in una mattina di primavera a Firenze.
Aprile 11th, 2017 alle 10:25
Tempo fa leggevo un libro di un neurologo statunitense il quale sosteneva che questa sensazione del tempo che fugge dopo gli anta fosse provocata da un fisiologico rallentamento delle nostre attività neuronali e ovviamente muscolari, da qui la percezione avvertita di non possedere più il controllo del tempo nei termini in cui ne puo’ beneficiare un rampollo….Non suggeriva molte soluzioni al problema anzi lo cassava come un inevitabile percorso di rassegnazione al quale bisogna prestare il fianco ma faceva intendere che questo rallentamento al tempo stesso diventava propedeutico per …..concedersi una cioccolata calda e non solo…. Cioè per godere maggiormente di ciò che la vita ci propone con più calma e soprattutto con più riflessione….Spesso quando si è giovani l’eccessiva frenesia ci fa compiere passi falsi e in particolar modo non ci dà il tempo per cogliere appieno il significato di determinate azioni ed eventi…..
Comunque sia mi ha convinto poco e preferisco i tempi accelerati e come dice Diego A.la vita andrebbe impostata al contrario prima si dovrebbe andare in pensione e poi quando sei anziano a scuola ….Il tempo libero verrebbe ottimizzato molto molto meglio!!!
Aprile 11th, 2017 alle 10:30
Il sentire la maggiore velocità del tempo che trascorre è direttamente proporzionale al tempo vissuto.
più si è vissuto e più il tempo trascorre velocemente.
chi si vuol far del male prenda un bastone di un metro e con un dito segni il punto dove arriva esattamente la sua età oggi.
quello che rimane è l’aspettativa di vita ottimisticamente parlando.
quando si hanno vent’anni questi discorsi non si possono fare ma quando si sono passate le 67 primavere…è pane quotidiano.
viva la vita,la vita è meravigliosa,basta saper aspettare e te ne capitano di cose…
Aprile 11th, 2017 alle 11:11
Potesselo permettere, come tempo e/o come denaro…….
Aprile 11th, 2017 alle 11:17
Ragazzi, c’è un motivo per cui la vita sembra andare più veloce rispetto a quando si era giovani.
E’ un dato “fisico”. E’ la percezione del tempo relativo.
Quando hai 18 anni, un anno di 365 giorni è 1/18 della tua esistenza/esperienza.
Quando ne hai 50 è 1/50.
Normale percepire il singolo mese, o anno, o decade in modo apparentemente sempre più riduttivo.
Per lo stesso motivo il rintocco di uno stesso familiarissimo campanile, quando torni a sentirlo dopo anni, ti appare più veloce.
Anche lo scorrere dei secondi.
Icché si deve fare? E’ la vita.
Di positivo c’è che l’esperienza ridimensiona anche i problemi, i drammi, le paure. Tutto passa.
Aprile 11th, 2017 alle 11:40
Il tempo che passa lo misuro con la crescita dei miei bambini: loro imparano sempre cose nuove, io mi arrabbio perchè inizio a scordarmi nomi, dati, ricordi…ma se mi fermo è peggio, preferisco tenermi impegnato più possibile, d’altronde a sedere ci passo già buona parte della giornata per lavoro!
Filippo da Prao
Aprile 11th, 2017 alle 11:43
Pendolare da venti anni .. a me il tempo si ferma solo quando i treni ritardano 🙂 … per il resto mi ci vedo e mi ci specchio … oggi cioccolata calda e che caccio !!!
Umberto Alessandria
Aprile 11th, 2017 alle 11:53
Oh David e sei già a due, attento, troppe cioccolate danno il bruciac..o!!
(si scherza eh…)
Aprile 11th, 2017 alle 11:54
Un bel pensiero che spero resti lontano almeno in questi gg dalla mente di Giuseppe Rossi.
Preferirà andare a casa negli Stati Uniti a ristabilirsi ma sarebbe bello se la Fiorentina si dichiarasse disponibile a farlo recuperare, quando lui vorrà, nel ritiro estivo e/o a Firenze lasciando a lui sempre la porta aperta del centro sportivo e dello spogliatoio.Psicologicamente per lui sarebbe positivo.
Aprile 11th, 2017 alle 12:53
Penso che Leo Vonci, fra tutti, sia il collaboratore che ti assomiglia di più; questa tua passione, da un lato l’hai cercata, con momenti anche di frenesia, certo, ma dall’altro ti e` proprio capitata, come con Leo: l’occasione giusta, proviamo come va, chissà…
Eri fermo all’ epoca; ora voli, un turbinio di gente che ti conosce o e` convinta di.
Hai bisogno di questa velocità, hai decisioni da prendere che incidono su altre vite. La velocità allena. Poi si rifiata.
Che annata.
Aprile 11th, 2017 alle 17:11
Da bambini il tempo è immobile perché siamo privi di preoccupazioni. Uscendo dalla tana crescono le incertezze e le paure ma è così che si conquista il mondo, che si diventa grandi. A questo punto il tempo si accorcia, le proviamo tutte per essere felici eppure il tempo sfugge ancora. La cioccolata calda rappresenta l’attimo di pace pienamente vissuto ma nessuna cioccolata calda sarà uguale ad un’altra: ogni momento è irripetibile. Quando commettiamo lo sbaglio di ripetere lo stesso schema che ci ha fatto stare bene, il risultato è abbastanza mediocre perché poniamo l’aspettativa che rende ordinario lo straordinario. E’ così che perdiamo l’entusiasmo e la meraviglia. La vita! così bella e commovente ma anche così.. inspiegabile all’apparenza, servirebbe un libretto di istruzioni che nè scuola nè genitori ci forniscono. Buttiamo letteralmente via il tempo con attività inutili che riempiono il nostro ego e la ns agenda ma la sensazione di girare in tondo è più forte che mai. A qualsiasi età possiamo riscoprire chi siamo, rimettere in moto il processo e salutare il tempo più che rimpiangerlo!
Aprile 11th, 2017 alle 17:14
Prima di stiantare mi garberebbe vedere, su questo blog, un commento a firma….
David Guetta
Il Deejay
Spettaolo!!!
Della serie più si invecchia più s’ha a cane. Poi ad altri prende mooolto meglio….! No, dico… il decadimento… via, un bel carciofo!!
Aprile 11th, 2017 alle 19:13
Difficile ora, caro Guetta, trovare una piazza del centro storico di Firenze per una pausa di riflessione, come desideri.
Il nostro povero centro, patrocinio Unesco, è sempre più una Disneyland “da vedere”, che una città “da vivere”, un mangificio untuoso frequentato da turisti frettolosi e chiassosi, in via di accelerato abbandono da parte dei vecchi residenti, che affittano le loro abitazioni ad agenzie turistiche.
Le vecchie botteghe chiudono, gli artigiani emigrano, le cianfrusaglie made in Asia vendute come souvenir fiorentini.
La Firenze di un tempo non c’è più e i vecchi, come me, che un tempo hanno avuto modo di viverla ed amarla, si chiedono se la sua trasformazione fosse poi così ineluttabile.
Aprile 11th, 2017 alle 20:35
Io penso come Marco Signa sia colpa in primis di DDV e poi a seguire di Gnigni…
Vdz
Aprile 11th, 2017 alle 21:21
Mi piacciono i tuoi post esistenziali, del resto il periodo è giusto, aprile è il più crudele dei mesi, genera lilà dalla terra morta diceva Eliot. Obbliga ad un risveglio e quando sai che di nuovi giorni ne restano sicuramente meno di quanti ne hai vissuti ti incupisci. L’unica possibilità è ancorarsi al presente, senza schiacciarsi tra nostalgia e timore del futuro, e soprattutto , come diceva una scrittrice della quale non so il nome, ricordarsi di amare l’altro non come noi stessi, formula rischiosa, ma come l’unica modalità possibile del piacere di stare al mondo. Tanta serenità a tutti i lettori, in particolare a quelli dagli anta in avanti, più saggi ma un po’ più tristi
Aprile 11th, 2017 alle 21:34
all things must pass (george harrison)
Aprile 11th, 2017 alle 22:11
@2 luigi: …beato te che fino ai 30 ti è passato lento! a me, quando da ragazzina smaniavo per essere grande,dicevano: “…eeeh,aspetta di arrivare ai 18,poi vedi…”
…ed è vero!! caspita se è vero! ora che ne ho 54 mi sembra che gli ultimi trentasei siano stravolati….. 🙁 🙁 😉
Aprile 12th, 2017 alle 05:40
Bel pezzo, David. Ricordo che quando ero ragazzo le giornate erano eterne…adesso il tempo ci scivola fra le mani. Con l’età cambia proprio la percezione del tempo. È importante trovare il tempo per fermarsi e gustare con calma una bevanda! Auguri! Fausto