La dolcezza dell’imperfezione
Inserito da admin il 30 Nov 2016 6:56 am. Categoria: Attualità.
Per non so quanto tempo, certamente decenni, ho preteso da me stesso il massimo in tutto e se non raggiungevo l’obiettivo ecco profilarsi immancabilmente la macerazione interiore.
Da un po’ di tempo in qua sto invece coltivando la dolcezza dell’imperfezione.
Non riesco più a fare tutte le radiocronache? Pazienza, ho creato un bel gruppo in grado di sostituirmi quando non ci sono.
Da padre separato cucino come posso e non sempre ottengo il massimo del gradimento? Vorrà dire che andremo a mangiarci una pizza fuori.
Arrivo in fondo alle giornata e mi rimangono inevase alcune cose che qualche anno fa avrei sicuramente fatto? Andranno a domani.
Sembra poco, ma è una rivoluzione copernicana
Novembre 30th, 2016 alle 08:26
E’ il famosissimo “metodo esticazzi”….che da ventenni-trentenni ci pare cialtroneria, poi dopo i quaranta diventa sopravvivenza e innocuo fancazzismo.
Benvenuto nel club. 😀
Novembre 30th, 2016 alle 08:37
ciao david, perché non lo sapevi che noi uomini siamo imperfetti? è ovvio che non si può raggiungere il massimo sempre , ma ci si deve provare comunque e sempre altrimenti , secondo me, la dolcezza dell’imperfezione rischia di diventare un po’ un alibi per non cercare di dare sempre il meglio.
il problema, poi, è che ci sono diverse cose che non si può rimandare al domani oppure che si può scegliere di fare come si vuole.
E in questo dubbio, specialmente qua in Italia, non siamo particolarmente esperti nel prendere l’opzione giusta…
Novembre 30th, 2016 alle 08:40
Benvenuto.
Alcuni la chiamano età, altri rincoglionimento, io, che sono di parte, preferisco chiamarla saggezza.
Ci si rende conto che forse alcune cose che si reputavano fondamentali non lo sono davvero, almeno in questo momento della vita.
Poi ci si rendo conto che non ci manca più moltissimo all’ultimo giorno e ti chiedi se te la sei goduta abbastanza fino ad oggi o se non conviene rilassarsi un po’, per il bene tuo e di chi ti sta intorno.
E forse, se ci pensi bene, hai un esempio di questa saggezza nel vedere come i nonni educhino i nipoti differentemente dai genitori.
Buona giornata
Paolo Pisa
Novembre 30th, 2016 alle 08:40
David buongiorno e scusa se vado nel personale
Ho capito male oppure sei separato? Non lo sapevo
Ciao
Novembre 30th, 2016 alle 09:22
David
non è imperfezione
è che “diventando diversamente giovani” certe cose non si riescono più a farle e magari non assumono quell’importanza fondamentale che quando l’occhio era acuto, il braccio svelto e…qualcos’altro…pimpante (passamela dai altriemnti qui è un pianto continuo per la nostra VIOLA) noi gli assegnavamo.
Novembre 30th, 2016 alle 09:23
Ti capisco, soprattutto per la cucina… per il resto, condivido tutto, con qualche anno in più. Ciao.
Novembre 30th, 2016 alle 09:26
Non è poco affatto, è il segreto per vivere sereni. Adotto la stessa tecnica da svariati anni.
Novembre 30th, 2016 alle 09:30
Ti dirò di più; a volte mi fermo e dico basta. Lasciamoci qualcosa a domani. Ho smesso di lavorare da quasi due anni e dopo un primo momento di riorganizzazione della vita ho capito che il mondo può fare a meno di me
Ma anche io posso fare a meno del mondo
Io sto proprio bene. La vita scorre lentamente e mi godo i momenti ad uno ad uno. Non corro più. Cerco le cose che mi piacciono. Scelgo. Non subisco la frenesia di prima. Forse per la prima volta posso pensare a me prima che agli altri. Mi voglio bene. E se ho due ore libere trovo sempre il modo di spenderle. Ma senza ansia da prestazione. La terza età, salute permettendo, non è poi così male.
Novembre 30th, 2016 alle 09:49
Bè un pò come Sousa …………ah no quella è l’amarezza dell’imperfezione………..
scherzi a parte è scientificamente comprovato che dopo gli -anta il tempo di reazione neuronale rallenta e tutto ci sembra più difficile ma soprattutto ci sembra manchi il tempo necessario per portare a termine alcuni impegni,infatti se ci facciamo caso un ora o un intera giornata sembra trascorra più lentamente quando la viviamo in fase adolescenziale che nei panni dell’adulto stagionato….
ps comunque da separato ci si può dedicare a tante altre cosucce che da “incatenato” non si possono fare…………eh eh
Novembre 30th, 2016 alle 10:13
Mi sento sento molto vicino per identità anagrafica e, forse, per carattere a Paolo 54 e devo dire con ammirazione che aspiro fortemente a raggiungere quell’equilibrio e quella serenità che traspare dalle sue parole.
Ad oggi sono ancora impegnato nel lavoro e fino a pochi mesi fa mi sentivo indistruttibile e in grado di gestire senza danni ogni forma di stress poi, l’inaspettato rischio di morire e la rianimazione che mi ha salvato la vita ha modificato molte priorità e la percezione di tante componenti della mia esistenza. Famiglia, lavoro,sport attivo e passivo, tutto da riconsiderare.Questo processo è in corso e già ho acquisito poche ma chiare certezze.
Qualche sorriso in più, qualche grazie e affetti da regalare a piene mani (non solo nei ritagli di tempo) inoltre viaggiare leggeri ovvero liberarsi il più possibile di ciò che Totò definiva quisquilie e pinzillacchere.
Un abbraccio.
Novembre 30th, 2016 alle 11:26
Caro David ,
separato 50 anni , molte imperfezioni ed impratao ad accettarle :
Sarà l’età ?
Novembre 30th, 2016 alle 11:28
Tranquillo David, è la stessa cosa che sta succedendo anche a me( ho qualche hanno più di te) da tempo. E’ una nuova sensazione che però mi piace in qualche modo.
Forse in passato siamo stati troppo esagerati su tante cose….keep calm.
Novembre 30th, 2016 alle 12:03
Personalmente trovo il non saper cucinare una mancanza notevole in un uomo, che non si risolve rimandando il problema e andando in pizzeria, ma con un minimo impegno e costanza…
Poi dipende anche se a uno gli piace mangiare…di solito le 2 cose sono collegate…
Vdz
Novembre 30th, 2016 alle 12:49
Sei entrato in quella fase dell’uomo adulto che ha così ben descritto il Prof. Ugo Bonaiuti nel suo classico saggio: “L’età involutiva dell’uomo adulto”, che egli così brillantemente definisce come “fase della donna zitta e fava ritta”, cioè quel periodo del maschio separato, quindi con la ex-moglie ormai lontana (donna zitta), nella quale il soggetto, ancora sottoposto a stimoli innalzanti, vaga alla ricerca di soddisfazione.
Il Bonaiuti prosegue con la descrizione della successiva fase, chiamata ” donna badante, fava calante”, nella quale i sentimenti verso la nuova controparte evolvono più in comportamenti di tipo fraterno o, egoisticamente, di affidamento dei compiti spiccatamente casalinghi, che tendono a mettere in discussione e a trascurare gli aspetti propriamente arrazzanti.
Infine, sempre secondo il chiarissimo Professore, l’uomo passerà alla fase definita “donna repellente, fava morente”, che ancora però devo leggere e non posso quindi per ora riassumere.
Novembre 30th, 2016 alle 13:41
Sarà mica anche l’età che avanza, David?
Zachini, non sempre a chi piace mangiare, riesce anche cucinare, ed io ne sono la conferma.
Io in casa, per quanto riguarda la cucina,faccio solo la brace…
Al resto ci pensa la moglie, per fortuna!!!!
Novembre 30th, 2016 alle 13:43
Un viaggio. Tu e i tuoi figli. Un viaggio lungo.
Hai detto che hai un gruppo stupendo. Condivido.
Stacca. Ma ora. Unoduettre.
Se c’è da riflettere, rifletterai; se non c’è… a tutta vita.
Goditi e goditeli. Ora. È tuo.
Urla il tuo, di gol.
Per parte mia…. Grazie di te.
Certo che quest’ anno sembrava tutta un’ altra cosa.
Maremma Folletta.
Novembre 30th, 2016 alle 14:36
Non so esattamente il perché ma anche nei miei coetanei, ed il titolare di questo blog lo e’, lamentiamo tutti lo stesso tipo di ambasce, alcuni lo chiamano stress che però è altra cosa molto meno sopportabile, arriviamo la sera cercando di non essere travolti dalla marea di impegni da portare avanti; meglio tardi che mai ma stiamo imparando una regola indispensabile contro il logorio della vita moderna ( come amano dire ad Empoli) e cioè che ad una certa ora devi staccare la spina e le preoccupazioni con annessi e connessi rivalutarle il mattino dopo. Eccezion fatta per la famiglia a cui devi la totale disponibilità h 24, il resto può anche attendere qualche ora.
C’È chi, fortunato o semplicemente strafottente, lo capisce in gioventù, noi ci abbiamo messo tempo a capire che, anche solo per qualche mezzoretta, rilassarsi e’ un obbligo che devi a te stesso.
Novembre 30th, 2016 alle 14:52
Anche io quando ero giovane se incominciavo un lavoro non vedevo l’ora di finirlo, poi ho imparato che lasciare le cose in sospeso e riprenderle dopo qualche giorno si hanno più idee e vengono meglio.Condivido in pieno Paolo54. SFV
Novembre 30th, 2016 alle 14:54
“Domani poi ci penserò…semmai!”
io la dolcezza dell’imperfezione la coltivo dall’infanzia, sindrome di peter pan qualcuno potrebbe dire…solo che ora, verso i 33, “qualcuno”, anzi, qualcunA, vuole che diventi grande e responsabile! in un mondo pieno di ansie e di brutture, non sarebbe bene restare tutti un po’ Perozzi?
Novembre 30th, 2016 alle 16:26
Secondo me è vecchiaia…
Filippo da Prao
Novembre 30th, 2016 alle 16:32
Beato te che puoi scegliere fra mangiare a casa e mangiare a ….. cassa !!!!!!
Novembre 30th, 2016 alle 16:58
Occhio a non fare la fine di gonzalo… L anno prossimo il giovedì master chef per imparare qualche piatto…tanto sai il perché…
Umberto Alessandria
Novembre 30th, 2016 alle 17:57
WELCOME DAVID !!!!!
Novembre 30th, 2016 alle 20:05
benvenuto David, tra quelli che hanno smesso di render conto a qualcuno ..
il cosiddetto SuperEgo sociale , a cinquanta e con ormai una serie di situazioni che fanno curriculum alle spalle , piano piano sbiadendo lascia il posto ad una consapevolezza più reale dei nostri doveri e delle nostre incombenze.
Novembre 30th, 2016 alle 21:52
Magari molti corrono per non scoprire il vuoto delle loro vite.
Dicembre 3rd, 2016 alle 09:37
La pizza è sempre una ottima scelta !!!!