Avevo un’immagine lontana nel tempo di Gil De Ponti, datata 1975.
Ero in classe con Giampaolo Panichi, grande capitano della Rufina (riuscì pure a farmi provare, ma mi scartarono, giustamente), che lo conosceva per motivi calcistici e quando esordì in serie A col Cesena sembrò quasi che per interposta persona giocasse tutta la seconda L del glorioso Duca D’Aosta.
Trentotto anni dopo lo ritrovo all’aeroporto di Cluji felicemente mischiato con gli altri tifosi del Viola Club Lippi e la scoperta merita qualche riga.
Nel cazzeggio pre partenza siamo in un gruppetto di persone e lui, chiacchierando del più e del meno, dice di aver giocato in terza categoria.
Con un pizzico d’orgoglio gli dico che ho fatto la seconda nel Doccia e che comunque un po’ è vero, “essere andati in campo aiuta a capire il calcio”.
Quando mi spiegano chi è, mi si apre un mondo e sono perfino contento di essere stato preso per i fondelli, ovviamente non me lo faccio scappare e ieri sera me lo sono gustato nel Pentasport.
Sapevo molte cose di lui come calciatore, pochissimo come conquistatore di donne (Gloria Guida, Serena Grandi e Carmen Villani, più una ex di Guccini per me valgono quasi il pallone d’oro), e ancora meno sulla sua voglia di Firenze, sulle sue radici.
Pur girando il mondo in lungo e largo è come se non si fosse mai mosso da Rifredi, dal Lippi e ieri sera dopo la trasmissione andava a vedere giocare la squadra di calcio a sette, quasi in incognito.
Va in trasferta come un tifoso qualunque e ha una dolcezza di fondo che solo la malattia ha un po’ indurito, ma è davvero un gran personaggio che per due ore mi ha fatto sentire l’odore tanto rimpianto dell’olio canforato.
Novembre 23rd, 2013 alle 08:40
Vi ho guardato in streaming grande puntata del penta
Novembre 23rd, 2013 alle 08:52
Leggo di Guida, Grandi e Villani e mi vengono in mente le frettolose “letture” di capisaldi della CULtura quali Blitz & c.
Seguendo il tuo paragone, costui non è solamente il pallone d’oro, ma il capocannoniere dei mondiali di passera !
Novembre 23rd, 2013 alle 09:03
Dal post precedente ho fatto un copia-incolla e reso il mio raccontino più’ in tema…
Divagazione causa l’ascolto di Gil De Ponti su RB: il quartiere del Lippi, zona nord di Firenze tra il Nuovo Pignone e i binari che portano alla stazione ferroviaria di Rifredi, e’ il luogo di nascita di De Ponti e, più’ modestamente anche il mio, a distanza di sette anni.
Citta’ nella citta’, era pieno di persone particolari e non omologate. De Ponti era un punto di riferimento per noi ragazzi. Vestito da playboy riminese, tutto collane e braccialetti, il baffo marpione e i capelli lunghi e volutamente trascurati, il lunedì’ alla casa del popolo dava spettacolo con i suoi racconti della partita del giorno prima. Erano narrazioni che sfociavano nel mito. La volta che segno’ una tripletta alla Fiorentina in Coppa Italia lo odiammo per mesi ufficialmente, ma ai campini della chiesa di fronte alla casa del popolo lo nominavamo nelle nostre personali radiocronache con la palla al piede: “De Ponti ruba palla a Sacchetti, finta il passaggio a lato ed esplode il destro. Goooool De Ponti con Galli beffato!”
Altri personaggi interessanti al Lippi non mancavano: il Morino, detto cosi’ perche’ olivastro di pelle, quando la domenica usciva la messa, si metteva sulle scale esterne della casa del popolo, 50 mt in linea d’aria, e ad ogni rintocco delle campane si esprimeva con un rutto di potenza apocalittica, applaudito dalla folla distribuita intorno a lui con le paste dolci da portare a casa. Una volta il parroco, irritato dall’ennesimo barrito del Morino si avvio’ verso la casa del popolo e arrivato davanti al gruppetto entusiasta dell’artista esclamo’:”Se domenica risento un altro rutto all’uscita della messa, non daro’ più’ l’assoluzione alle vostre donne in confessione!”. Tra gli inevitabili “porta sega” e “l’importante l’e’ che continuino a dacci la passera”, si fece strada i Panzavolta, un ragazzone di 120 chili che girava sopra ad un Ciao Piaggio schiacciato a terra dalla mole dell’ enorme padrone, famoso per i dribbling ubriacanti nonostante la mole e per una ostinata riluttanza all’igiene:”E se vengo io a confessarmi, che me la dai l’assoluzione?” “Soltanto se prima t’ha fatto i bagno, bischeraccio!”, rispose il combattivo prete.
Gran quartiere il Lippi, che e’ sempre li’, con molti vecchietti in più’, qualche suono vocale nei giardini non propriamente toscano o italiano, bambini di tutti i colori e il lunedì’ nella casa del popolo Gil De Ponti che racconta agli assenti colpevoli la partita della Fiorentina, anche se ha giocato di sabato, o di giovedì.
Novembre 23rd, 2013 alle 10:16
PER ROBERTODISANJACOPINO (post 3)
Non conosco il quartiere, ma tu me lo hai fatto vivere.
Sembra quasi di leggere Pratolini.
Molto bravo, davvero!!!
FORZA VIOLA, SEMPRE!!!
MICHELE DI LANDO
Novembre 23rd, 2013 alle 11:23
Volevo già farli ieri ma ne approfitto oggi su questo topic specifico: complimenti a Robertodisanjacopino per aver riportato alla memoria una Firenze che, purtroppo, non c’e’ più e che la mia generazione ha potuto apprezzare solo quando ormai stava scomparendo all’inizio degli anni ’80.
Novembre 23rd, 2013 alle 12:47
Me lo ricordo nelle figurine … forse la prima ad avellino nell’80 !! bei ricordi
Umberto Alessandria
Novembre 23rd, 2013 alle 12:52
MDL – qualcuno che cita pratolini? allora forse non e’ tutto perduto!
“la costanza della ragione” dovrebbe essere testo obbligatorio nelle scuole fiorentine.
Novembre 23rd, 2013 alle 12:57
Roberto del 3,che eri un grande lo sapevo,ora sei un grandissimo!!
Novembre 23rd, 2013 alle 13:12
Già mi sento vecchio e poi voi mi fate tornare a quei bellissimi anni . Erano duri ma abbiamo vissuto con la V maiuscola . Compagnie , scozzi politici , l’Universale , il Giardino di Boboli , il Forte Belvedere, il Rifugio .
Il mercato di S.Lorenzo dove si parlava ancora fiorentino , San Frediano , la vespa primavera , le prime cotte ….
Ti giri e pensando al passato dici : che c….o e’ rimasto tra le pagine chiare per citare un grande dell’epoca, poi sorridi , nei pochi neuroni rimasti si accende , miracolo , una sinapsi e pensi ad un mese fa .
Già qualcosa è’ restato : la nostra mitica Viola . Aver vissuto il 20 ottobre 2013 allo stadio mi ha ripagato di mille sofferenze e dolori .
Nel mio liceo c’era il cugino del mitico Gil anche lui personaggio : in un periodo di fortissima partecipazione politica , dove tutti esibivano un look impegnato con in tasca l’Unita’ o meglio Il Manifesto o addirittura Lotta Operaia , lui esibiva Trotto Sportman …
Cazzari , nel senso buono , si nasce non si diventa
Novembre 23rd, 2013 alle 13:15
bellissimo il post 3, complimenti!
p.s. ma che malattia ha de ponti?
Novembre 23rd, 2013 alle 13:32
Mi associo: grande Roberto, sembre di rivivere quelle atmosfere, complimenti e forza Viola
Novembre 23rd, 2013 alle 13:52
Per robertodisanjacopino n. 3.
Grazie.
Novembre 23rd, 2013 alle 14:44
Io l, ho visto giocare prima che arrivasse al professionismo , in un torneo estivo nel comune dell’Impruneta , mia moglie abitava accanto allo sponsor della sua squadra e quando è salito di categoria l’ho seguito come se fosse una mia conoscenza particolare . Glielo avrei detto volentieri ieri sera.
Novembre 23rd, 2013 alle 15:06
grandissimo robertodisanjacopino. complimenti vivissime, complimenti che estendo a chi legge Pratolini del quale suggerisco a chi non lo ha mai letto, soprattutto ai ragazzi, che ne hanno bisogno di belle letture, oltre al gia’ citato “la costanza della ragione” e ai piu’ famosi “il quartiere” e “le ragazze di san frediano, la meravigliosa epopea di “Metello”.!!!! sfv
Novembre 23rd, 2013 alle 15:43
non essendo Fiorentino, non ho vissuto le atmosfere fiorentine di quegli anni se non attraverso le letture. Le occasionali visite a firenze soprattutto per vedere la viola, non possono darti il clima di una città. Devo dire che anche a Pisa in quegli anni il clima era un pò quello, un mix tra impegno serioso e voglia di scazzo stile amici miei. Bello, molto bello il post di Roberto. Mi ha riportato agli anni in cui veramente si vivevano le città da cui poi in molti siam fuggiti. Mi dispiace essermi perso il penta con De Ponti.
Novembre 23rd, 2013 alle 17:03
Roberto di San Jacopino (la piazza dello scempio, quell’orrore verde e rosso … brrr, che tante polemiche suscitò), maledizione, hai toccato una corda che ha risuonato e hanno ricominciato a vibrare altre splendide corde della gioventù spensierata.
Come non pensare da subito all’Universale, dove per poche lire vedevi le rassegne di Bergmann, che diventava magico e surreale dato che lo intravedevi tra la spessa coltre di fumo che invadeva la sala; dove se andavi alle proiezioni dei films con Serena Grandi, ti scompisciavi per via dei commenti; dove alle 11 di sera entrava in sala l’omino in bicicletta e una volta entrò addirittura un ragazzo in Lambretta, sgassando.
Le friggitorie, con le polentine, i coccoli, le frittelle di riso; la schiacciata del Sartoni (quando ti riusciva di prenderla) o il panino prosciutto e salsa verde dal vinaio de’ Cimatori.
E ripenso ai primi locali con musica Jazz (il Jazz Club, che c’è ancora, il BeBop in via dei Servi) al Rifugio, in S. Maria Novella, dove cominciavano a suonare anche i Litfiba.
Alle “ragazze” di piazza Indipendenza, che diventavano mitologiche, da racconto serale.
Quante cose da ricordare …
Novembre 23rd, 2013 alle 17:06
Un ne rinasce come Gil. Ma ha un lavoro ora? :’-( malattia ?
Novembre 23rd, 2013 alle 17:08
SOLO A FIRENZE…
Siete troppo ganzi,ho vissuto un deja vu da paura ripercorrendo gli scritti di Roberto e altri. Tutto vero,a conferma che la fine dei 70′ e gli 80′,Firenze era ancora un teatro a cielo aperto,fatto di personaggi ed atmosfere che oggi non ci sono onestamente più.
Vivendo in Romagna oramai da 20anni,le volte che torno a Firenze con moglie e figlia e ripercorro le zone sopra citate,mi
illudo ancora che sia come allora,ma di illusione si tratta….
Rimango però dell’idea che per noi,a cavallo dei 40-50anni,Firenze in quegl’anni
ci ha regalato momenti indimenticabi…
Ora basta,sembriamo vecchietti sulle panchine! Tra l’altro è la cosa che odio di più…UdF
Novembre 23rd, 2013 alle 17:26
grande Gil De Ponti….peccato non averlo mai visto in serie A con la maglia viola
Novembre 23rd, 2013 alle 18:00
Ho avuto l’onore negli anni 60/70 di giocare con la gloriosa maglia del Lippi.
Ricordi che il tempo passato ha un po sbiadito ,ma ricordo bene i combattuti derby contro il Rifredi ed il Ponte di Mezzo; ci allenava un personaggio alla Oronzo Pugliese e si chiamava Iondo non finiva mai una partita….sempre espulso!!
Mi ricordo un dirigente soprannominato “Bulova” per i suoi cronici ritardi e le gloriose trasferte sstipati in 5 o 6 dentro un scassato simo 1100
Bei tempi!!
Novembre 23rd, 2013 alle 18:32
Non ricordavo le origine fiorentine di Gil.
Grandissimo Roberto mi sono sentito per un attimo su quelle scale…..
Novembre 23rd, 2013 alle 19:00
Va a finire che le discussioni non calcistiche, o illusoriamente calcistiche, sono le migliori, viene fuori un livello più alto e un diverso feeling fra tutti. Alcuni ci regalano bei momenti di lettura, sogno, immedesimazione. Stavolta un grande Roberto. Grazie davvero, a lui e a David per l’imprinting!
Novembre 23rd, 2013 alle 20:40
Bellissimo il vivido racconto di robertodisanjacopino. Il mio povero Babbo era del Ponte di Mezzo, non molto lontano. Stesse storie, stesse atmosfere.
Novembre 23rd, 2013 alle 21:16
GRANDE GIL
Il mio primo idolo!!!
Io nativo di San Giovanni Valdarno mi ha fatto innamorare del calcio quando a metà anni 70 giocò nella Sangiovannese portandola con i suoi gol ai vertici dell’allora unica serie C.
Grazie ancora!!!
Novembre 23rd, 2013 alle 21:20
Troppo buoni tutti nei miei confronti, grazie.
Diversamente viola 21: la squadra si chiamava PoLiRi (acronimo di Ponte di Mezzo-Lippi-Rifredi), maglia arancione tipo Olanda di Crujiff, il campo era quello che ora si trova dentro Firenze Nova, nei ’70 si chiamava pomposamente “stadio di Rifredi, anche se Rifredi era di la’ dalla ferrovia. Dal terreno di gioco si vedeva la sagoma della fabbrica Montedison, ancora attiva con i pennaccchi di fumo sempre belli ritti sopra le torri degli altiforni, sembrava di essere a Liverpool, soltanto che il prato era presente solo ai lati del rettangolo di gioco e nel mezzo, da novembre ad aprile, regnava il fango. L’allenatore degli allievi si chiamava Ionda (tu lo rammenti come Iondo, ma era lui), aveva una parlata da meridionale con la “c” alla fiorentina che rendeva quasi impossibile non ridergli in faccia quando si lanciava nell’impostazione tattica della partita. Aveva poi un intercalare frequentissimo con i suoi giocatori che era: “non sarai miha buho!”. Lo usava dovunque, durante le partite si alzava sempre dalla panchina (tanto ci si bagnava lo stesso con la pioggia anche stando a sedere) e urlava ai suoi giocatori: “Oh nove, non sarai miha buho, buttati su qui’ crosse!” Oppure: “”Alza i gomiti tre, fagli sentire la ciccia addosso all’ala, non sarai miha buho, senno’ ti va via facileee!”. Caso vuole che inizio’ a giocare nel Poliri uno del Lippi, soprannome completo “Fettinadicchesoio”, per gli amici solo “Fettina”: bravo tecnicamente, effeminato, biondo. Alla prima partita, mi ricordo ancora contro la Floragafir, Ionda lo fece entrare nel secondo tempo e comincio’ subito ad incitarlo con il suo intercalare. Alla quinta volta che gli grido’:”Non sarai miha buho”, Fettina si fermo’ tutto impettito in mezzo al campo (giuro sono stato testimone oculare, ho giocato nel Poliri dal ’72 al 78, numero 8 fino agli juniores), palla sotto il piede destro, rivolto verso la panchina con le spalle all’unica tribuna presente e con voce fiera grido’:”Mister, e son buho davvero, ma te tu ma’ belle rotto ‘oglioni a rammentarmelo ogni volta che tocco la palla!”.
Dalla scalinata, detta tribuna, si scateno’ il finimondo tra i tifosi lippini, erano quasi sempre un centinaio alle partite del sabato mattina compreso mio padre: chi gridava offese indicibili al povero Fettina, chi lo applaudiva scatenato, fischi verso Ionda e l’arbitro.
Gia’ l’arbitro. Calo’ il silenzio totale per qualche secondo, poi il Panzavolta che gia’ conosciamo, con il suo vocione da baritono grido’:”Ma l’arbitro come l’e’? “. E tutta la tribuna all’unisono: “Più’ finocchio di Fettina!”.
L’apoteosi.
Una giornata indimenticabile.
Novembre 23rd, 2013 alle 22:09
@ 10 Marco-San
leggi qui su Gil:
(hhtp aggiungilo a mano)
pulcinella291.forumfree.it/?t=60785351
Novembre 23rd, 2013 alle 22:19
Ho ascoltato il penta ieri sera e devo dire caro David che quando porti questi ospiti mi dai tanta gioia .
Sembra di sorbirsi un buon caffè e non quella bevanda liofilizzata che è divenuto il calcio oggi quando vengono ospitati i calciatori di quasi 40 anni fa .
Su Gil sapevo tante cose come calciatore e conoscevo la sua malattia . La sua passione per questo gioco è rimasta immutata , altra stoffa rispetto a una buona fetta di giocatori di oggi che neppure sanno guardarti negli occhi .
Grazie ancora David .
Ps : spero sempre che tu possa portare un’altra volta il grande Zigoni al Penta .
Novembre 23rd, 2013 alle 23:17
caro roberto di san jacopino grazie per lo spaccato di antropologia urbana d’altri tempi ci hai portato a spasso nel tempo e un pò ..accidenti a te ci hai fatto venire il magone…
ciao
Novembre 24th, 2013 alle 00:17
Caro Roberto tu sei più giovane di me quindi forse non sai che prima della fusione delle tre società ognuna di essa era divisa da fiera rivalità. Partite bollenti sia in campo sia sull’unica tribuna esistente allora.
Il Lippi,in quei tempi, aveva solo squadre allievi e juniores (allenata da Ionda) e credo che le nostre maglie fossero le più belle in assoluto di un blu scuro con striscia rossa orizzontale all’altezza del petto, dove spiccava un leone rampante ricamato con filo dorato.
Di quei tempi ricordo solo due cognomi di chi giocava con me nel Lippi: Misiti e Corsi.
Novembre 24th, 2013 alle 00:23
Che bella storia, quanta nostalgia del calcio di una volta, quando uno poteva sfondare iniziando a giocare nell’Impruneta, Terranuovese, Sangiovannese fino alla serie A.
Sicuri che qualche straniero, anche della nostra squadra, sia più forte di un bravo giocatore di eccellenza?
Non è possibile trovare un Yakovenko tra Pescia e Montemurlo?
Novembre 24th, 2013 alle 03:11
Robertodisanjacopino: devi scrivere un libro, sei bravissimo a raccontare..una copia l’hai già venduta!
Novembre 24th, 2013 alle 11:06
All’asta di novembre della lega trombarda di fantacalcio
Ho però il portiere del Genoa al posto di quello Samp.
So so cosa mi direte: mi piace vincere facile, la prima domenica avrebbe giocato contro il Milan. Vabbè, ammetto: l’ho fatto anche perché
giocava contro Balotelli e per un portiere è una garanzia di restare imbattuto: mr muscolo fa tanto fumo ma arrosto in campo poco davvero.
Ho fatto in piccolo gesto di codardia: invece di affrontare la Lazio con portiere Samp sono scappato sull’immocuo Balo prendendo il Genoa.
La fortuna mi ha aiutato oltre speranza: Balo in campo si marca da solo, non fa del male a nessun portiere. stavolta a Balo hanno dato pure il solito rigorino. È Perin lo ha psrato. Godo come un riccio. Troppa soddisfazione.
Potrò cambiare portiere ogni settimana prendendo quello che affronta Balotelli?
Ma se se ne accorgono nel
Fantacalcio cis’aspettano nel
Calcio vero a toglierselo dalla scatole ?
Novembre 24th, 2013 alle 11:11
ma una trasmissione su RB condotta dal mitico Gil…..pochi minuti ma sarebbero tanta roba
Novembre 24th, 2013 alle 11:16
Che piacere leggere le parole di questi Signori; la poesia raggiunge sempre i cuori puri. Bravo Davide e viva Gil, un esempio.
Novembre 24th, 2013 alle 11:31
Grazie a Roberto per i bei ricordi che mi riporta alla mente. Io, prima laterale destro poi centrale di difesa degli Assi Virtus, unica compagine di zona che all’epoca non era ancora unita alla POLIRI e fiera rivale, nonché coinquilina del mitico Stadio di Rifredi. Che bei ricordi i derby disputati, anche se poi non così frequenti. Ma soprattutto i sabati o le domeniche a nuotare nel fango dei campi di tutta la provincia, stipati nelle macchine. Mai stanchi o domi, sia nelle vittorie che nelle sconfitte. E poi la domenica tutto di corsa per andare allo stadio, se ci si riusciva, tutti insieme come quelli del “ponte di mezzo”.
Un caro saluto a tutti i miei compagni o avversari di pedate anni 70 di Rifredi dintorni.
Forza Viola
Novembre 24th, 2013 alle 11:33
Robertodisanjacopino,ma il Fettina poi ha fatto carriera ?? (calcistica intendo)
Novembre 24th, 2013 alle 11:35
GRANDE ROBERTODISANJACOPINO
QUESTA E’ FIRENZE . PARDON COME ERAVAMO!!
SALUTI DAL CAPO DI MARTE USAF GRANDE POLIRI!!!!
Novembre 24th, 2013 alle 12:26
Era davvero così, e poi quel pezzo di Firenze nei peggiori quartieri del post industriale tra la Galileo a Rifredi dove c’era la storica SMS e il Nuovo Pignone al Lippi e Macia, appunto; un teatro a cielo aperto di miseria umana ed altrettanta spensieratezza, di dolore e morte di chi non ce l’ha fatta e di chi ha avuto più fortuna e poi è diventato uomo, magari fava, ma pur sempre uomo.
Maledetta nostalgia canaglia …..
Novembre 24th, 2013 alle 14:21
Questi racconti sulle periferie proletarie fiorentine mi hanno riportato alle mie origini di novolino, Firenze Ovest, Bar La Tedesca, Big Ben, Stecche di Marlboro comprate dai Greci…
Condivido al 100% il post 39
Novembre 24th, 2013 alle 20:50
Roberto di San jacopino n. 3
Devi scrivere un libro
Complimenti per la prosa
Novembre 24th, 2013 alle 23:40
Abbiamo preso un gol come a Chievo su calcio piazzato dalla sinistra con errore di Cuadrado, Borja e Pasqual poi siamo spariti.
Dopo 10 minuti del secondo tempo si poteva spegnere la Tv.
Contro una difesa bloccata abbiamo mostrato limiti in attacco dove non riuscivamo più a dettare un passaggio in profondità.
Ci manca Gomez o un’alternativa.
Inizieranno i vaffa a Ilicic ma andiamoci piano.
Non è e non sarà mai un giocatore di fascia; e’ un ragazzo di 1’90 che può giocare dietro le punte fra le linee o come interno in un centrocampo a 5.
Novembre 25th, 2013 alle 06:32
Giorni fa all’asta di riparazione novembrina della lega trombarda
di fantacalcio tagliai il portiere della Sampdoria ingaggiando
quello del Genoa. Il fatto che il Genoa dovesse affrontare il
Milan è stato un incentivo in più a scegliere Perin. Giocando
contro Balotelli, uno che ha segnato pochissimo in carriera
aveva enormi chanches di restare imbattuto.
Missione andata oltre ogni previsione: Perin ha pure parato
un rigore a Mr muscolo.
Ho chiesto alla mia lega di poter ingaggiare ogni settimana il portiere
che affronterà Balotelli: una pacchia per i numeri 1 affrontarlo: con la stampa che osanna mr muscolo come campione restare imbattuto è
operazione facile (tanto lui non becca neanche lo specchio) e redditizia :
Lo so che non sarà leale ma lo ammetto: mi piace vincere facile.
È prevedere che Balo segni poco o nulla è davvero un gioco da ragazzi.
Anche il Milan se n’è accorto: con lui, retrocedi.
Manca solo si Avellino giornali e Prandelli
Novembre 25th, 2013 alle 12:18
de ponti e’ un mito all’impruneta il mio paese, 54 presenze 44 gol vedo su Wikipedia..non so se in prima o in seconda categoria..quindi c’ha giocato davvero.. poi sangiovannese in c cesena in a avellino,bologna ecc..sgusciante,estroso e matto come un cavallo..ricordo solo rigano’ di bomber che hanno fatto una carriera cosi’ esaltante a suon di gol dai dilettanti alla massima serie.quando il gol ce l’hai nel sangue,lo fai in tutte le categorie,migliorando il ritmo,il passo e la velocita’ di pensiero necessarie per giocare in categorie sempre maggiori fino alla massima. questi 2 calciatori ne sono grandi esempi
Novembre 25th, 2013 alle 17:15
Ve lo dico. Son parecchio piu’ giovane, classe ’72. Nomi che purtroppo non ricordo, e da amante del calico non vi ho mai nemmeno giocato.
Forse perche’ quell mio amico che diceva che “c’ho piedi come du’ cani a cuccia” non aveva tutti i torti.
Non so se e’ un caso che leggo questo post oggi che mi hanno fatto avere una foto della fine dei ’70 con un gruppo di bambini che giocavano nella locomotiva dei giardini dell’Orticoltura. Capace c’ero anche io in quella foto.
M’e’ venuto da piangere due volte. Forse tre, pensando che vivo lontano da Firenze e dall’Italia. Ma alla fine, purtroppo, bisogna fare un po’ come con chi se n’e’ andato: “preferisco ricordarti come eri”. Perche’ oggi non e’ piu’ cosi’. Maledetta nostalgia, davvero. Ma alla fine, va presa come un bel libro da leggere col sorriso.
Pero’, maremma cane, vorri portare immi’ figliolo a giocare su quella locomotova che non c’e’ piu’… ‘ccident’a loro!
Novembre 25th, 2013 alle 18:05
roberto di sanjacopino sei un grande………..grazie
Giugno 29th, 2020 alle 08:29
Capitato casualmente, non posso esimermi dal ricordare le partite giovanili delle 8.15 (1970 e dintorni), forse con la Reman forse la Sanger, nella nebbiolina fredda invernale del PO.LI.RI. Da arbitro ricordo solo episodi piacevoli !
Novembre 9th, 2023 alle 18:39
Nato e cresciuto al Lippi. Vissuto fino al 1992, aveva piu l’atmosfera e lo spirito di un paesino di campagna piu che di un rione cittadino. Vi abitavano alcune persone alquanto eccentriche e colorite, tanto da sentire dire a volte: “qui fa buha!” (ma questo lo sentii dire anche in un rione di Roma eheheh) questo per dire che veramente alla fine tutto il mondo e’ paese. Il fenomeno dei centri commerciali e degli ipermercati ha cambiato il volto del quartiere facendo venire a mancare tutte le sue botteghe che costituivano anche un elemento di vitalita’. Non vivendoci oramai da 30 anni non posso esserne sicuro ma temo che anche l’invecchiamento della popolazione e le abitudini dei bambini cambiate dalla tecnologia, abbiano fortemente contribuito al cambiamento del rione in termini, appunto, di vitalita’. La nostalgia non e’ solamente provocata dai ricordi della gioventu’ ma anche da uno stile di vita oramai scomparso che riteniamo, rispetto a quello odierno, migliore e secondo me a ragione.