Il senso dello Stato
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici.
Pier Paolo Pasolini, 1968
Febbraio 4th, 2007 alle 09:20
Caro David quella che racconta Pasolini è un’altra storia, un’altra epoca e ci sono diverse condizioni sociali soprattutto nei manifestanti di allora. Però è inconcepibile prendersela con chi fa solo il suo lavoro, anche quando sbaglia. Guarda io sono stato molto critico nei confronti delle forze dell’ordine all’epoca del G8, come lo sono stato altre volte in cui mi sono trovato “dall’altra parte”. Però non bisogna mai dimenticare che in fondo è solo gente che sta lavorando. Dobbiamo poi essere anche critici quando vediamo manovre strane o tentativi di condizionare i fatti, come ad esempio quello che successe alla scuola Diaz o come è successo anche qualche volta intorno gli stadi. Però non dobbiamo mai dimenticare che è giusto criticare ed opporsi agli atteggiamenti di chi “comanda” e vuole condizionare gli altri con il proprio modo di comportarsi, così come è giusto riconoscere a dei ragazzi che stanno lavorando il diritto alla dignità ed alla sicurezza ed il rispetto di noi tutti. In piccolo ricorda la vicenda dei nostri caduti di Nassirya: ero e sono contrario alla guerra ed alla missione in Iraq, ma mai smetterò di difendere dei ragazzi che alla fine sono morti per compiacere le idee di qualcuno che voleva solo “accreditarsi con altri paesi”.
Febbraio 4th, 2007 alle 09:24
BRAVO DAVID! Questa poesia mi ronzava in testa già da ieri: volevo inviartela, ma tu mi hai preceduto. Grazie
Febbraio 4th, 2007 alle 09:37
Ascolto David Guetta in radio ogni tanto e quando non fa il tifoso accanito per motivi di cuore e di bottega dimostra davvero di avere cuore e testa di giornalista che vale la pena leggere e ascoltare
La citazione di Pasolini non sarà così nuova ma certo utile da ricordare a molti tifosi delle curve di tutta Italia che purtroppo scrivono – come ieri sul muro dello stadio dell’Ardenza – “un’altro sbirro” con l’apostrofo – bravo David
Febbraio 4th, 2007 alle 09:56
Complimenti a te ,oh Davide, per questa pubblicazione.Peccato che coloro che sono chiamati in causa siano ciechi e sordi a questi richiami.
Febbraio 4th, 2007 alle 10:02
Ho letto il pensiero/poesia che proponi per riflettere e discutere su argomenti ancora caldi e che oggi, più di prima, sono all’ordine del giorno nei dibattiti tra sportivi e non.
Premetto che non so fino a quale punto fosse sincero Pasolini nelle sue esternazioni e nel modo di rappresentare un certo tipo di cultura. Ho sempre avuto qualche perplessità sulla genuinità della sua dichiarata appartenenza politica. Comunque la poesia che ci proponi, David, è molto bella, ma suggerirei di fare molta attenzione ad una cosa di fonfamentale importanza, a vedere bene, cioè, chi stava a quel tempo e chi sta oggi sull’altra sponda, quella di fronte ai poliziotti. A Catania dalla parte opposta a quella della polizia ho visto degli esaltati, degli imbecilli, dei delinquenti, magari di buona famiglia che aveva come scopo quello di colpire proprio la polizia oltre i tifosi rivali. Al tempo di Pasolini (anni 60/70) i poliziotti venivano combattuti, a torto o a ragione, non perché fossero l’obiettivo, anzi quello che dice Pasolini nei suoi versi era risaputo, venivano combattuti perché ritenuti ostacolo ad una forte manifestazione di dissenzo, magari molto violenta, nei confronti di una classe politica, lei si, ritenuta (a loro modo di vedere) responsabile di disagio sociale. Questo non giustifica nessun atto inconsulto da parte di alcuno, ma la precisazione credo sia doverosa, visto che il 68 (non solo in Italia) alla fine qualche frutto lo ha dato anche se è stato pagato anche col sangue (da ambo le parti).
Oggi, sommosse tipo quella di Catania, sono da annoverare tra le cose più orripilanti proprio per l’assenza totale del motivo tranne quello della pura pazzia. Un cirdiale saluto dal Grillo
Febbraio 4th, 2007 alle 10:19
Ti devo ringraziare David. Avevo già letto questa poesia di Pasolini, facevo il liceo e quando me la propose il mio meraviglioso professore di lettere e amico da sempre mi sentii un cesso. Sì, perchè di base questi corpi (in reltà la Polizia meno di molti altri) restano antipatici…li critichiamo (anzi, parlo al singolare in questo caso), li critico perchè non mi piace il lavoro che fanno e gli strumenti che hanno facoltà di usare quando lo fanno, perchè non mi piace COME molti di loro lo fanno, non mi piace quella specie di reverenzialismo che tanti tra noi hanno nei loro confronti. Però è sbagliato non ricordare che è da limitati fare di tutta l’erba un fascio. Anche la mia categoria professionale di solito è vista come quella dei “pallosi fregatori corrotti poco onesti” e io non mi sento così. Anche la tua categoria professionale spesso è etichettata come “il branco di quelli sciacalli che passano il tempo a gettare maglignerie su povera gente la cui privacy viene lesa”; sappiamo che non è così.
Non so se Filippo fosse un bravo marito, un bravo padre, nè tanto meno un bravo poliziotto. Però ti ringrazio di avermi fatto sentire di nuovo un cesso anche stamani, perchè di certo non va bene rendere eroe una persona solo perchè muore; ma ci vuole, anche, in generale un po’più di rispetto per il lavoro di tutti. E non si può non considerare che, nel momento in cui ha perso la vita, Filippo Raciti stava cercando di contenere la violenza altrui, che gli è stata fatale.
Buona domenica a tutti…(godetevi passeggiate, cinema o giratine in centro…oggi è un’occasione ottima!)!
Febbraio 4th, 2007 alle 10:25
Caro David, complimenti per la dotta citazione, che però estrapolata ed isolata dal contesto integrale del pensiero pasoliniano rischia di venir fraintesa o essere soggetta ad interpretazioni di comodo !! Consiglio pertanto la lettura di “Pagine Corsare” e “Lettere Luterane”, che sono un compendio esaustivo del pensiero pasoliniano e consentono di meglio comprendere e correttamente interpretare anche la citazione da Te riportata !! Scusa il taglio didascalico del mio post, ma quando si scomoda Pasolini occorre farlo con piena cognizione di causa ed utilizzare il suo pensiero in maniera tale che non possa essere strumentalizzato per fini contrari a quelli che lui voleva perseguire!!
RISPOSTA
Macchè scuse, hai perfettamente ragione.
Non sarebbe una cattiva idea oggi pomeriggio barattare il tempo che normalmente dedichiamo al calcio con letture che non siano solo leggere.
Oh, mica tanto, basterebbe un’ora.
Un abbraccio,
David
Febbraio 4th, 2007 alle 10:36
Mi ricordavo che sulle sommosse davanti ad Architettura a Roma del ’68 c’era anche una canzone. L’ho cercata e l’ho trovata, è di Pietrangeli. E’ divertente leggerle entrambe a confronto, perchè da una parte ci si accorge che chi vuole far valere le proprie ragioni vantandosi di saperlo fare in modo violento e opponendosi a chi rappresenta il potere è sempre esistito. Dall’altra penso, sottoscrivendo in pieno quanto scrive IL PENSIERO DEL GRILLO, che fossero davvero altri tempi; dal testo emerge non un senso di violenza gratuita, ma la volontà di opporsi a qualcosa che non tornava. Non uno sfogo di rabbie represse, ma la reazione (a mio parere con mezzi che, in quanto violenti, sono SEMPRE sbagliati) ma che ha poi dato i suoi frutti, in un modo o nell’altro.
Per chi, come consigliato saggiamente MAXVINELLA, oggi ha voglia di leggere un po’, alimento l’antologia tematica inaugurata da David e vi copio il testo di tale poesia, intitolata proprio “Valle Giulia”.
Piazza di Spagna splendida giornata/ traffico lento la città ingorgata/ e quanta gente quanta che ce n’era/cartelli in alto tutti si gridava/ “No alla scuola dei padroni/via il governo dimissioni” eeh
E mi guardavi tu con occhi stanchi/mentr’eravamo ancora lì davanti/ ma se i sorrisi tuoi sembrava spenti/ c’erano cose certo più importanti/ “No alla scuola dei padroni/ via il governo dimissioni” eeh
Undici e un quarto avanti a Architettura/ non c’era ancor ragion di aver paura/ ed eravamo veramente in tanti/ e i poliziotti in faccia agli studenti/ “No alla scuola dei padroni/ via il governo dimissioni” eeh
Hanno impugnato i manganelli/ ed han picchiato come fanno sempre loro/ e all’improvviso è poi successo/ un fatto nuovo un fatto nuovo un fatto nuovo/ non siam scappati più/ non siam scappati più
Il primo marzo sì me lo rammento/ saremo stati mille e cinquecento/ e caricava giù la polizia/ ma gli studenti la caccia van via/ “No alla scuola dei padroni/ via il governo dimissioni” eeh
E mi guardavi tu con occhi stanchi/ ma c’eran cose certo più importanti/ -Ma qui che fai ma vattene un po’/ via non vedi arriva giù la polizia-/ “No alla scuola dei padroni/ via il governo dimissioni” eeh
Le camionette i celerini/ ci hanno dispersi presi in molti e poi picchiati/ ma sia ben chiaro che si sapeva/ che non è vero che non è finita là/ non siam scappati più/ non siam scappati più
Il primo marzo sì me lo rammento/ saremo stati mille e cinquecento/ e caricava giù la polizia/ ma gli studenti la cacciavan via/ “No alla scuola dei padroni/ via il governo dimissioni” eeh
“No alla classe dei padroni/ non mettiamo condizioni” NO!
Autore: P. Pietrangeli Anno 1968
Febbraio 4th, 2007 alle 10:46
Ciao David
scelgo di fare polemica per metà e non sulle tue parole ma sui tanti commenti di SOLO elogio che ho visto verso le forze dell’ordine..e già così si capisce che tutto svanirà in una bolla di sapone..
chi è pratico di curve e partite sa che non è tutto così netto..ci siamo dimenticati le maganellate agli alterati del nord che sono andati a Genova qualche settimana fà??per quel che riguarda me la mia famiglia è attualmente in causa contro i caabinieri della mia citta che una mattina di ottobre non hanno trovato di meglio da fare che picchiare mio fratello di sedici anni..quanti casi di cronaca appartengono a questa categoria..se vogliamo piangere l’uomo facciamo ma non commettiamo l’errore di mettere i tifosi tra i cattivi e le forze dell’ordine tra i buoni è un errore che non si può facilmente perdonare
p.s. scusa l’anonimato ma prefeisco non dare nome e cognome in questo caso..spero che mi capirai
Febbraio 4th, 2007 alle 10:51
Caro David grazie ancora, per essere presente nei modi e con i toni giusti. In queste ore terribili in cui le parole per esprimere quello che proviamo non bastano, possiamo andarle a cercare nella Letteratura recente o passata, ma dobbiamo anche fermarci un attimo a riflettere. La mia personale sensazione è che, se siamo giunti a questo, è colpa di tutti. Anche io mi sento colpevole, io pacifista, io amante del calcio e della mia squadra, io che come molti ho pensato a volte che “noi non siamo così”. Oggi nessuno è innocente, c’è chi ha commesso violenza è vero ma ci sono anche quelli che hanno guardato da un’altra parte, quelli che hanno “eccitato” gli animi ( con frasi, articoli, cori e quant’altro), quelli che non hanno avuto la forza per far rispettare le leggi, quelli che hanno chiesto di perdonare e liberare ultras rei di violenza… Oggi vorrei che tutti loro, tutti noi chiedessimo perdono alla famiglia di Filippo ed a tutta la Polizia di Stato che ogni giorno ci difende, senza conoscerci pur sapendo di correre un grave rischio. Mi attendo da parte di tutti anche dei gesti concreti: il Coni ha istituito delle borse di studio per i figli di Raciti, bene, ora tocca alle Società, ai collettivi del tifo, ai giornalisti ed ai cittadini fare qualcosa che faccia capire che questa Società sta dalla parte dei giusti. Emarginiamo la violenza con gesti concreti, basta con le parole e forse riusciremo ad uscirne a testa alta!
Con affetto
Lucia
Febbraio 4th, 2007 alle 10:56
Tutto molto poetico,ma non sempre condivisibile visto che il “poeta” al di là della commovente e alquanto discutibile descrizione dei poliziotti degli anni 60,finisce poi per essere contro l’istituzione della Polizia.In questo momento non si deve creare ulteriore confusione cercando da una parte di ridicolizzare e dall’altra solidarizzare.
Chi sta nella legalità non deve avere dubbi da che parte stare.
Alassandro Firenze
Febbraio 4th, 2007 alle 11:09
Molto bello David,vorrei ricordarti pero’,che i poliziotti “cantati” da Pasolini,non erano certi quelli di oggi.Certo,forse poveri,ma sicuramente addestrati ad avere un solo avversario : i rossi,e giu’ botte da orbi anche quando indifesi.Le gerachie dell’ordine pubblico di allora ,coprivano le stragi fasciste,gli infiltrati provocatori nei gruppi dell’ultrasinistra,le connivenze destra-eversione-istituziona le conosciamo tutti,od almeno spero.Diverso il discorso di oggi . siamo in un contesto lontano anni luce da allora.Oggi si’,fortemente,e’ attuale ,piu’ di allora,il pezzo che hai pubblicato.Oggi si’ piena solidarieta’,appoggio, a questi si’,davvero,figli di poveri.Ma di la , non c’e’ piu’ un nemico ideologico,c’e’ solo un uomo feroce ( non usiamo il termine bestia,e’ fuorviante di cio’ che siamo noi esseri umani)che uccide per compiacersi della propria insulsa,vigliacca feroce malvagita’.
Febbraio 4th, 2007 alle 11:18
Ringrazio Chiara per aver condiviso il mio scritto attraverso il quale ho sentito il bisogno di puntualizzare alcuni aspetti propri di quelle vicende e, visto che non ho la penna del capitano, pensavo di correre il rischio di essere frainteso.
Un saluto a tutti
Febbraio 4th, 2007 alle 11:19
Della serie: “ammazzare o menare un poliziotto potrebbe anche esser giusto se non fosse uno della nostra stessa classe sociale…”. Bell’esempio x cercare di pacare gli animi sempre più esasperati… Una citazione ad effetto che purtroppo, secondo il mio parere, è del tutto fuori luogo…
RISPOSTA
Io credo che tu sia completamente fuori strada.
Hai letto il titolo del post? Secondo me, no.
David
Febbraio 4th, 2007 alle 11:53
Qui non c’entrano niente le classi sociali, c’entra soltanto la demenza del genere umano perché in questi l’uomo dimostra di essere semplicemente demente.
Attenzione però: non bisogna generalizzare perché la generalizzazione è quel meccanismo perverso che fa diventare tutti gli islamici kamikaze, tutti queli di sinistra stalinisti e tutti quelli di destra fascisti.
Andando sul piano pratico credo che la migliore soluzione sia vietare le trasferte.
Febbraio 4th, 2007 alle 12:02
G8, no-global contro carabinieri.
Sciopero contro il governo di dx,manifestanti contro carabinieri.
Sciopero contro il governo di sx, manifestanti contro carabieneri.
Partite di calcio, tifosi contro carabinieri.
Retata contro i mafiosi, cittadini contro carabinieri.
68, manifestanti contro i carabinieri.
Potrei continuare per ore, ma se i carabinieri smettessero di fare il loro dovere come serebbe l’Italia, meglio o peggio.
Se alle una di notte vi trovaste in un posto sconosciuto in mezzo a persone sconosciute, la presenza di una volante della polizia vi darebbe sicurezza o terrore.
Le forze di polizia possono sbagliare, ma bisogna portare rispetto a chi cerca con il proprio lavoro di rendere la nostra vita più sicura giorno dopo giorno.
Febbraio 4th, 2007 alle 12:03
E dopo la prima ipocrisia, eccone un’altra. Dal momento che gli incidenti sono successi a Catania, i catanesi sono gli infami assassini. Devono vergognarsi pesantemente di quello che è successo. Devono essere loro, solamente loro a pagare tutte le conseguenze. Perchè? Perchè solo loro sono quelli brutti, sporchi e cattivi.
Dire che c’è un filino di razzismo no, eh? Dire che si manifesta con delle parole simili un’intolleranza profonda nei confronti di una popolazione no, eh? Dire che solo loro sono i cattivi, mentre nel resto d’Italia ci sono solo tifoserie correttissime è superfluo, vero?
Sono successi solo lì, a Catania, gli incidenti. Non si è mai visto cariche di polizia nei confronti di altre tifoserie. No, niente. Non è successo praticamente mai. Solo lì.
E a Bergamo o a Brescia, quando c’è la partita tra Atalanta e Brescia, non succede niente?
E a Roma, durante il derby Roma-Lazio, tutto tranquillo, vero?
E a Milano, la civilissima Milano, non è che sia capitato lì che uno scooter sia stato gettato sulle tribune sottostanti da un gruppetto di autentici imbecilli?
E a Firenze (non mi dimentico della mia città, statene tranquilli), non è successo lì che una molotov sia stata lanciata dentro uno scompartimento di tifosi bolognesi, investendo un ragazzo, ancora sfigurato, vero?
No, non è successo niente da alcun’altra parte. Solo lì, a Catania. Ora tutti plaudono allo stop dei campionati, ma tutti temono che venga stretta troppo la vite dei controllo. E da molte parti si dice “noi non c’entriamo niente, deve essere penalizzata solo Catania e la sua squadra!”
Certo, bravi, è questa la soluzione giusta. Scarichiamo tutte le colpe sulla gente di una città. Prendiamoli di mira tutti. Dimentichiamoci che gli abitanti di Catania non sono tutti delinquenti. Sì, qualcuno ce n’è. Ma ci sono anche a Roma, Milano, Bergamo, Venezia, Firenze. Gli idioti, gli irresponsabili, i delinquenti, i criminali non hanno una sola provenienza geografica. Ci sono dovunque. Ignorarli, e dire che “qui non ci sono”, è nascondersi dietro ad un dito. E’ mettere la testa sottoterra, come gli struzzi.
E la politica, per favore, faccia un passo indietro. I delinquenti non hanno colore politico. Sono delinquenti e basta. Non ci sono delinquenti di sinistra e delinquenti di destra. I politici di sinistra devono smettere di difendere i delinquenti di sinistra, così come i politici di destra devono smettere di difendere i delinquenti di destra. E tra di loro devono smetterla di affibbiarsi qualifiche tipo “ladri”, “assassini”, “rapinatori”, “intolleranti”, “illiberali”, “approfittatori”.
Abbassiamo i toni. Tutti, indistintamente. Rendiamoci finalmente conto che stiamo andando a velocità folle verso uno scontro totale ed irrimediabile, dove la delinquenza la farà da padrone in maniera assoluta. Cominciamo ad insegnare il rispetto per gli altri, per le idee diverse dalle nostre. Cominciamo a rispettare il nostro interlocutore, opponendo argomentazioni logiche, non urlate, alle sue idee.
Fermiamoci tutti quanti, non solo il mondo del calcio.
Fermiamoci. Riflettiamo. E proviamo a sterzare, prima che sia troppo tardi.
Febbraio 4th, 2007 alle 12:23
Sucsami David voglio farti una domanda che solo tu mi puoi rispondere essendo un giornalista. Come mai anche oggi si parla di stupidità (vedi La Nazione)degli ultras e perche non chiamarla con il vero nome cattiveria anche certi giornalisti hanno paura a chiamare le cose come veramente stanno?
RISPOSTA
Io temo invece che sia vera stpidità.
La cattiveria presuppone intelligenza, qui è proprio affidarsi all’istinto, da popolo bue, tanto per sfogare la propria frustrazione e stupidità.
I cattivi sono quelli che manovrano, che fanno circolare idee e volantini nelle curve dove vanno questi perfetti ignoranti (nel senso proprio di ignorare, non credo abbiano mai letto un libro, al massimo il giornale sportivo).
Ciao,
David
Febbraio 4th, 2007 alle 12:25
Beh, fatte le ovvie e sincere condoglianze alla famiglia del poliziotto devo dire che, secondo me, il problema grosso non è, come sento dire da tanti, l’applicazione della legge Pisanu (che non è applicata semplicemente perché non è applicabile e in questo si dimostra una pessima legge) ma, piuttosto, una maggiore prevenzione, maggiori controlli, più severità con le società e, soprattutto una legge severissima per chi compie atti violenti durante manifestazioni sportive…
…il problema del calcio è che è un mondo di impuniti: impuniti i tifosi violenti, impunite le società che non pagano le tasse; è un mondo in cui si mandano le condoglianze ad una squadra per 2 giovani che muoiono in un laghetto invece di indagare sulle responsabilità della stessa squadra (se due operai mi muoiono cadendo da un’impalcatura apro un indagine sull’impresa edile, l’ultima cosa che faccio è mandarle un telegramma di condoglianze), etc.
E’ un mondo che non ha condannato la violenza ma l’ha subita e, a suo modo, incoraggiata: sentire in questi giorni pontificare Matarrese mi ha dato continuamente la nausea: proprio lui, quello che dichiarò che la Lazio non poteva retrocedere per motivi di ordine pubblico ci vuole spiegare come si combatte la violenza?
Anche la soluzione delle porte chiuse fino alla fine è ingiusta ed un segnale di debolezza: per quale motivo, per i fatti di Catania deve essere privata la possibilità ad un tifoso del Chievo (non dico della Fiorentina, perché cose simili a quelle di Catania potrebbero benissimo succedere anche qui) di vedere le partite per cui ha già regolarmente pagato? Al massimo vietiamo le trasferte, in attesa di nuove regole…
Qui si rischia l’ennesima soluzione all’italiana: gran polverone, soluzione tampone forte per poi lasciare che tutto torni più o meno lentamente come prima…
Febbraio 4th, 2007 alle 12:28
Molto bello,anche se magari erano altri tempi, e altri poliziotti. Ma te cosa ne pensi di chiudere gli stadi alla gente, ai veri tifosi che vogliono vedere la partita..?Io non trovo giusto far riprendere il campionato a porte chiuse..potrà sembrare un discorso da egoisti, e da insensibili(e non è così)ma io ho pagato l’abbonamento e il resto delle partite le voglio vedere.
Fermarsi ok ma solo per onorare l’anima di questo povero cristiano che è morto, secondo me ha perfettamente ragione il Pm Papa, non serve a nulla e restiamo ostaggi e ricattati da questi cretini pseudo tifosi..
Vorrei sapere un tuo pensiero in proposito, grazie ciao David
RISPOSTA
Io penso che il segnale sia adeguato, altrimenti tra pochi giorni neanche ci ricordiamo di quello che è successo.
Ciao,
David
Febbraio 4th, 2007 alle 12:30
Grazie, David. Ogni tanto è bene prendere gli input che ci dai e rielaborarli in silenzio. Però il 1968 mi riporta indietro, agli anni della mia giovinezza quando io non potevo vedere nè poliziotti nè carabinieri, perchè erano il simbolo del potere, erano il braccio armato di Andreotti, quando nel’70 partecipavo alle manifestazioni studentesche e in Piazza Repubblica ci lanciavano candelotti fumogeni non li vedevo proprio come figli d’operai. Ero io la figlia d’operaio che cercavo un mondo perfetto, un’utopia. Ben presto cominciai a non andare alle manifestazioni, ma poliziotti e carabinieri continuarono a non essermi simpatici. Allora funzionava così, per dualismi, o da una parte o dall’altra, o bianco o nero, con una rigidità che oggi mi vergogno di aver avuto. Ma che i giovani continuano ad avere. Vi siete mai accorti come sono rigidi i giovani, soprattutto se sono spinti da ideali? Purtroppo o per fortuna, si matura e le cose si vedono da un altro punto di vista. Oggi che siamo vecchi non li vediamo più come antagonisti, ma come figli nostri.
Un abbraccio a tutti.
Febbraio 4th, 2007 alle 12:36
molto bello il brano di pasolini, ma secondo me. david, anche con esso hai mostrato la tua anima di uomo della sinistra, come ammetti tranquillamente da sempre.
in questo momento avrei scelto un brano certo meno schierato.
Febbraio 4th, 2007 alle 12:37
Mi dispiace David in questo caso sono d’accordo con Francesco. Non hai usato una buona citazione. Qui la classe sociale non c’entra nulla.
Qui c’entra solo il senso civile, la voglia di rispettare le leggi e chi cerca di farle rispettare (i poliziotti).
Chi se ne frega di quale classe sociale sono i poliziotti e di quale sono i teppisti. Mi dispiace, ma stavolta non hai usato una fonte adeguata alla situazione del calcio italiano (o per meglio dire della società intera). Il problema è l’assenza di senso civile, che sembra essere trasversale.
RISPOSTA
Anche tu hai ignorato il titolo del post: il senso dello Stato.
Aggiungere qualcosa sotto (e ci ho pensato) era un po’ come sciupare parole dure, eppure bellissime.
Ciao,
David
Febbraio 4th, 2007 alle 12:41
Se si generalizza la si dà vinta ai violenti, dando importanza solo a loro e non agli altri tifosi che così non contano nulla.
Bravo David sulla risposta a coccy 1961
Febbraio 4th, 2007 alle 12:43
Comunque almeno i sessantottini avevano ragione, questi stupidi teppisti no
Febbraio 4th, 2007 alle 12:43
Quindi il paragone è fuori luogo
RISPOSTA
Il titolo, leggete il titolo e meditate (meditiamo).
Ciao,
David
Febbraio 4th, 2007 alle 12:49
Per IL PENSIERO DEL GRILLO:
Il tuo pensiero era molto chiaro e molto appropriato! Grazie a te per avermi dato un ottimo spunto di pensiero!
PS: Non so “che penna hai” ma a me piace molto! 😉
Febbraio 4th, 2007 alle 12:53
Mentecatti sono anche quelli che immaginano un mondo senza polizia un mondo migliore…bei miei cervelli fusi dalle canne! Ringrazio il cielo che questa gente non ha ancora il potere di decidere in merito al nostro destino.
Febbraio 4th, 2007 alle 13:01
Caro David,
Pasolini scriveva delle cose sacrosante. Accanto alla poesia che riporti, ne vanno ricordate altre: l’affermazione che la strategia stragista in Italia era di pezzi importanti dello Stato (non soltanto i famigerati servizi o determinati ambiti dell’esercito) e dei soliti “servi dei servi dei servi”, come dice una canzone, che si trovava nella manovalanza nera. Mi ricordo anche qualcosa su Andreotti, se la memoria non mi inganna. Cerchiamo sempre di distinguere, rispettando una funzione, un ruolo, ma sapendo che chi la esercita non è sempre all’altezza (la storia degli ultimi quattro decenni lo dimostra ampiamente). Altrimenti si dicono delle cose con il cuore, giuste e che condivido, ma che dovrebbero sempre richiamare anche il cervello, per evitare di scivolare verso l’utilizzo parziale e/o strumentale di posizioni e figure assai complesse. Forza viola.
Febbraio 4th, 2007 alle 13:11
Trovo tremendamente ipocrita e squallido l’atteggiamento generalista e superficiale di buona parte della classe giornalistica italiana (e non mi riferisco nello specifico alla redazione di fiorentina.it..) dimostrato in questi giorni. Non era necessario il morto di turno per capire che la situazione è quella che è. E di certo non aiuta il pressapochismo di chi non conosce il fenomeno ultras nelle sue particolarità. A leggere i giornali di questi giorni si capisce principalmente una cosa: i cosiddetti opinionisti non conoscono il mondo ultras, e continuano a darne una versione caricaturale e grottesca, stilando tabelle di prensunta o vera violenza delle varie curve italiane, stabilendone appartenenze politiche spesso del tutto erronee e lontane dalla realtà. Oppure facendo nome di gruppi o club con assoluta disinvoltura sulla base di elementi di dubbia provenienza. Dico tutto questo per affermare una cosa: è perfettamente inutile reclamare a gran voce repressione e leggi speciali quando l’oggetto della questione (gli ultras e tutto ciò che rappresentano) continua a rimanere sostanzialmente un oggetto misterioso. Il rischio alla fine è di colpire nel mucchio in modo indiscriminato, e di aggiungere ingiustizia ad altra ingiustizia. Lo dico sinceramente: non mi piace il clima di caccia alle streghe che qui come altrove si sente levare dai più. Non mi piace vedere articoli, anche di cosiddette firme illustri, dove si reclama a gran voce la mannaia, quando la base di partenza di queste considerazioni è spesso l’ignoranza. Si, ignoranza dell’oggetto della discussione, ignoranza di cosa significa andare allo stadio oggi. Il “movimento” ultras non è un fenomeno estraneo alla società, non è piovuto dal cielo chissà come e chissà quando, ma è struttuale e interno al mondo del pallone. Esiste da oltre 30 anni, con le sue “regole”, con le sue parti positive e negative. Non ci si può svegliare un giorno, pur di fronte ad un evento tragico, e dire “no adesso non va più bene e si fa piazza pulita”. Perchè il risultato alla fine è uno solo: chiudere un discorso, pensando di aver risolto un problema che non si è capito. Infine una considerazione: come al solito in questo paese la responsabilità è collettiva e mai individuale. Un delinquente uccide una persona e tutti subito pagano. Campionato fermo, partite con le porte chiuse, niente più trasferte ecc. ecc. Così siamo tutti più contenti e in pace con noi stessi. Vorrei chiedere a tante menti illuminate a cosa serve una cosa del genere. Per quello mi riguarda, a fronte di uno stato che prima non sa risolvere e affrontare i problemi, e poi fa pagare lo scotto delle sue inefficienze a tutti, non mi rimane che prendere una decisione molto semplpice: il prossimo anno niente più abbonamento, così che il giochino delle parti lorsignori (politici, giornalisti, giocatori con annesse ballerine da spettacolo, presidenti finto tonti ecc. ecc.) se lo fanno da soli. Bravi, alla fine sono riusciti nel loro intento: tenere la gente a casa.
Febbraio 4th, 2007 alle 15:07
Bravo David, giusta ed appropriata citazione.
Ti replico con A. Voltaire
“Perchè un governo non abbia il diritto di punire gli errori degli uomini è necessario che questi errori non siano delitti;
essi sono delitti solo quando turbano la società;
e la turbano non appena ispirano il fanatismo.
E’ necessario dunque che gli uomini comincino con il non essere fanatici per meritare la tolleranza.”
Febbraio 4th, 2007 alle 15:13
Caro david, sono un tifoso della viola momentaneamente in trasferta, quindi sto seguendo questa tragedia via internet, per fortuna senza il filtro della TV. Devo ammettere che, nonostante sia brutto dirlo, il finale tragico era prevedibile. Ho frequentato per tanto tempo la tifoseria della squadra della mia citta’ (che non nominero’) e ho fatto anche incontri particolari all’estero. Devo purtroppo dire che ancora una volta in Italia ci si nasconde dietro ad un dito, perche’ nessuno e’ disposto ad ammettere che lo stadio e’ ormai zona franca utilizzata da esaltati che non necessariamente sono interessati al calcio, per sfogare le loro frustrazioni settimanali? Io stesso ho visto nella curva nord dell’Olimpico di Roma tifosi viola lanciare oggetti contro le tribune. Ho visto mio fratello e amici carissimi impazzire letteralmente per una partita di C2 e compiere gesti inconsulti. Ho addirittura ricevuto un sasso in faccia mentre in auto lasciavo lo stadio dopo una partita del campionato dilettanti. In Svezia mi e’ capitato di conoscere un picchiatore assoldato insieme ad altri dalle tifoserie di tutta Italia (dalla A ai dilettanti) per picchiare la polizia (li facciamo venire da fuori!). Perche’ nessuno vuole ammettere che c’e’ un preciso disegno sovversivo dietro il movimento ultras? disegno che si serve di poveri illusi per fare numero e creare il caos dentro il quale agire. Provate a guardare quali sono gli striscioni dietro la porta di Buffon alle partite della Nazionale…provate a parlare con gli organizzatori delle trasferte, quelli di “Italia Nazione”, di “Orgoglio e tradizione”…
Febbraio 4th, 2007 alle 15:21
non mi piace quando fai il saccente e correggi la gente a scrivere pero’ mi piaci quando usi le parole di un grande per dare un po’ di coraggio a noi sportivi onesti.
Ci sono dei post terrificanti ma la gente chi pensa d’essere? ma soprattutto per chi combatte?ma cosa c’e’ di piu’ bello che godersi una partita con gli amici.ciuchi.
guetta insisti
Febbraio 4th, 2007 alle 15:28
Caro David (sottolineando che è sempre bello discutere con te visto con quale pacatezza riusciamo sempre a confrontarci, almeno parlo per me, credendo di non andare mai sopra le righe, spero tu concordi in questo),
il titolo del post è certamente importante perché fa capire il tuo idea sulla mancanza di “senso civile”, però ripeto, forse era meglio scegliere una fonte (non che Pasolini non sia di qualità) che non tirasse in ballo il concetto di “classi sociali” e “scontro tra ceti diversi”. Il mio appunto era solo questo.
Fa solo un po’ distogliere lo sguardo dal vero problema: la violenza gratuita e PRIVA DI SPIEGAZIONI LOGICHE che sembra essere presente in Italia (stadi in particolare).
Spero tu abbia capito il senso del mio intervento.
Attendo una tua risposta (se hai tempo, ovviamente).
RISPOSTA
Appunto raccolto e plausibile, ciao
David
Febbraio 4th, 2007 alle 15:54
P.S …eppoi non santifichiamo tutto quello che Pasolini diceva…infin dei conti dìse ne andava per favelas romane a farsi i borgatari.
Insomma si puo’ essere sommi poeti,grandi artisti,ma anche uomini piccoli e normali,con le nostre debolezze,Forse Pasolini dimenticava,che lo STATUTO DEI LAVORATORI ,nacque proprio in concomitanza con il movimento 68ino.
Febbraio 4th, 2007 alle 15:56
Bello… Bravo Guetta!
mi è piaciuta la citazione di Pasolini.
io mi ritengo una persona per bene, tifoso viola etc, ma non violento.
serve davvero un segnale forte,ora noi ci tiriamo fuori ma poteva accadere a noi, nella civile Firenze, ma se non fanno qualcosa di “impopolare” non cambia nulla.
credo che almeno fino alle fine dei campinati potrebbero far giocare tutte le gare a porte chiuse, in tutte le categorie in tutti gli stadi.
si puo parlare sempre di barricate, di polizziotti di incidenti e non voglio parlare dei costi provenienti dai danni che puntualmente ogni domenica acodono.
come si evitano i danni?
2 soluzioni:
1- si ferma il calcio (nessuno fa guerre per il tennis o il nuoto…)
2- si gioca solo a porte chiuse e nessuno in trasferta, almeno per un anno per vedere si si impara, anxi per vedere se imparano (ma la veggo buia…)
Ragazzi la vita di un uomo, come me come te, che lavorava! SERVE QUALCOSA DI FORTE UN SEGANLE VERO, MA TRA 6 MESI NON DEVE USCIRE UN ALTRA LEGGE PER LA SCARCERAZIONE SENNO SIAMO PUNTO E A CAPO O NO?
poi per qunto riguarda far fare i lavori sociali a questi teppisti e vandali chi ha il coraggio di dire ad uno di questi violenti: “scusa non va bene fallo da capo, o lavora piu sodo” questi ti metono le manni addosso o ti tirano una bomba carta anche a te!
insomma visto che la gente non cambia, va fatta cambiare con le dure.
oggi in Australia hanno dato la notizia, mi sono vergognato.
per quanto riguarda livorno ed i suoi abitanti io la vedo come te.
un abbraccio Nicolas
Ps: come fo ora 2 settimane senza la Viola?
dedichero’ piu tempo alla famiglia,,,,
Febbraio 4th, 2007 alle 17:37
Vorrei fare una riflessione laica, scevra dal momento emozionale; premesso che nessuno deve morire o restare ferito andando allo stadio e che sono d’accordo con la decisione della FIGC e del governo di bloccare i campionati mi chido ma xchè la polizia in Italia è così odiata? oggi su Repubblica c’è il racconto di uno dei due poliziotti attaccati dai laziali a Firenze e che racconta come dai balconi delle case venivano derisi mentre scappavano dalla deflagrazione della bomba carta! se è vero come è vero che i giovani ultrà (di questo si tratta) cercano +lo scontro cn la polizia che con i tifosi avversari bisogna chiderci perchè, cosa è succeso? Gianni Mura oggi dice che ci sono ultrà anche in divisa e che sarebbe bene che nn esistessero, ma forse c’è dell’altro… da una parte c’è stato il G8 che di certo non è stato neutro xmolte persone e d’altra parte nel corso delle trasferte (mi dicono io nn ne faccio) a volte la polizia manganella così tanto per alleggerire (in particolare a Roma) ma il punto resta perchè il nuovo nemica è la polizia più del tifoso avversario? Inoltre mi chiedo i minorenni violenti (anche in fiesole) sono figli della generazione del 77 forse ne hanno introiettato i sintomi di violenza di piazza? un saluto
Febbraio 4th, 2007 alle 18:22
altri tempi altri momenti storici,non capisco le relazioni fra pasolini e i tempi di oggi.
Mi sembra tanta confusione tanti paroloni detti a sproposito.Le cose mi sembrano molto semplici.Non vorremo mica attraverso il calcio cambiare l’uomo.Lo stadio non è altro che lo specchio dela società.Quindi la maggior parte è brava gente e se non vogliamo che il giocattolo si rompa(diffficile;se non si è rotto fino ad ora!)
bisogna difenderla da tutta questa schiuma.
Oggi mi è piaciuto Buffon.Forse saranno parole al vento ma se in campo i giocatori si comportassero un po’ lealmente sarebbe uno sport molto più bello che passerebbe valori positivi ai giovani,che hanno tanto bisogno di esempi(possibilmente positivi).
RISPOSTA
Io temo che tu non abbia letto con attenzione: quello che ha scritto Pasolini ed in generale quello che hanno scritto delle menti un po’ più acute delle nostre.
David
Febbraio 4th, 2007 alle 18:28
David ma se si gioca a porte chiuse gli abbonati in questo caso verranno rimborsati??
RISPOSTA
Mi sembrerebbe il minimo.
Ciao,
David
Febbraio 4th, 2007 alle 18:29
La cosa peggiore è che sarà una vita perduta senza nessuno scopo. Due settimane di blocco, una grida di manzoniana memoria da parte del governo e poi tutto come prima, fino al prossimo incidente. Non ci sarà una reazione come in Gran Bretagna, perchè se in un paese non si fanno rispettare TUTTE le leggi, dalla multa per la cartaccia in terra in su, ci sarà sempre qualcuno che le infrangerà, specialmente visto che l’unico mezzo che qua viene impiegato per risolvere i problemi della giustizia sono le leggi sugli indulti, sui patteggiamenti e le prescrizioni. E inoltre ormai il calcio è una zona franca dove tutto è permesso. Se non sbaglio anche su questo blog qualcuno aveva postato in risposta al tuo commento sull’assurda aggressione di firenze degli insulti ai tifosi livornesi, come se fossero una scusa.
Che tristezza. Solo l’ennesima morte stupida di un lavoratore durante il suo lavoro.
Se non altro, a differenza di quelle girnaliere di muratori, o cavatori, o altro, quando muore un agente anche i giornalisti si indignano (senza nessun riferimento a te David, sia chiaro).
Ci risentiremo tra due, o tre, o cinque anni, quando ci sarà l’indignazione per il prossimo morto. E nel frattempo i soliti imbonitori televisivi ci parleranno del calcio come dell’unica ragione di vita, a suon di supermoviole e C…te varie.
Febbraio 4th, 2007 alle 18:33
La citazione e’ bella e io la conosco molto bene, avendola letta all’ epoca, pero’ c’ e’ qualcosa che mi rode…..Mi manca la mia Fiorentina…..
Febbraio 4th, 2007 alle 19:11
Ho quaranta anni, ho moglie e figli, abito da sempre al Campo di Marte e sono cresciuto con la Fiorentina. Per me averla accanto, nonostante i disagi della domenica (niente parcheggio, sirene e elicottero sulla testa..) è più un onore che un problema. Ho letto il tuo libro Davide e mi sono sentito un po’ meno scemo (la condivisione da forza) nello scoprire che anche tu all’estero raccoglievi notizie di avanzi di Gazzette dagli aerei in arrivo dall’Italia (internet era ancora da venire): perché anch’io ho fatto lo stesso. Vado allo stadio quando capita e ho l’abbonamento con il digitale terrestre, se capita di fare qualcos’altro la domenica lo faccio e il calcio viene dopo. Insomma sono un tifo comune: fedele, non certo fanatico, ma che segue le cosa di casa Fiorentina con una certa attenzione anche se distaccata. Già prima che succedesse il patatrac (poi ci voleva il morto per accorgersene..) mi chiedevo come mai la distribuzione dei biglietti spettasse ai club dei tifosi organizzati: collettivo ed altri. Non avrebbe più senso che la distribuzione (momento topico perché è il momento in cui io signor nessuno devo identificarmi) la facessero terzi realmente organizzati? E perché il collegamento posto nominale-numerato e il suo reale utilizzo non è rispettato in ogni settore? Io, una volta al momento dell’acquisto ho chiesto se potevo scegliere il posto che andavo ad acquistare, ti lascio immaginare la risposta…. Inoltre se io vado a teatro o prendo un aereo e trovo il mio posto occupato mostrando il mio biglietto ottengo il mio posto e nessuno ha da obiettare. Perché negli stadi non è così? Voglio dire che prima ancora di pretendere che gli stadi siano rifatti, messi a norma ecc.ecc. Perché non iniziamo a fare NOI dello stadio un luogo dove anche le piccole leggi valgono? Io ho la sensazione che non sempre è così e anche noi quarantenni dalla vita normale e che mai useremo violenza, siamo sottilmente complici di tante piccole divergenze che accumulate offrono pretesto ad alcuni per debordare. Forse è giunto per me il momento di chiudere il mio rapporto personale con la Fiorentina perchè troppe cose, a tutti i livelli sono troppo faziose ed ambigue. Il senso del gioco (mi riferisco a quello stile Ciuffi in cui mi identifico)se n’è andato da tempo e temo possa non tornare più. Saluti
Febbraio 4th, 2007 alle 20:21
Grande David, un intervento veramente coraggioso…
Febbraio 4th, 2007 alle 20:33
E allora no. E allora m’incazzo. Mamma mia quanta ipocrisia in queste ultime 48 ore. Parole, parole, parole e parolai. Chi sa’ di cosa parla, chi parla perchè lo pagano. Chi si sdegna, chi s’indigna, chi vorrebbe chiudere gli stadi senza esserci mai entrato, chi vorrebbe chiudere le curve perchè tanto va in tribuna. Chi ritratta precedenti dichiarazioni, chi dichiara e chi delira. “Fermiamo il calcio!”. “Porte chiuse!!!”. Si, e allora tanto vale non giocare del tutto, che il sugo di una partita da 40.000 persone sono, guarda caso, le 40.000 anime paganti. Paganti, appunto. Perchè tutto poi nasce lì. Dal fatto che il circo gira sulla passione e sui quattrini. E allora m’indigna Bucchioni che ce l’ha con il tifoso del Bar Sport: proprio lui, un “addetto ai lavori”, che delusione il suo “j’accuse”, delusione momentanea salvo poi ricordarmi quanto non sia nuovo a tali estemporanee esternazioni. E’ tutto sbagliato, è tutto da rifare. Non sto citando, parlo del Calcio. Ma poi, sarà proprio proprio vero??? Oppure non tutto è marcio, ma semplicemente da 40 anni a questa parte è stato fatto pochissimo per arginare i fenomeni violenti? Vabbè, lasciamo stare, tanto un s’arriva a nulla. Bonanotte a tutti.
Febbraio 4th, 2007 alle 21:28
Ai poliziotti portiamo fiori, hai ragione David, però purtroppo anche tra le forze dell’ordine c’è qualcuno che il senso dello stato non cel’ha. A quel pensionato di bologna che urlò polizia andò malissimo perchè trovò quei poliziotti della “uno bianca” che del senso dello stato non ne avevano nemmeno una goccia, e quel pensionato finì ucciso. Scritto questo continuo ad aver fiducia delle istituzioni dello stato italiano. Ribadisco di vietare ai tifosi di andare in trasferta, e le società calcistiche dovrebbero essere le sole a vendere i biglietti sempre comunque nominativi. Sennò chiudiamo gli stadi e le partite si guardano alla tv nei bar,circoli oppure nelle proprie case.
Febbraio 4th, 2007 alle 21:44
Invece di leggere Pasolini, leggetevi “Viaggio al termine della notte” di Celine. Li’ troverete una descrizione lucida come non mai di cosa sono in realta’ gli esseri umani.
RISPOSTA
Una cosa non esclude l’altra, ciao
David
Febbraio 4th, 2007 alle 22:29
Beh quel frammento di Pasolini è importante e va collocato nel tempo ( contestualizzato). Il senso dello Stato, ma non è stato proprio Pasolini ad accusare lo Stato di Piazza Fontana etc….? E’ difficile ora sparare sentenze come non credo sia giusto far parlare Pasolini in un caso come questo, forse per assurdo potremo dire che stava dalal parte del sottoproletariato ultrs. ba chissa…. E’ diffiicle tremendamente difficile
Febbraio 4th, 2007 alle 23:06
QUELLO CHE PENSO DAVID
La soluzione è in mezzo a noi, nel denunciare chi ci sta accanto, nel non cantare frasi incivili solo perchè siamo lì, nel sentirci partecipi insieme dello stesso spettacolo, nell’applaudire l’avversario che ci batte meritatamente, nell’applaudire la nostra squadra che perde meritatamente.
E non è un problema di destra o sinistra, di su o giù…. Catania è in FIESOLE, nella Fossa dei Leoni, nella Curva sud…Catania è il nostro vicino allo stadio… ma noi possiamo cambiare posto.
RISPOSTA
Mi è piaciuto moltissimo quello che hai scritto, complimenti
David
Febbraio 4th, 2007 alle 23:46
Bravo ! molto pertinente il brano di Pasolini. Adesso la classe sociale “bassa” dei poliziotti, il braccio del nostro stato, deve affrontare quella infima, dei senza idee ( peggio che “senza ideali”, come continuate a ripetere voi opinionisti),alias dei senza cervello … che niente ha a che fare con il ceto, perchè vi si ritrova gente anche di estrazione diversa. Quello che si deve fare è allontanarla dal calcio, togliere loro qualsiasi ragione di aggregazione. Che passino il loro tempo a scambiarsi le canne o l’eroina, se è per questo che vogliono vivere.E allora sogno anni di partite a porte chiuse, la fine di qualsiasi forma di tifo organizzato, il ridimensionamento del giornalismo calcistico ( a favore di tanti altri sport ingiustamente dimenticati), enorme cassa di risonanza che ha un effetto deviante su queste fragili menti. In TV i risultati delle partite …. i commenti si fanno al bar,nelle case … dopo aver visto la partita sul divano, in famiglia. I risultati … e basta! per qualche anno ….anche stasera le solite trasmissioni TV con i piagnistei dei giornalisti-opinionisti che si vedono togliere il piatto fumante dal tavolo; perchè questa volta non sia come le altre e “the show must … change”. Sarà possibile? un appunto anche a te, David,ed a qualche caustico commentatore di questo blog, dopo aver letto il brano con la gente delle “periferie, contadine o urbane che siano” e “La madre incallita come un facchino, o tenera,per qualche malattia, come un uccellino”.
Spesso nelle risposte correggi/ete gli errori grammaticali : sai quanti ignoranti (o meglio, senza educazione scolastica) ci sono che meritano più rispetto di qualche laureato? Offendere (semplicemente per il fatto che fai, rarissimamente x fortuna, loro notare l’errore) queste persone è veramente una caduta di stile.
Con benevolenza
Febbraio 4th, 2007 alle 23:48
Caro David,
La citazione di Pasolini è appropriata: ci sono senz’altro delle similitudini con quanto succede ogni domenica intorno agli stadi…
Per non ripetere molti dei commenti fatti nelle ultime 48 ore, preferisco rispondere con un’altra poesia…
SANT’AGATA
Cronaca d’una festa mancata
Una folla senza età ,
rigonfia d’allegria,
riempie ogni strada.
Un brusio infinito
cresce in sottofondo
diventando assordante.
C’è chi grida.
C’è chi corre.
Chi nasconde sorrisi
dietro sciarpe colorate.
Fa freddo stasera!
Colpi fragorosi
incrinano l’aria umida.
Gli occhi di tanti
s’alzano verso il cielo
aspettando il bagliore
d’un fuoco d’artificio.
Fumo acre e denso
sale lentamente
come vapore d’incenso.
In molti cercano la Santa.
âArriva! Arriva! Eccola!â?
D’un tratto,
tutta la gente scompare.
Un uomo
con la divisa
rimane per terra.
E’ un giovane.
Un marito.
Un padre.
Altro sangue sprecato,
gettato, buttato via…
Ma per che cosa?
Febbraio 4th, 2007 alle 23:51
Ciao David…e complimenti per la scelta e per il coraggio di pubblicarla. Piccolo gesto che non servirà a niente..ma forse…ci farebbe fermare a pensare per qualche istante: perchè non un pomeriggio senza pentasport in segno di lutto ed un giorno di “blog” completamente bianco? lo so che ti porterebbero danni economici e spiegazioni con gli sponsor…ma visto il tuo grande numero di ascoltatori…sarebbe un segnale veramente forte!
RISPOSTA
Mi hai fatto riflettere con la tua proposta, ma sinceramente mi manca la spinta decisiva perché ho come la sensazione/nausea di esserci già passato da queste cose.
Certamente quelli dei prossimi giorni saranno Pentasport diversi, ciao
David
Febbraio 5th, 2007 alle 00:03
Apprezzo la tua buona volontà, ma penso che Pasolini, del quale apprezzo i film, nel corso dei suoi anni abbia perso lucidità e quando apriva bocca tirava degli sfondoni non da poco.
Se ci fai caso basta sostituire la parola poliziotto con mafioso e il discorso calza lo stesso alla perfezione.
RISPOSTA
Eh no, non è la stessa cosa.
Qui bisogna RIcominciare a distinguere tra chi sta dalla parte giusta e chi da quella sbagliata, altrimenti tutto diventa un gigantesco blob in cui si rischia di annegare.
Ciao,
David
Febbraio 5th, 2007 alle 02:22
Grazie David per la menzione piena di ragioni e verità a Pasolini. Ci vorrebbe proprio lui oggi per dipingere la nostra società coi colori del vero.
Febbraio 5th, 2007 alle 11:51
Derby Roma Lazio, 3 o 4 personaggi entrano in campoe dicono ai giocatori che la partita non puo’ continuare perché è morto un bambino durante scontri fuori dallo stadio… dicono che la notizia è sicura, hanno parlato con i genitori della vittima. Serra annuncia che non è successo niente, ma questi insistono. L’arbitro si consulta telefonicamente con Galliani e decidono che è meglio fermare tutto. Questi capi tifosi vengono successivamente fermati e processati. Giorni dopo gli stessi vengono intervistati sul Tg nazionale mentre guardano la partita in Tv (come pena non possono andare allo stadio) e passano quasi come eroi. L’impunita’ l’ha sempre fatta da padrone, in culo alla gente per bene
Febbraio 5th, 2007 alle 12:26
eh si bravo david, niente da dire
grazie per averci fatto rammentare con parole alte avvenimenti bassi.
sono un poco amareggiato e sfiduciato e davvero un altro ideale si appanna.
quanta intolleranza per l’essere umano.
Febbraio 5th, 2007 alle 16:55
X Chiara,
se sei la stessa Chiara con cui qualche giorno orsono dibattevo su caratteristiche e comportamenti maschili e femminili, la categoria dei “Pallosi fregatori corrotti poco onesti” è rappresentata anche dal sottoscritto e, tranne il corrotto, in questi giorni mi sento un po’ quello che, talvolta sbagliando, gli altri vedono in noi. A volte, in qualche convalida o in qualche difesa penale, mi è capitato di usare cavilli, mezzi giuridici e altro per evitare condanne dure a gente che combinava disordini allo stadio…da tre giorni ci penso, cerco di giustificarmi dicendo a me stesso che fa parte del lavoro che tanto mi piace e ho scelto… ma faccio una gran fatica…tanta fatica…tantissima fatica. Certo, l’opportunità mi veniva data dalla perfettibilità di alcune disposizioni o norme, ma che cosa non è perfettibile?
E’ vero che si usassero alcune norme in vigore in altri paesi, si correrebbe il rischio di violare principi costituzionalmente garantiti (il decreto Pisanu, in parte, fu inadottabile per questo) ma è altresì vero che se si contemperano i vari principi, alcuni possono soccombere in nome dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini. Ho ascoltato tre giorni di dibattiti inutili, tranne l’articolo di Mario Sconcerti sul Corriere di sabato che ho apprezzato tantissimo, vogliamo dirlo o no che l’unica cosa da fare è abolire il tifo organizzato? son convinto che quei facinorosi, se si trovassero singolarmente contro un qualsiasi agente, non avrebbero il coraggio di fare ciò che fanno. Certo, mi dispiacerbbe non ammirare più le coreografie in occasione degli incontri di cartello ma, credetemi, ne guadagneremmo in sicurezza…
Ps: Basta con questa buffonata degli stadi vecchi e obsoleti, è solo una scusa per prendere fondi dalo stato in previsione degli Europei 2012. Lo stadio potrà essere anche vecchio ma, se sono una persona a modo, evito di comportarmi come un animale…
Alessio