Formidabili quegli anni
“Sarà per avere quindici anni in meno o avere tutto per possibilità”, cantava il sommo Guccini nel 1978.
Ora gli anni in meno sarebbero trenta, ma è identica la sensazione, quella che tutto fosse possibile.
Perfino vincere il Mondiale.
Perfino vincere lo scudetto.
Con la morte di Bearzot, i campioni del mondo del 1982 hanno fatto un bel passo avanti nel vissuto italiano, ma non hanno ancora raggiunto i “messicani”.
Non so se è solo una mia sensazione, ma è come se esistesse un legame più forte con l’Italia che ha perso la finale nel 1970 piuttosto che con quella magnifica squadra che ha vinto (e molto bene, tra l’altro) nel 1982.
Ma forse è un sentimento mio, legato al mito che da bambino sentivo per i campioni del tempo, mentre dodici anni più tardi già era una cosa diversa, anche se non certo professionale e molto meno divertente come oggi.
Ha avuto una bella vita Enzo Bearzot, perché ad un certo punto contano più i moti del cuore del potere o del prestigio e lui era circondato dall’affetto vero dei pochi a cui teneva.
E se ripenso a quei giorni in cui “tutto è ancora intero”, sento oltre che un’implacabile nostalgia la sensazione di come potessimo tranquillamente “perdere il tempo”.
Eravamo lenti nel nostro agire, senza internet, telefonini e l’ansia che ci divora quotidianamente.
Cazzeggiavamo tanto e inseguivamo i nostri sogni e i nostri ormoni senza però fare drammi se qualche volta (soprattutto i sogni) non riuscivamo ad afferrarli.
E Antognoni che non giocava la finalissima contro la Germania era una notizia che ci faceva davvero male: eravamo bischeri?
Dicembre 22nd, 2010 alle 08:57
E’ la bellezza del “si stava meglio quando si stava peggio”.
Vale per tutte le generazioni.
Io penso le stesse cose del mundial 82 paragonato a quello del 2006.
Uno rappresenta la gioia innocente di un bambino, l’altro un simbolo dei tempi moderni.
Tra 15 anni, su questo blog, ci sarà qualcuno che ricorderà con nostalgia la notte berlinese.
Oggi i telefonini, ieri il giradischi, l’altro ieri la radio….
E per chi cresce (invecchia) resta un ricordo molto più dolce di quanto fosse, in verità, la realtà.
Dicembre 22nd, 2010 alle 09:11
No, non eravate più bischeri. Eravate più felici. Avevate speranze e aspettative per il futuro. Adesso non si può avere sogni, non è concesso da questa maledetta società. Nessuna prospettiva, solo buio pesto.
Dicembre 22nd, 2010 alle 09:30
Bei tempi, che non ho vissuto. Che invidia.
Dicembre 22nd, 2010 alle 09:33
Caro David, quello era un altro mondo ed un altro calcio !!
Era tutto meno esasperato e po’ tutti avevamo anche il tempo per “cazzeggiare” !!
Non c’erano internet, cellulari e molte altre cose, ma i sogni e le speranze erano ancora intatte !!
Ierisera ho rivisto la partita Brasile-Italia , con la tripletta di Rossi e le geometrie del grande “Antonio”, e mi ha impressionato il ritmo ed il fisico dei calciatori : sembrava giocassero al rallentatore, senza pressing, senza raddoppi di marcatura ed i brasiliani pareva ballassero la samba : grandissima tecnica, ma ad una velocità, che anche Bolatti avrebbe fatto una grandissima figura !!
Poi le gambe : sembravano tutti dei Robbiati,con zampette esili e filiformi, lontani mille chilomeri dai fisici iper-palestrati ( e forse anche un po’ “anabolizzati”) dei giocatori attuali.
Dicembre 22nd, 2010 alle 09:47
Hai colto nel segno: la chiave è la lentezza.
La società attuale è frenetica, galoppante, travolgente; quella degli anni ’70 e ’80 era lenta.
Oggi si mandano le mail, prima si scrivevano le lettere di pugno.
Oggi ci sono i social network, prima ci si trovava al circolino.
La differenza tra la qualità di società così tanto diverse sta nei rapporti umani.
Internet sarà anche una finestra sul mondo, ma ci ha reso più egoisti, più freddi, più sterili.
Internet è la più grande discarica che l’uomo abbia creato.
L’Uomo non è fatto per comunicare elettronicamente perché ha un corpo che parla, concreto, con una luce negli occhi che non tradisce mai, una luce che non si riproduce e mai si riprodurrà.
Anche questo blog per me è una violenza, perché vorrei conoscervi tutti, perché sento che non dò di me l’immagine giusta.
Col mio più caro amico non ci mandiamo mail, sms, non usiamo Facebook né ci telefoniamo, se non per fissare una cena; allora prepariamo insieme un tegame di stoccafisso alla livornese, apriamo un paio di bottiglie di vino e in quella manciata di ore ci diciamo tutto quello che ci passa per la testa.
L’amicizia, nel vero senso del termine, oggi non la vedo più. Gli amici veri sono pochissimi, non i 785 che hai su Facebook.
Gli anni ’70 e ’80 erano anni più umani, di solidarietà, con più valori, anni dove la parola aveva un peso così come una stretta di mano. Di conseguenza anche la società era più a dimensione umana, e il dolore o una gioia erano la pena o l’entusiasmo di tutti.
Ecco che la finale del 1970 e la vittoria del 1982 non saranno mai equiparate.
Nello specifico però va sottolineato che il Brasile di Mexico ’70 è stata la squadra più bella che abbia mai calcato un campo di calcio; l’Italia del 1982 era concreta e spietata, ma vinse un mondiale di qualità media.
Se rinasco voglio vivere cent’anni fa!
Dicembre 22nd, 2010 alle 09:51
vero è il discorso di nippo sul “si stava meglio quando si stava peggio”, però non credo si possa fare un paragone tra il mondiale vinto nell’82 e quello del 2006. nell’82 era una nazionale simpatica e non solo perchè ci giocava antonio. io ricordo di aver fatto un tifo sfegatato per quella squadra composta da tanti juventini. quella squadra vinceva le partite con degli squadroni come l’argentina e soprattutto il brasile. a leggere la formazione del brasile vengono i brividi anche oggi, eppure l’italia riuscì a fare il miracolo.. unica nota stonata, manco a dirlo il gol buonissimo annullato all’immenso antonio. nel 2006 io ho fatto lo stesso tifo ma per la francia e a turno per tutti quelli che giocavano contro all’italia. io non ho festeggiato ma mi sono chiuso in casa incazzato come se avesse perso la fiorentina. era la nazionale di calciopoli, del nostro processo farsa, di guido rossi, di lippi. ma volete mettere con quella dell’82? e poi il grande bearzot: a quei tempi si arrivava alla nazionale passando per l’under 21. mi è sempre piaciuto bearzot anche perchè faceva giocare antonio contro il parere della stampa del nord che avrebbe voluto beccalossi. ma enzo, testardo come un mulo non ha mai ceduto incurante delle critiche e poi si è preso le sue belle soddisfazioni, perchè il mondiale dell’82 è stato figlio di quello del 78 dove l’italia giocò veramente alla grande. che dire…quando muore una persona così, se ne va un pezzo della nostra vita. ogni parola sa di retorica..c’è solo un emorme dispiacere. concludo invitando i tifosi viola a seguire il consiglio (anzi..l’ordine) che dava bearzot ai suoi giocatori durante i mondiali, noi dovremmo farlo durante il calciomercato: non leggere i giornali e attenersi solo a quello che succede realmente..se lo seguissimo sarebbe un gran bene visto che c’è gente che si fa il sangue amaro leggendo le invenzioni dei giornalisti.diamo retta anche noi a enzo, era un uomo molto saggio.
Dicembre 22nd, 2010 alle 10:16
Ieri appresa la notizia ho postato sul mio profilo facebook un video di Bearzot, con questo commento “L’ultima nazionale che mi ha fatto emozionare, ciao Enzo”.
Avevo due anni nel ’70 e quelle partite, più che per gli spezzoni visti in tv negli anni successivi, le conosco per i racconti appassionati che ne faceva mio babbo.
Ma il mondiale dell’82 con Giancarlo e Ciccio in campo è stato davvero il mio mondiale, e fu veramente una pugnalata non vedere Antonio in campo nella finale…..
Le nazionali successive…… bah, lasciamo perdere….
Dicembre 22nd, 2010 alle 10:18
Sara’che sono un romantico e un passionale,e forse un po’ bischero,ma quando rivedo la foto dello scopone sull’aereo,mi vengono i bordoni.
Per me e’l’immagine di un’Italia genuina e onesta,un’immagine semplice ma piena di emozione per me.
Avevo solo otto anni,ma Pertini e Bearzot rimangono degli eroi,con dei valori umani da cui dovremmo ripartire,per vivere più umanamente i rapporti con le persone.
Buone feste a tutti
Dicembre 22nd, 2010 alle 10:24
Daviddino, ma allora tu ci vuoi male !
Perchè tu apri sempre quella vecchia scatola di latta che una volta conteneva i biscotti della nonna e adesso invece racchiude le più belle foto della nostra gioventù.
Gettiamola via quella scatola ; essa ci tiene prigionieri, ci incanta con i suoi odori, i suoi fumi magici, ed ogni volta il risveglio è sempre più atroce.
Messico 70….la mia maestra, le ricerche fatte sull’enciclopedia Conoscere , quella che ha insegnato un pò di cultura a tutti noi ragazzini di quegli anni,la mia infallibile cerbottana, i fiori rosa fiori di pesco, e quello Schnellinger, e il nostro Picchio, una mattinata trascorsa incantato davanti ad una Lamborghini Miura , un giorno ne comprero’ una pensai sicuro… certo, come no.
Spagna 82…. l’attenzione massima era tutta riversata in una sola necessità;
che nello sportellino portadocumenti della macchina ci fosse sempre una scatola di Settebello Hatù.
La fichite è una brutta malattia,specialmente quando si associa alla culite e alla pipite, detta anche pompite, o bocchinite.
Ma s’era malati in tanti , tra i miei amici ; tutti , mi par di ricordare.
Che gente s’era !
Mi scappa da ridere.
Oggi ai ragazzi gli vengono altre malattie.
In questi giorni poi c’è una nuova epidemia … la spranghite ferrosa.
E ancor di più mi scappava da ridere al neo nato precesso di Biscardi, con la Marina Morgan (ve la ricordate ?) che sputava veleno e bile sui giocatori e su Bearzot , pareva quella dell’esorcista quando sbrodola e gira i’capino di 360 gradi.
Siamo buffi in Italia.
Se non si facesse piangere si farebbe quasi ridere.
Sul cazzeggio
Voi vu scherzate, ma il cazzeggio è una cosa seria.
Col cazzeggio nascono i migliori pensieri e le migliori concezioni filosofiche.
Dovremmo tutti tornare a cazzeggiare di più.
Per esempio, l’altro giorno un amico del blog lamentò che alcuni qui dentro,io per primo, pur oramai in età matura siamo inclini al cincischio, alla commiserevole reciproca autoironia , e vergognosamente malati di supercazzole prematurate.
Tutto grasso che cola, amico, e te lo dice uno che, sia di grasso , sia di supercazzole se ne intende.
Ma lo sapete quando si supercazzola ?
Quando ci si accorge che i sogni dei nostri 18 anni non si avverano più, e guardandoci allo specchio ci accorgiamo che nelle nostre palle degli occhi quella luce si è smorzata, abbacinata da troppe delusioni, e da troppi compromessi.
Il peso della vita, il peso del vivere, anzi, del campare che rende meglio l’idea.
Per questo, ogni volta apro la scatola della nonna con tutti quei ricordi, poi
volgo lo sguardo e mi intristisco.
Mi curero’ con una nuova boiata, e con una nuova fluidificante supercazzola che di certo funziona meglio assai del Coumadin.
E allora che vi esorto amici, non ci intristiamo abbiamo ancora una chance.
Che alla resa dei conti siano più le risate delle lacrime.
Su Giancarlo.
Le parole le ho finite.
Mi riman solo questo concetto.
Ogni volta che lo vedo e gli scopro nel volto una rughettina in più, ecco, son contento d’aver vissuto nel suo tempo.
Immonda Bestia
Dicembre 22nd, 2010 alle 10:40
X Ernesto Gasperini (post n. 5)- Andiamoci piano con il mitizzare il passato !!
Non è affatto vero che gl “anni ‘70 e ‘80 erano anni più umani, di solidarietà, con più valori” .
Vorrei ricordare agli immemori che quelli furrono gli anni della strategia della tensione, del sequestro Moro, della strage di Bologna, Dell’Italicus, di Piazza Fontana : era l’Italia dei misteri mai chiariti, della repressione dei movimenti progerssisti, dell’inizio della degenerazione culturale ed antropologca della nostra società !!
Certo eravano tutti molto più giovani e la realtà la vedevamo con occhi diversi, senza ancora aver subito cocenti disillusioni ed il crollo di molte speranze !!
Dicembre 22nd, 2010 alle 10:50
Ricordo quell’11 luglio 1982 in ogni sua sfaccettatura…
E chi se lo dimentica più?
S'”eramo” una ventina in casa di un amico a Coverciano e io giovane Antigufo, c’avevo poco più di 18 anni e s’aveva un’allegria e una voglia di cazzeggiare in corpo, che si sarebbe scalato perfino le montagne e gli scogli a mani e piedi ignudi.
Ricordo che nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo, ebbi anche il modo di “imboscarmi” in una camera con una pischellotta carina, che l’era tutto i’ primo tempo che la mi stuzzicava con frasine a “effetto”… ricordo che di ritorno dal nostro “carpe diem” ormonale, si guardò tutto il secondo tempo abbracciati (e a quei tempi signori un abbraccio era un ABBRACCIO), ognuno perso nelle proprie strade… lei sulla mia spalla e io nel profumo dei suoi lunghi capelli castani, “abbacinato” dalla di lei presenza e dalla partita di quella grandissima Nazionale.
Ricordo il PRESIDENTE SANDRO PERTINI (il miglior PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA mai visto da quando sono in vita) in piedi con i pugni alzati che si volge verso Juan Carlos, facendogli “nonnò” col ditino, con un sorriso radioso come solo i “bambini” della sua età sanno fare e con un labiale inequivocabile, quando dice pochi istanti dopo “non ci riprendono più”…
Ed ecco che automaticamente ricollego l’immagine di Sandro Pertini a quella di Enzo Bearzot in quell’emblematica partita a carte in aereo, di ritorno dal trionfo spagnolo, insieme a Zoff e Causio e la Coppa Rimet (mi piace ancora chiamarla così) ancora “calda” di vittoria, in primo piano sul tavolo.
Due persone che si somigliavano molto Sandro ed Enzo… due persone con la P maiuscola che facevano della semplicità, della dedizione e dell’amore per ciò in cui credevano, il motivo principale della loro stessa esistenza, non tralasciando la loro “scorza dura” e la loro fortissima personalità.
Ecco Enzo, io ti ricorderò sempre così, come desideravi essere ricordato: UNA PERSONA PERBENE per sempre “printata” nel mio cuore e nella mia mente in quel piccolo ritaglio di tempo bloccato all’infinito, dove i tuoi calciatori, il gruppo di uomini veri che tu avevi creato, coloro che in molti ti hanno definito IL LORO SECONDO PADRE, ti sollevano in trionfo, lassù sopra a tutti loro, come sopra a tutti noi sei adesso, insieme alla coppa del mondo e dove per un attimo la tua fedele pipa, scompare alla vista di tutti coloro che in Italia e all’estero, hanno vissuto con te quel “battito di ciglia” di infinita, enorme gioia sportiva…
CIAO ENZO. GRAZIE DI ESSERCI STATO. ORGOGLIOSO DI AVER FATTO LA TUA CONOSCENZA SPORTIVA E DI UOMO SEMPLICE E PERBENE.
Buon viaggio…
Con te, se ne “parte” un’altra enorme fetta di un calcio che ormai non esiste più se non nei nostri più vividi ricordi.
By L’Antigufo
Dicembre 22nd, 2010 alle 10:51
Estate 82 ricordo tutto di quei giorni, di quella notte che non finiva mai (a letto dopo mezzanotte…… quando mai), della felicità di chi non c’è più. E pochi mesi prima quella orribile domenica di maggio, la fine di un sogno che forse non vivremo mai più!
Dicembre 22nd, 2010 alle 10:55
5 Gasperini e 9 Immonda.
Vi abbraccerei tutti e due!
Salvo che per il desiderio di vivere 100 anni fa.
Non vorrei proprio passare quelle due guerre, e nemmeno vederle alla finestra.
Per questo scelgo di rimanere qui. Spero che i nostri capoccia non me ne facciano pentire, perché sono sulla strada giusta.
Dicembre 22nd, 2010 alle 10:57
Ernesto sei sicuro che vuoi rinascere cent’anni fa ?
C’erano la fame, la guerra, gli operai erano concime ,c’erano le svastiche, con un pò di tosse si rischiava di morire,si stava peggio , senza stare meglio per altre cose.
Si, si andava a letto senza dare quattro mandate al portone di casa, si intuffava il pennino nel calamaio invece di questi troiai di tastiere, ma poi ?
Scambieresti le tragedie storiche del 900 e la miseria del vivere quotidiano di allora per fuggire dalle nuove aberrazioni umane ?
Io sono un debole, non ce la farei.
Mi bevo questo amaro calice di progresso, anche se porta al regresso.
Perchè ha ragione Nippo,alla fine anche questa nostra epoca verrà rimpianta dalle future generazioni , che nel 2050 diranno….” che tempi quelli! come si stava bene nel 2010, mica come adesso!”
Ciao mio doctor.
Immondo
Dicembre 22nd, 2010 alle 11:05
“Eravamo bischeri?”
No, David, eravamo più umani e meno distratti da tecnologia, nani e ballerine. E i miei sentimenti per l’Italia ’82, te lo posso assicurare, sono molto vicini ai tuoi sentimenti da bambino per l’Italia del’70. Per me il 1982 rappresenta la felicità e la spensieratezza, l’estate dai nonni, tutte le partite dell’Italia Mundial (ma anche la drammatica semifinale Germania Ovest-Francia), Antognoni a cui annullano un gol buono contro un Brasile tra i più spettacolari di sempre. Nonostante ci fossero molti juventini in squadra e ci avessero appena scippato lo scudetto, per me Zoff, Gentile, Cabrini…è comunque la formazione della Nazionale che più mi ha emozionato, anche grazie ad un signore con la pipa che stava in panchina (e a un presidente partigiano in tribuna). Saluti dai meno 19 gradi con vento gelido (tanto per gradire) di Oslo.
Dicembre 22nd, 2010 alle 11:07
Antonello, Antigufo, Ernesto…..avete detto tutto voi…a me non rimane che condividere !
Dicembre 22nd, 2010 alle 11:11
Siete bischeri se pensate che eravate bischeri.
Onore al VECIO e al bel calcio che fu.
Magari lo fosse aancora
Dicembre 22nd, 2010 alle 11:29
Io di quel mondiale fantastico ricordo benissimo i miei tre pianti per Antognoni
1)quando gli annullano il gol validissimo del 4-2 al Brasile
2)quando in semifinale si fa male ed esce, e si capiva benissimo che in finale non avrebbe giocato
3)nel tripudio generale dei giocatori che fanno il giro di campo con la coppa si vede in un’inquadratura di cinque secondi Antognoni che zoppica e non puo’ correre con tutti gli altri.
La morte di Bearzot mi ci ha fatto ritornare col pensiero subito a quei giorni, ora sara’ in cielo con Pertini a finire quella famosa partita a scopone.
Mi viene una nostalgia allucinante se ripenso a quei giorni, nonostante a Firenze si venisse da uno scudetto rubato clamorosamente
Dicembre 22nd, 2010 alle 11:32
Come si stava bene soprattutto negli anni ’80 in generale… quando la DC e il PSI stavano lavorando sotto banco per portare un intera nazione alla rovina e stavano (soprattutto il PSI) creando i presupposti per le nefandezze future.
Come era bella la spensieratezza di quei tempi…
“vorrei che i cittadini ritrovassero la capacità di indignarsi” dice oggi D’Alema…peccato che Di Pietro lo stia dicendo da 15 anni.
E’ proprio antipatica questa Cassandra che non azzecca manco un congiuntivo vero?!?
Marco CECINA
Dicembre 22nd, 2010 alle 11:39
W IL CAZZEGGIO, W “LA LUCE”, W LA FICA W LA COSTITUZIONE !
Dicembre 22nd, 2010 alle 11:40
Buongiorno a tutti,
eravamo giovani, felici e ci accontentavamo di meno.
Forse ai giovani d’oggi manca proprio questo, divertirsi anche con niente.
Senti quando ti vengono questi pensieri tinteli per te, perchè se li scrivi io li leggo e mi vengono i lucciconi, bei tempi.
A presto, buona giornata a tutti
Bruno
Dicembre 22nd, 2010 alle 11:45
Chissà se lassù giocano a scopa, magari discutendo su una mano giocata male?
Erano bei tempi perchè eravamo giovani e con tanta voglia di fare. Non perchè fossimo ricchi. Non avevamo molto, se non la speranza e la fantasia. Ma avevamo tanto più dei nostri genitori che avevano sofferto veramente la fame.
E non pensate che non ci fossero difficoltà. E che tutto fosse facile. Il mio babbo e la mi mamma hanno tirato sù tre figli lottando ogni giorno e facendo della rinuncia una filosofia di vita per darci una prospettiva, un’istruzione.
Ecco, il mio augurio alla nuove generazioni, ai ragazzi d’oggi di non mollare. Di non cadere nel conformismo individualista. Di lottare, nei termini appropriati, per un mondo meno chiuso. Perchè questo sarà il vostro mondo.
Se noi abbiamo l’esperienza voi avete la forza. Avete l’età dalla parte vostra. Accettate la sfida magari con qualche sacrificio e con qualche sconfitta che vi rinforzerà, ma lottate contro le regole che vi paiono ingiuste, lasciando da parte i miti individualistici che nascono e muoiono senza lasciare traccia duratura
Se è vero che un giovane ha da imparare da un adulto (lo chiamo così per non deprimermi), è anche vero che l’adulto deve ascoltare e capire il giovane, e non disdegnare il confronto.
Dicembre 22nd, 2010 alle 11:48
Mannaggia a voi……. e chi se li scorda quegli anni?
Le olimpiadi ’80 a Mosca e ’84 a LA con il boicottaggio prima dell’USA e poi del’URSS, il 16 Maggio a Cagliari ed il ritorno a Firenze in nave (…sigh…), la prima radiocronaca di Guetta (mi pare ad Udine, vero David?), le partite della nazionale viste con la foto di Antonio sul tavolo a mò di santino, il Brit-Pop inglese, la 127 verde presa di nascosto per andare beccare…, i telefoni a gettoni, e poi e poi….. la chiudo qui.
Erano tempi diversi, non migliori nè peggiori. Solo diversi
Dicembre 22nd, 2010 alle 11:59
@MaxVinella, post 10:
Cosa c’entra il terrorismo coi rapporti umani?
Il crollo delle speranze fa parte della vita. Leopardi docet.
@Immonda Bestia e @Pico:
Attenzione!
Io ho detto che avrei voluto vivere cent’anni fa, non nascere…
Vivere la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, fino allo scoppio della Grande Guerra, con la “Belle Epoque” a modello di un periodo storico ricco di fantasia, iniziativa e creatività sia culturale che artistica!
Dicembre 22nd, 2010 alle 12:13
No, caro David, eravamo,soltanto, PIU’ VERI…..
Dicembre 22nd, 2010 alle 12:21
Facevo la stessa riflessione ieri sera mentre riguardavo, affascinato, il famoso Italia-Brasile (3 a 2, con tripletta di Rossi) che ci condusse alle semifinali. L’ho vissuto con la stessa sofferenza di allora e mi sono accorto di quanto tutto sia cambiato. Di quanto tutto fosse meno esasperato. Pur essendo stato il finale fatto di minuti concitati non ho assistito, ne da una parte ne dall’altra, a gesti esasperati, sceneggiate gratuite. Ho visto invece azioni di gioco che mi sono sembrate irripetibili: una fuga di Antonio sulla fascia, un serie di dribbing in disimpegno di Marini, l’eleganza di Scirea, le volate di Cabrini, una parata strepitosa di Zoff. Giocate sopraffine di Falcao, eleganti stop di Junior, caracollate irrefrenabili di Cerezo, missili terra-aria di Eder.
Al termine di un’azione di contropiede magistrale (oggi si chiamano ripartenze) Antonio segnò il 4 a 2, a pochi minuti dalla fine, che ci avrebbe risparmiato diversi minuti di adrenalina. Il gol fu annullato per un fuorigioco, rivelatosi poi inesistente. Il grande Martellini (che telecronaca !) lo fece semplicemente notare come un fatto accaduto e non come una vessazione. Non ci furono centinaia di replay da tutte le angolazioni ne dibattiti sui centimetri. Noi, che avremmo pagato di tasca nostra per un gol di Antonio ci rimanemmo male, malissimo, ma non ne facemmo un dramma.
E improvvisamente tutto mi sembrava più bello, più godibile, più SERENAMENTE godibile. E ho pensato alle nostre discussioni, quanto siano oggi diversi e inutili i nostri stupidi livori tra “checche isteriche” e “lecca valle”. Probabilmente sarà che invecchio quando, come ha detto qualcuno, si comincia a rimpiangere i tempi che furono, reputandoli migliori del presente, così come farà qualcuno tra 60 anni.
Sarà certamente così, forse perchè vecchi film in bianco e nero, le partite degli anni 60, 70, 80, le canzoni dei Beatles e dei Rolling Stones, dei Giganti e dell’Equipe 84, Natali sereni fatti di piccoli regali e grandi mangiate, sono per me il ricordo di anni sereni, spensierati, con tutte le persone care vicino e il futuro davanti agli occhi.
Oggi i gruppi vocali mi sembrano tutti uguali, indecifrabili, che cantano serie di canzoni stereotipate, le partite di calcio non sono più semplice divertimento, dove si vince e si perde, ma battaglie da vincere ad ogni costo e le sconfitte vissute male, con risentimenti e livori, e ricerche di responsabilità ad ogni costo che ti arrovellano per settimane intere, dibattendo su acquisti sbagliati e rigori non dati, fuorigioco millimetrici e gol fantasma. Il Natale non più l’attesa di una festa, ma una rincorsa spasmodica all’ultimo regalo, che spesso crea discussioni e malumori in famiglia, arrivando quasi a “maledirlo”. E il menu deve essere quasi concordato col dottore, calibrando carboidrati e proteine. Mezza fetta di cotechino in cambio di una di pane.
Sarà forse perché non ho più vicino tante persone care, alcune se ne stanno andando e il futuro è passato dietro le spalle, quasi senza accorgertene. Senti che non puoi riprendertelo e non sai quanto sia quello che hai ancora davanti. Si comincia a fare i conti, pensi che da quei giorni sono passati più di 30 anni, e ti sembra ieri, e un po’ ti preoccupa perchè quel Bearzot, che ti regalò una notte irripetibile, che allora chiamavi “vecio”, era più giovane di quanto tu lo sia oggi.
MARIO T.
Dicembre 22nd, 2010 alle 12:23
Di Bearzot mi piaceva il rigore dell’ onesto che non si piega ai poteri mediatici e che non cerca il consenso popolare con scelte compiacenti.Impose a tutti Giancarlo Antognoni perchè, con obbiettività, lo riteneva il fuoriclasse che era.Così fece con Paolo Rossi e fu ricompensato.Dopo la fine della sua esperienza in federazione non è mai andato in giro a monetizzare i suoi successi ed anche questo ha contribuito a creare il bel personaggio che è stato.
Cambiando argomento,non sono immune alla nostalgia e mi mancano:
-le settimane passate a pontificare al liceo vestito da autonomo ed i sabati pomeriggio all’Elefante con Camperos,Levi’s e piumino Ciesse.
-la nonna che mi buttava via Lotta Continua prima che lo potessi leggare, perchè temeva che i carabinieri mi arrestassero
-la partita alle 14.30 e cinemino dopo
-uscire la sera e non trovare nessuno perchè erano andati via tutti e non sapevi dove (e ti rendevi conto di quanto erano importanti gli amici)
-il ciao e la vespa px (costati due promozioni a scuola del tutto insperate e mesi d’attesa alla Sabra)
– le compagnie e le dediche alla radio del Giga
– arrivare a scuola e scoprire che c’è assemblea proprio nelle ore in cui non sapevi una lippa e t’avrebbero di sicuro interrogato
– sapere che piaci alla tizia che fino a due ora prima ti faceva vomitare,e scoprirsi a pensare che in fondo è simpatica
–
Dicembre 22nd, 2010 alle 12:40
bello il post di antigufo, molto commovente, ma anche negli altri ritrovo le sensazioni che noi di questa generazione abbiamo vissuto in quei tempi. bearzot e pertini erano certamente grandi, però sono d’accordo con chi dice che il tempo cancella i ricordi negativi. non è vero che il mondo era molto migliore, lo era per noi che all’epoca avevamo 20 anni, ma era un mondo di m…a come ora. c’erano stragi, le brigate rosse, il mostro di firenze imperversava, i nani e le ballerine c’erano anche allora e in italia ci saranno sempre. il lavoro si trovava difficilmente , la lira era debolissima e l’italia andava male anche a quei tempi. per le donne era anche piu difficile per la mancanza degli ama, facebook e tutti quegli aggeggi di comunicazione che facilitano la vita ai ragazzi di oggi a cui sia detto una volta per tutte, piace divertirsi e piace la f..a come piaceva a noi. vivono in un mondo diverso dal nostro ma non è detto che il loro sia peggiore. lo diciamo noi, perchè in fondo in fondo un pochino ci rode non essere più dei ragazzotti e li invidiamo. e per rispondere a chi avrebbe voluto vivere cent’anni fa: il mi nonno era del 1890, s’è fatto circa 8 anni di militare in guerra dove è stato anche ferito ad una gamba. la sua generazione ha patito una discreta fame e lui ha visto sparire due fratellini piccoli per malattie che oggi sarebbero cazzate. io non so cosa vuol dire avere fame o avere freddo, ho solo sentito un po di appetito, e il termosifone in casa ce l’ho sempre avuto. io vorrei ma vivere tra cent’anni, cosi insieme a tutti gli agi del progresso tecnologico e della medicina, forse mi potrei godere anche qualche scudetto viola in più! ciao enzo…
Dicembre 22nd, 2010 alle 12:48
AMARCORD (che non significa ricordo amaro ma in dialetto emiliano significa “io mi ricordo…) semplicemente perchè s’era piu giovani… io miricordo appunto che italia brasile la vedevo col mio nonno il quale si lamentava del fatto che non era come una volta, quando le partite le “vedevi” alla radio…col grande nicolo Carosio che ti faceve “vedere” le azioni solo con le parole… ed il mio nonno si lamentava che oggi l’è tutto piu veloce… i tempi passano ed oggi ci siamo noi quarantenni a far questi discorosi. io non correi rivivere in un altra epoca, non vorrei rinascere come non vorrei esserci tra 100 anni. Vivo al massimo il presente. L’unica certezza che ho è che adesso ci sono, dopo o domani non lo so.
Dicembre 22nd, 2010 alle 12:53
Avevo apppena finito le scuole medie e mi apprestavo a diventare grande: il liceo ed il ciao.
Ero in vacanza in Liguria da mio cugino, il jukebok cantava ininterrottamente “TU” di Umberto Tozzi, ricordo che mi avevano comprato delle Superga gialle.
Che colpo il gol annullato ad Antognoni
Che colpo l’infortunio di Antognoni
Eravamo in finale senza di lui, ed io forse soffrivo più di lui, per me non era una vera finale, vinto il mondiale guardavo tutte le foto i poster ecc… ecc… della Nazionale Campione del Mondo e quelle scattate la finale senza Antonio per me erano false!!!
Che tempi!!!
zachini
Dicembre 22nd, 2010 alle 12:56
Avevo 11 anni.
E’ stato il “mio” mondiale e la “mia” Italia.
Tutto quello che è venuto dopo non mi interessa.
Addio mister Bearzot 🙁
Dicembre 22nd, 2010 alle 13:02
Dimenticavo,mi mancano:
– la gazzetta di una volta,dove di luglio e solo di luglio,c’era il casellario di acquisti e cessioni e quello della Fiorentina era sempre inesorabilmente vuoto
– e mi manca sapere che sta bene:GIANCARLO GALDIOLO che rappresenta la Fiorentina di quegli anni dove tra fumogeni e posti in piedi si tifava davvero, per una squadra modesta ma orgogliosa e mai doma:
AUGURI BADILE
Dicembre 22nd, 2010 alle 13:17
Il pomeriggio concerto dei Rolling stones, la sera la finale…Boia, che giornata!
Dicembre 22nd, 2010 alle 13:48
Bravo Immonda, stavolta sottoscrivo tutto quello che hai scritto, punti e virgole compresi. Aggiungo che avevamo lo stadio pieno con Alessio Tendi terzino e non infamavamo nessuno e adesso lo stadio vuoto con Alberto Gilardino e non ce ne sta bene uno!
Dicembre 22nd, 2010 alle 14:28
Siamo ormai schiavi di tutte queste comodita’, che sembrano farci vivere meglio, ma che invece ci tolgono il vero gusto di vivere, di ritrovarci come prima in piazza, o al bar……. Oggi e’ tutto un altro modo di vivere, prima eravamo veramente piu’ felici e genuini…..
Oggi corriamo come pazzi, per poi alla fine non stringere nulla di vero!!!!!!
Dicembre 22nd, 2010 alle 14:46
Ragazzi, mi avete fatto emozionare ed addirittura piangere con i vostri racconti. Posso dirVi che allora tutto era piu’ bello, anzi…. bellissimo!!
Ho un grande ricordo di quel campionato del mondo, coronato anche dal concepimento di un figlio. Del “vecio”, posso dire che ci ha fatto divertire, gia’ dal 1978 (Argentina), per poi farci veramente godere nel 1982. Grazie Enzo, sarai sempre presente con Sandro, nei miei ricordi.
Vecchioviola
Dicembre 22nd, 2010 alle 14:53
Il 1982 fu per me il passaggio dall’età dell’incoscienza a quella della responsabilità. Avevo iniziato l’Università già da quattro anni ed i miei genitori cominciavano a chiedermi cosa volevo fare da grande, ma ancora ciondolavo tra esami, gonne, la politica, tennista di terza categoria, abbonato illuso di maratona e giocatore di subbuteo, senza farne una bene veramente: dilettante in tutto.
Poi arriva il 1982: la Fiorentina viene stuprata dalla juve ( lo scrivo con la minuscola, ma non è un errore), faccio sei esami di seguito in otto mesi(ad Agraria allora erano 31), mi faccio male sul serio alla caviglia e devo smettere per mesi di tennistucchiare, vinco un mega torneo di subbuteo battendo tutti gli amici più bastardi, l’Italia diventa campione del mondo di calcio con il mio punto di riferimento politico(Pertini) a fare festa come tutti noi, e a fine luglio conosco Monica: un’apparizione di femmina di diciassette anni, che ancora oggi è, per fortuna e per merito di entrambi, mia moglie.
Nel 1982 sono finalmente diventato grande e devo qualcosa a tutte le persone e cose sopra menzionate: babbo e mamma, le mie deboli caviglie, Pertini e Riccardo Lombardi (socialista vero e morto povero, per l’appunto), Paolo Rossi, Bearzot, Nando Martellini, le gonne cortissime e il cervello infinito che mi hanno fatto innamorare, la maxima torneo con le corde di budello, il falco subbuteo accanto alla foto di Bobby Charlton, i libri di agronomia, economia agraria, coltivazioni erbacee e viticoltura speciale.
Ma non sono un nostalgico, è solo stato meraviglioso: ora è bello lo stesso perchè lotto per un futuro migliore per i nostri figli.
Auguri a tutti.
Dicembre 22nd, 2010 alle 15:25
A Antigufo (11)
ma allora tu eri malato di fichite anche te.
Ma dimmi piuttosto ; come hai potuto avere una erezione sapendo che Antognoni non giocava la finale e si ritrovava con un piede squarciato ?
Forse ci sono.
Tu hai pensato che la bimba accanto a te fosse la ragazza di Zmuda , colui che sacrificò il nostro Antonio.
Sottile vendetta la cornificazione dello scellerato calciatore.
L’hai almeno fatta strillare ? 😉
E la signorina ti diceva “fai piano ma pigia” o ti diceva “ora levalo, ora rimettili, ura levalo , ora rimettilo, ecco fermo così ahhhh ahhhha ahhh”
O meglio ancora , è stata la signorina almeno tre giorni senza sedersi ?
(David , questa va nel bonus di novembre, ne avanzavo uno)
Ciao Marco , ti ringrazio per l’sms di ieri
————-
A Marco (20)
Un altro Marco, non l’Antigufo)
Il tuo motto è notevole, tu dici viva la luce, viva la costituzione, viva la topa, viva il cazzeggio.
Giusto.
Ma come li metti in ordine di prefrenza?
Ti prego, non mi deludere perchè ti levo il saluto.
————-
A Marco da Cecina(19)
O quanti Marchi c’è, par d’esere in banca prima dell’euro marianna cane.
S’aspettava il solito intelligentone che santifica Di Pietro.
Sopratutto l’aspettava Berlusconi, che ancora una volta governa grazie al voltagabbana di uomini scelti e portati al governo dall’arguto Onorevole Di Pietre.
Grazie on Di Pietro, se tu non ci fossi bisognerebbe inventarti.
Tra l’altro non sei neanche nuovo a queste scempiaggini.
Ci rammentiamo ancora del Senatore De Gregorio, anch’esso re dei voltagabbana , che pur eletto nelle file dell’Italia dei Valori contribui col suo voto di sfiducia praticamente decisivo a far cadere il Governo Prodi nel 2007.
Grazie ancora on, Di pietre che ci porti di questa gente.
E grazie anche a te Marco che celi voti.
Certo che Di Pietre, in quanto a collaboratori ne azzecca meno di quanti ne azzeccava Vittorino Cecchi Gori
Tra utti e due c’hanno un bel fiuto !
Ahh ahha ahh ahhh!
A C
antona (27)
Vedi, tu compravi il giornale di Lotta Continua e tua nonna te lo buttavia via.
Povera donna,ti voleva bene, faceva per farti crescere bene e senza grilli per
i’ capo .
Ma te non sai una cosa.
Che quando te lo prendeva ,tua nonna non lo buttava via, ma lo metteva in bagno al posto della carta igienica.
Tu lo sai, gli anziani ne sanno una più del diavolo.
Io invece compravo il Brivido Sportivo e la nonna me lo prendeva per accendere il fuoco alla cucina economica.
Perchè vedi,
a suo modo, la Fiorentina attizza sempre.
Immonda Bestia
Dicembre 22nd, 2010 alle 15:27
Marina di Bibbona, tutti a casa mia stesi per terra a vedere la tv. Mio zio, che ora non c’è più, coi suoi tre pacchetti di sigarette. Mio cugino che macchiava di gelato la moquette. E il mio primo amore di adolescente, che mi abbracciò dopo il rigore sbagliato…poi i cortei, il passaggio al camping dei tedeschi per sfotterli, e il bagno vestiti in piscina…sensazioni che rimangono come l’odore dell’estate, i brividi di freddo usciti dall’acqua, i suoi baci timidi di 15 enne e la musica del vecchio juke box. Parte della mia vita, dell’album dei miei ricordi di fanciulla…come dimenticare? La bindiera, fatta con le canne raccolte dai genitori e cucita dalle mamme pazienti, è ancora lì, in soffitta….
Dicembre 22nd, 2010 alle 15:31
Fran Paperott, lo rammenti Mike Jagger cantò Satisfaction e Miss You con la maglia azzurra numero venti di Pablito Rossi ?
Immondo
Dicembre 22nd, 2010 alle 16:16
I meravigliosi anni sessanta…e settanta…e ottanta sono meravigliosi solo per noi che li abbiamo vissuti. Basta pensare al mondo musicale, noi giovani neanche ce lo filavamo il Gianni nazionale, i nostri eroi non entravano certamente nell’hit parade. Quello che accadeva nell’altra parte del mondo si poteva solo intuire attraverso i canali non ufficiali, alle manifestazioni studentesche si verificavano violenze da una parte e dall’altra (io c’ero, ne sono testimone), però avevamo degli ideali, pensavamo di potere cambiar il mondo, eravamo orgogliosi di far parte del proletariato, di non essere borghesi. Poi arrivò il settanta e non lo sapevamo ma ci aspettavano anni bui e difficili.
Avevamo paura di prendere i treni, temevamo le pallottole volanti. Ma ora ci dicono che furono anni meravigliosi. E lo erano, ma solo perché eravamo giovani e il cuore ci faceva le capriole.
Caro David, ti auguro un sereno Natale insieme a tutti i blogger, in particolare a Batman, Lucia e a nochIch.
Dicembre 22nd, 2010 alle 16:27
L’unica nostalgia e’ quella di un calcio vero, con meno televisione e più tecnica.
Dicembre 22nd, 2010 alle 16:28
Che bello il tuo breve racconto Angela.
E che bello constatare che la fanciulla di allora è ancora ben presente in te e lo si denota da quello che scrivi.
Un abbraccio.
by L’Antigufo
Dicembre 22nd, 2010 alle 16:38
Ragazzi sto per piangere… :/
Dicembre 22nd, 2010 alle 17:36
Ciao David…Si vero, l’ho notato che in piu’ guardano sempre al messico 1970 anzichè pensare che nell’82 vincemmo un mondiale..Forse dei 2 mondiali vinti, quello Spagnolo, era piu’ vero perchè i calciatori lottavano verramente e a quei tempi le bandiere dico i Giocatori erano intoccabili, per noi tifosi. Si il calcio aveva piu’ fascino. Ora se guardi le vere bandiere del calcio, sono finite, e anche DEL PIERO essendo una bamdiera nel calcio non ha poi tanto rispetto come merita…
BEARZOT, ci ha lasciato, e dico che è sempre stato un signore, perchè con un modiale vinto sul groppone, non ha mai infastidito nessuno….Ciao David
Dicembre 22nd, 2010 alle 18:35
Caro David,
nel 1982 avevo 18 anni ed ebbi la “sventura” che in quel mese di luglio avevo l’esame di maturità. Allora gli scritti erano il 1° e il 2 luglio. Gli orali li ebbi il 14.
La sera dell’11 luglio, della finale di Madrid ero molto triste (forse mi stava montando la strizza per l’esame orale dopo tre giorni). Sapevo infatti che avremmo vinto ed ero triste perché non c’era Antonio: ero triste per me e per lui e per la rabbia di quel banale infortunio di cui intuii la gravità proprio perché Antonio altrimenti non sarebbe mai uscito. Lo ero ancor di più perché pensavo ad Antonio alla sfiga nera sua per quell’infamia di quel gol annullato col Brasile: una gioia immensa che forse mi avrebbe anche ripagato di quello scudetto perso. Perché noi tifosi viola in quegli anni ci indentificavamo più in Antognoni che nella Fiorentina squadra.
E qui devo ringraziare pubblicamente Bearzot. Non solo per aver sempre difeso (nei fatti più che a parole) Antonio ma anche perché, forse per inconscio rispetto, non ha fatto giocare Dossena in quella finale maledetta, il quale non avrebbe perso l’occasione per mostrasi con quel sorrisino immortalato nelle storiche foto ostentandole e vantandosene e – forse riuscendoci – oscurando la magica stella di Antonio. Infatti quando ho visto Bergomi sono stato meglio perché ho pensato che in quel modo Antonio aveva comunque avuto la sua vittoria morale e vinto anche senza giocare.
Un’ultima cosa. E’ vero era un calcio diverso ma era comunque un gran bel calcio. E poi ricordate quante botte si sono tirati in quella finale? un record. Ricordate quante volte sono entrati in campo i massaggiatori? Mai. Ricordate se qualcuno con un uomo a terra abbia buttato fuori il pallone oppure si sia arrabbiato perché altri non lo facevano? Mai. Ho visto i tedeschi continuare con Graziani a terra definitivamente rotto senza che nessuno dei nostri gli sia andato poi a dire niente.
Ecco perché era più bello
Dicembre 22nd, 2010 alle 18:42
a proposito non era Zmuda ma Matysik
Dicembre 22nd, 2010 alle 18:45
Nel 1970 ci avevo creduto….(avevo 18 anni). Avevo già seguito il mondiale del 1962 e 1966 (che botta!). Poi altra grande delusione nel 1974 in germania. MA NEL 1982 sono andato prima a Barcellona (semifinale) e poi a Madrid. Che giramento di cog….ni l’infortunio ad Antognoni. Ho una foto con lui nella primavera (era stato fermo parecchi mesi) dove gli ho pronosticato che sarebbe diventato campione del mondo! Bei tempi. Io rimpiango di non aver vissuto da adulto gli anni 50/60. Oggi a 58 anni mi sembra di vivere in una gabbia di matti. Belle mie serate al bar a ridere e scherzare e aspettando di vedere una partita di calcio non duemila come ora. FORZA VIOLA
Dicembre 22nd, 2010 alle 19:01
no David non eravamo bischeri ma eravamo genuini molto più dei giovani di oggi, magari non sapevamo in tempo reale quello che succedeva dall’altra parte del mondo ma se qualcuno nel quartiere stava male se non era al bar, era dal fornaio si sapeva oggi è tutto il contrario.
una partita alla settimana, la radiolina portatile e 90° minuto roba per palati fini altro che sky.
Dicembre 22nd, 2010 alle 19:03
Immondo, me lo ricordo di certo il vecchio Mick…Che a metà concerto proclamò: “So che vincerete questa sera…Italia 3 a 1”
Che diavolo che è!!!
Dicembre 22nd, 2010 alle 19:09
La nostalgia è quella di un calcio vero.
Meno o per nulla televisivo e, quindi, più vero.
I giocatori correvano, sudavano, esultavano e piangevano e quando la sera li rivedevi su mamma RAI li vedevi correre, sudare, esultare e piangere: discutev al bar se far giocare Pruzzo o Paolo Rossi, Beccalossi o Antognoni mentre oggi ci si scanna per l’esclusione diCriscito.
Anche i telecronisti correvano, inciampavano, esultavano e piangevano con loro: ieri Tonino Carino, artista della parola, che con una telecamera ed un microfono ti facevano entrare diritto nella maglietta stropicciata del giocatore. Oggi Fabio Caressa, (im)piegato al dio spettacolo, venti telecamere anche negli spogliatoi soltanto per farti sentire un intruso dentro ed un estraneo fuori.
E poi, consentitemi, il tasso tecnico medio era due spanne sopra a quello di oggi: qualche giocatore dell’Ascoli o del Pisa ogni tanto faceva una virgola ma credo che l’Ascoli di Rozzi o il Pisa di Anconetani oggi correrebbero minimo per la Coppa Uefa.
Perché i valori tecnici erano e secondo me saranno per sempre inversamente proporzionali alla velocità del gioco: il Milan di Sacchi ha raggiunto il punto massimo di incontro fra tecnica e ritmo ma quando il più scarso in squadra è Tassotti, quando all’ala hai Evani e Donadoni tutto diventa più facile.
Oggi il giocatore deve essere televisivo: i più giovani soprattutto si preoccupano del cignino nei capelli ancor prima di mettersi le scarpe con i tacchetti.
E’ ovvio, quindi, che allora ci fossero Bearzot, Zoff, Antognoni, Scirea, Altobelli e compagnia: gente vera, figlia di un calcio vero. Un’ala destra la riconoscevi non dal dribling ubriacante o dal cross a banana, ma dal numero sette; il terzino picchiava come un fabbro ed aveva sempre il numero due. Il quattro raccattava i palloni in giro per il campo soltanto per farsi dedicare una canzone da Ligabue, il dieci faceva correre gli altri ma quando c’era da prendersi una responsabilità davanti a cinquantamila persone non si tirava indietro: così Antognoni, Beccalossi, Zaccarelli, Rivera, potevano fare una prodezza o una cazzata solenne ma non si nascondevano dietro a nessuno.
Oggi, se per sbaglio ti ritrovi un Beccalossi o un Salsano o un Romano o un Vignola in squadra tatticamente sei rovinato.
Il catenaccio si chiamava catenaccio ed il contropiede si chiamava contropiede; la ripartenza, l’intensità e le due fasi erano roba da motori quattro tempi, non da calcio.
Anche gli scandali avevano la loro serietà: nel calcioscommesse c’era Cacciatori da una parte e Trinca o Cruciani dall’altra, con le scommesse nel mezzo.
Tutto lineare e chiaro: tre anni a Paolo Rossi poi ridotti a due per fargli giocare i Mondiali, nell’interesse dell’Italia e non di qualche personaggio oscuro che non scopri mai, nemmeno con la più bieca dietrologia.
Guarda oggi: dopo un processo e mezzo, non sappiamo ancora se MOratti corrompesse Bergamo o Bergamo corrompesse Moratti o se si corrompessero a vicenza e, soprattutto, non sappiamo ancora come facessero a superare l’ostacolo dell’estrazione a sorte degli arbitri (aspetto mai chiarito a modo, infatti nel processo di Napoli, processo serio, ci sguazzano ….).
Si corre il rischio di sapere che di Moggi in giro ce n’era uno per squadra. Prima ti dicono che telefonare agli arbitri non istà bene e ci credi perché ti torna anche a te che sia così, poi ti dicono che teelfonare al designatore fosse pratica consentita perché non vietata e, soprattutto, opportuna per stemperare i rapporti presidenti-arbitri, se non altro quotidiana perché anche il divo Facchetti aveva sempre il cellulare in mano.
Ed allora t’incazzi perché non capisci più.
Oggi invece abbiamo Beckam: l’esempio vivente di come spacciare una star televisivo-gossi(pi)ppara per giocatore.
Non a caso, i Mondiali giocati sino agli anni novanta sono ricordati con tripudio, quelli successivi – anche vinti – hanno fatto pena: non ditemi che Berlino vale Madrid …..
Mi mancavi già da tempo, Vecio.
Dicembre 22nd, 2010 alle 19:14
Per Claudio (48),
ho scoperto di avere un altro coetaneo.
Vecchioviola
Dicembre 22nd, 2010 alle 19:15
P.S: Caro David, “…
RISPOSTA
O santo cielo, che vergogna!
Non ce l’ho fatto a lasciare il tuo post, non vorrei lo intercettassero le mie ragazze…grazie e auguri
David
Dicembre 22nd, 2010 alle 19:15
Io penso che sia sia una questione di età che del fatto che le imprese del ’70 sono venute prima… …non ho vissuto il 1970 e avevo solo 7 anni nel 1982 (il primo mondiale di cui ho ricordi nitidissimi) però mi sento legatissimo come non mai a quell’Italia, a quel mondiale che, per me, sarà sempre IL mondiale…
…e ho sempre fatto fatica a capire perchè si debba tanto celebrare il 4-3 con la Germania quando ho sempre trovato molto più epico battere quel brasile…
…questione di età, appunto…
…poi se devo tornare ai commenti su quel vecchio Italia-Brasile penso che se si è oggettivi che sul discorso fisico, tecnico e tattico credo che un’attuale squadra mediocre di serie b farebbe a fettine sia l’Italia che il Brasile… …d’altronde i metodi e i carichi di allenamento attuali all’epoca se li sognavano (mi sembra Rivera in una recente intervista parlava di 2-3 allenamenti la settimana di 2-3 ore massimo, quasi tutte con la palla)…
Dicembre 22nd, 2010 alle 20:12
Non ci si muove di qui finchè non pubblichi il P.S. del Maladetto.
Adesso salgo sul tetto,e non mi mandate i pompieri a ripigliarmi finchè non salta fuori il P.S. del Maladetto. 😉
ma le de tto picchia per noi…
ma le de tto picchia per noi…
ta ta ta… ta ta ta …
Maledettino, dimmi una cosa , se oggi dicono che Krasic è la meglio ala del campionato, se ci fossero ora Oscar Damiani o Novellino cosa sarebbero?
E Caporale quanto l’abbiamo preso per il sellino ?
Lo piglieresti ora a Firenze ?
E il più bel dieci visto in Italia dopo Giancarlo, il laziale D’amico ?!
E ora la chicca .
Te ne ne rammenti di Franco Cordova la mezzala della Roma a metà 70 ?
Non ho rivisto in Italia un centrocampista con un mix di classe, velocità, rendimento e concretezza come lui.
Prima prendeva la palla, poi metteva a sedere il medianaccio rognoso , poi alzava i capino e ti dava uno striscione rasoterra di venti-trenta metri e ti trovava l’uomo al di là dell’immaginabile.
Poi, usciva e se ne andava a chiavare quella gran boccalona della Simona Marchini . Altro che veline.
Io mi chiedo, ma questa gente, oggi quanto costerebbe ?
Immondo
Dicembre 22nd, 2010 alle 20:22
grande bearzot un uomo che rimarra’ sempre nei nostri cuori baci a te david e ai miei splendidi ragazzi della redazione e di viola nel cuore
Dicembre 22nd, 2010 alle 20:58
Piansi, piansi come un bambimo quando seppi che il nostro Antonio non poteva disputare la finale. Un magone e un tormento che provo tutt’ oggi quando vedo la foto della squadra che disputò quella partita. Una partita che gli spettava di diritto e che solo il destino gli ha impedito di giocare.
Ma quella rimane la mia Italia di cui mi ricordo tutte le partite.
Dicembre 22nd, 2010 alle 21:30
-In bagno c’avevo l’Espresso sempre aperto su Periscopio e Rosa e Nero,due rubrichine che hanno segnato la mia vita,insieme a qualche copertina.
-Di Oscar Damiani,mi ricordo una certa fumosità e soprattutto una corsa da porta a porta a S.Siro con un petardo nel collo.
Non ho piu’ visto nessuno correre cosi’ forte in campo,nemmeno Krasic
Dicembre 22nd, 2010 alle 21:43
Il mio P.S recitava testualmente:” Caro David, se avrei pensato prima alle ragazze non ebbi pubblicato il mio post”.
Tutto qui.
Auguri di buone feste David
Dicembre 22nd, 2010 alle 21:53
Caro Immondo,
Ciccio Cordova era davvero un bel furetto, stile fil di Banfi dove il giocatore più bravo galla la figlia del presidente o nel famoso fumetto porno dove il centravanti del Rimini faceva lo stesso.
Comunque, anche la Laurito se la spassava bene ….
Prima di Krasic prendo dieci volte non Novellino o Claudio Sala, che sarebbe troppo facile ma Marocchino sicuramente si; se poi punti su Krasic come cavallone mi prendo Lentini tutta la vita.
In un altro post avevi minacciato di mandarmi Valderrama a casa; occhio perché potresti trovarti Uribe nel lettone..
Dicembre 22nd, 2010 alle 23:14
Ai Guelfi
Ai Ghibellini
Ai Rosiconi
Ai Mamma Ebe
A quelli di dx
A quelli di sx
Agli Isterici
A te David
I miei migliori auguri.
E al gentil sesso di questo blog ,idealmente
un Bouquet di profumatissime Viole con l’augurio di buone feste.
Conte Viola
P.s
In attesa di leggervi nell’anno nuovo attenderò novità da Babbo Natale .
Dicembre 23rd, 2010 alle 08:11
Cantonà nominato Zingano.
Fanne di conto.
immondo
Dicembre 23rd, 2010 alle 08:44
Maladetto, notevole il Lentini, m’era rimasto nel cassetto.
Peccato per la carriera stroncata dall’incidente in macchina.
Non è stato più lui.
Ma del gommista detto anche Schillaci che andò a trovarlo al’ospedale e ci trovò sua moglie in camera piangente al capezzale del letto del moribondo ?
Bei tipini le mogli de giocatori eh !
Tu ci puoi costruire una famiglia , fare dei progetti, vivere insieme nella vecchiaia.
Su Cordova .
Si, lo sapevo che si spupazzava anche la Laurito.
Poi tu lo sai , le donne dai neri capelli corvini sono molto promettenti.
E poi , vuoi mettere una sposa che durante la ginnastica da camera (per codesto anche da salotto) invece che “fuck me fuck me” ti geme “iamme iamme”
Chissà, essendo tutti della banda di Renzo Arbore c’era pure l’adunco Andy Luotto dietro una tenda a farsi una s…
E dopo andavan tutti a farsi una pizza col
Citroen Maserati .
Te lo rammenti il Citroen Maserati ?
E il Wolksvagen Porche te lo rammenti.
Aveva la carrozzeria simil Porche Targa e il motore del Maggiolone.
Che macchine !
Le facessero oa gli arrestano tutti.
Immonda bestia
Dicembre 23rd, 2010 alle 09:26
Auguri anche a te Conte.
Immondo il tuo 63 mi ha fatto sbellicare, lo prendo come un pensierino sotto l’albero di Natale.
Eccome se me la ricordo la maserati citroen
http://www.brian-sewell.com/images/citroen_70_sm_maserati.jpg
zachini
Dicembre 23rd, 2010 alle 10:33
Antognoni non giocò la finale per uno stupido infortunio durante la semifinale con la Polonia, e io ci soffrii tantissimo. Ma un bel pezzo del merito della vittoria azzurra del Mundial 82 è certamente suo, e nessuno glielo potrà togliere.
Tra l’altro fece anche un gol al Brasile che venne ingiustamente annullato…
Stefano
Dicembre 23rd, 2010 alle 10:40
Caro David, rassegnamoci: non riusciremo mai ad essere obiettivi sugli eventi che s’intrecciano con gli anni della nostra gioventù.
Per me, ad esempio, i mondiali del ’70 sono un ricordo vago – durante la finale uscivo ad annaffiare il giardino con la mamma, “Che fai, non guardi la partita?” mi chiedeva lei, ed io, serafica: “No, perché l’Italia perde… ma vincerà la prossima volta!”… beata innocenza…
L’82 fu tutt’un’altra storia. Sarà stato perché avevo 19 anni con tutto quello che ne consegue… la maturità in vista (già, si supponeva che in quel giugno, e più ancora in quel luglio, io stessi alacremente studiando… invece guardavo tre partite al giorno), la fine di un brutto periodo, l’aria di libertà portata con sé dalla conclusione della scuola… io però riuscii a dimenticarmi lo scudetto perduto, ed a vivere con tutta l’intensità possibile quel Mondiale.
Quando mi comunicarono i risultati degli scritti, e ancora di più quando superai lo scoglio degli orali alla presenza di un sacco di compagni (alcuni che avevano già terminato, e che mai avrei pensato volessero venire a sentirmi…), in barba ad un membro della commissione che mi si era messo di traverso, mi sentii davvero campionessa del mondo anche io.
Per inciso, credo sia stata la prima e l’ultima volta. Vedi bene che non posso essere obiettiva: è la mia storia, non un evento di cronaca.
Rinnovo ancora mille auguri a te ed a tutti gli altri utenti, con un bacio particolare ad alcuni vecchi amici ed amiche.
Dicembre 23rd, 2010 alle 11:14
Cari Immondo e Zachini,
voi vu vi trastullate con la Citroen/Porsche/Maserati/WV ma pensate di competere con me che ho avuto sette anni l’Arna Alfa Romeo 1.2 con tettino apribile ed impianto a gas, definita dagli amici “una longherina con le ruote” e dalle amiche “meglio di un letto matrimoniale” ?
Pensate che il pieno lo facevo con le bombole del gas da cucina raccordate al serbatoio auto con un impianto artigianale sottovuoto che se ci penso ora mi costituisco in carcere da solo.
Ad ogni pompata rischiavo di scomparire in una nuvola di calcinacci e lamiere, lasciando dietro di me solo il ricordo di un vago, disdicevole odore di gas; nelle giornate fredde, la sera dovevo lasciare l’impianto – rigorosamente manuale – sul settaggio vuota vaschetta perché la mattina dovevo ripartire a benzina e poi cambiare a gas in corsa.
Dopo il cambio con la doppietta a salire ed a scendere della mia prima cinquecento, l’Arna è l’ultimo ricordo della mia gioventù automobilistica, poi sono diventato grande.
Dicembre 23rd, 2010 alle 12:16
Zachini, mi unisco veramente volentieri nel formulare i migliori auguri al gioviale Conte viola, che estendo a tutti gli amci di questo blog e ovviamente al nostro paziente padrone di casa.
Che a tutti il Nuovo Anno porti cose buone , serenità , e tanta , tanta salute.
Vi ringrazio e vi abbraccio veramente tutti.
Anzi no, qualcuno non l’abbraccio. che ci volete fare, non mi riesce di esser troppo
buono, specialmente in presenza di qualche pur raro imbecille.
Il quale, anche se tale ,capirà.
Per il resto saluti e baci.
Immonda Bestia
PS. Zachini e Antigufo mi dovete spiegare come fate a inserire i file viola nel commento.
Dicembre 23rd, 2010 alle 16:53
Si Maladetto, tu hai rischiato di fare il grande botto, ma come diceva la reclame…
“Arna, e sei subito Alfista”
Vuoi mettere ?
E allora io che ho avuto un’Alfasud blu che dopo un pò era di tutti i colori fuorchè blu, perchè la vernice era un troiaio e cangiava in mille riflessi.
Certe volte a guardarla di tre quarti sembrava un tramonto californiano.
Era la ruggine che stava facendosi largo in mezzo al blu.
Però in autostrada stavo davanti alle audi 90 1600di cilindrata.
Prato-Peschiera casello/casello un’ora e trentacinque ,con annesso caffeino , non so se mi spiego .
E avevo le Goodyear da 155, praticamente da bicicletta.
Oggi ho le 235 da 18 pollici e son sempre fermo in fila.
Ho fatto una bella carriera vai.
immondo
Dicembre 23rd, 2010 alle 17:03
Maledetto, l’ultima….
ma i dischi dei freni sospesi nel vano motore te li rammenti ?
Ogni volta che si frenava pareva che davanti ci fosse un gatto che friggeva in padella.
La comprai un pò controvoglia, son sincero, a me garbava la Fiat 131 Supermirafiori, a quei tempi un macchinone, ma il babbo mi diceva , contentati, a ventanni io andavo a piedi,non li buttare tutti quei soldi in una macchina, poi ti ci vogliono quando tu metterai su famiglia.
Marianna cane, avea ragione anche quella volta.
Immonda bestia.
Dicembre 23rd, 2010 alle 18:03
io penso che l’enfasi che si da possa dipendere dal periodo che si è vissuto.
Per me che ho 44 anni Spagna 82 è insuperabile. Non mi ha dato emozioni particolari ad esempio Germania 2006 se non per il fatto che i miei figli erano pazzi di gioia.
Un saluto con affetto al “Vecio”…
Dicembre 23rd, 2010 alle 18:09
I freni a disco sull’asse di trasmissione, per accorpare le masse in movimento.
Oggi le masse in movimento distruggono le città e cercano di assaltare le Prefetture non essendo riusciti a sfondare il portone del Parlamento.
Bella la mia Alfasud o la Ritmo o la Pallas.
P.S.: ricordati che io con l’Arna e te con l’Alfasud (più io) siano correi di una delle tragedie industriali più grosse del dopoguerra di cui stiamo ancora pagando le cambiali !!!!!!
Meno male uscì la 33 …..
Dicembre 23rd, 2010 alle 19:08
Si, però la 33 nella seconda/terza lasciava tre metri di strisciata in terra.
Io l’ho avuta la quadrifoglio oro.
La consumava più olio che benzina, ma pareva d’avere un 2000.
A 10.000 chilometri gli feci fuori la frizione.
Eravamo alcune coppie ad un ritrovo a casa di amici in campagna.
I genitori ovviamente altrove, casa libera, e vai!
Il patto era di farselo tutti a punta.
Tra i ragazzi ci si mise a fare due tiri a pallone.
Lo sapete, chi non tiene un pallone in bauliera, non ha capito nulla dalla vita.
Il pallone poi rotolò in fondo a un campo sottostante.
Un ci riusciva di trovarlo, e poi stava venendo buio.
Mi venne l’idea furba…
abbocco la macchina nel viottolo che scende verso i campi e accendo i fari , tu vedrai così ci si vede.
Infatti.
Il pallone non si ritrovò,in compenso a marcia indietro non mi riuscì rifare il viottolo, mi slittava le gomme, sfriziona sfriziona….fumata pazzesca, puzzo infernale, frizione bruciata e carrattrezzi il giorno dopo.
Di chiavare la ragazza, la sera dopo cena, chiaramente , neanche a parlarne.
L’ho sempre preso in tasca io per stare dietro a il gioco del pallone.
Avessi ricevuto, per quanto gli ho dato avrei i miliardi.
Come tanti qui dentro.
immondo
Dicembre 23rd, 2010 alle 22:38
un breve passaggio per salutare il CT per eccellenza! Ciao Enzo!
Dicembre 24th, 2010 alle 18:16
Caro Antonello del 68, leggo solo adesso il tuo PS e testé ti rispondo (anche se in ritardo, ma sai anche il perché).
Allordunque Antonello, ti colleghi tramite il tuo motore di ricerca (google ecc.) al sito che più ti aggrada e una volta collegato, se guardi verso l’alto della pagina, noterai una striscia di colore bianco dove è contenuto l’indirizzo del sito che stai visitando (la striscia bianca è altresì chiamata barra dell’indirizzo).
Ad esempio se guardi in alto adesso, leggerai l’indirizzo della pagina dove ti sto attualmente scrivendo, ossia:
http://www.davidguetta.it/?p=2535#comments
Tutto chiaro fin qui?
Ok Antonello… e adesso la cosa più semplice di questo mondo…
Evidenzia l’intero indirizzo, clicchi destro col mouse sulla zona evidenziata, clicchi su “copia”, dopodiché clicchi destro sullo spazio per scrivere il tuo commento nel punto che più desideri del tuo commento stesso e clicchi su “incolla”.
Tutto ciò si chiama “link”, ovvero “collegamento” ad una precisa pagina di un sito preferito in quel momento.
Buon esercizio.
Un saluto.
Marco