La mia voce in viola 2000/2001 – Prima parte
2000/2001
Serata calda di fine giugno, Cecchi Gori invita i giornalisti nel suo attico in Lungarno Corsini. Cena in piedi e sul maxi schermo le partite dell’Europeo. E’ in forma, il presidente-produttore-senatore. Antognoni e Luna se ne stanno un po’ defilati a benedire la ritrovata unione, mentre non c’è Poggi, dimissionario da qualche settimana. Si parla di tutto, di calcio e di donne. Vittorio muore dalla voglia di raccontarci il fresco fidanzamento con la Marini, a noi in verità interesserebbe di più sapere della cessione di Batistuta e di come verranno spesi i settanta miliardi incassati. «Ci rinforzeremo – spiega – non vi preoccupate. Se adesso uscissi di casa e andassi in giro per il centro, non ci sarebbe nessuno che mi insulterebbe: la gente mi vuole ancora bene». Peccato che non gli sia venuta la stessa tentazione due anni dopo…
Ad un certo punto qualcuno chiede del veronese Brocchi, inseguito da mesi e Vittorio casca dalle nuvole.
«Lucia’ vié qua – ordina a Luna – ma che facciamo con sto’ Brocchi, lo prendiamo o no?».
Ed è qui che deve essere nato l’equivoco fatale, perché di brocchi quell’estate non ne presero uno solo, ma tanti. Come spesso gli succedeva, Lucianone nostro aveva esagerato nell’eseguire i desideri del principale…
SOLDI BUTTATI
Arrivarono infatti con pagamento cash Nuno Gomes (trenta miliardi), Leandro (venti miliardi), quel fenomeno di Marco Rossi (sedici miliardi), Vanoli (otto miliardi per la sola comproprietà), Amaral (quattro miliardi): roba da chiedere la perizia psichiatrica per chi aveva condotto e avallato simili trattative. Quella campagna acquisti dissennata fu la mazzata finale per una società che già boccheggiava per i 72 miliardi “imprestati” alla Fin.Ma.Vi (cioè a Cecchi Gori stesso) e per aver dato in pegno alle banche i soldi degli abbonamenti e dei diritti televisivi delle stagioni successive. Incalzato dalla contestazione dei tifosi, il presidente-senatore-produttore aveva però sciaguratamente ordinato di comprare lo stesso, anche se non c’erano più soldi. Luna ed Antognoni avevano fatto il resto, acquistando a fine mercato giocatori che valevano al massimo la metà del prezzo pagato. Per non parlare poi degli ingaggi elargiti: nove miliardi lordi a Nuno Gomes, sei a Leandro, due a quel fenomeno di Marco Rossi e ad Amaral, due e mezzo a Vanoli.
Il livello societario era talmente da basso impero che ad un certo punto anche un certo Simone Santercole si trovò in una posizione di potere. Era figlio di Gino Santercole, a sua volta nipote di Adriano Celentano e in quanto tale appartenente al famoso Clan. Una riedizione in giacca e cravatta del buon vecchio Mario Bartolelli, figlio del potente Sergio, bomber inespresso dei primi anni novanta. La competenza calcistica e l’esperienza a livello di società di Santercole junior rasentava pericolosamente lo zero, ma il neo dirigente poteva contare sua una sola decisiva qualità: sua madre, risposandosi, era infatti diventata la signora Luna, e tanto bastò per insediarlo al secondo piano in piazza Savonarola.
FACILE ORA
Già, facile dirle ora queste cose. Perché non le ho tirate fuori al momento giusto, denunciando il livello di degrado che aveva raggiunto la mia amata Fiorentina? La giustificazione maggiore è legata alla consapevolezza che non esistevano alternative a Cecchi Gori, e qui purtroppo ho avuto ragione. La famosa fila di compratori disposta ad acquistare la società non è mai esistita, quando invece ne sarebbe bastato uno solo tra quelli che si sono fatti pubblicità a nostre spese per evitare il tracollo. Inoltre, un conto è viverle giorno per giorno certe situazioni ed un altro è storicizzare adesso tutto quello che è successo. Voglio dire che come molti non avrei mai pensato che si potesse arrivare alla distruzione della società. E non ci ho creduto fino alla sera del 31 luglio 2002. Ho comunque sbagliato, molto sbagliato, nelle valutazioni, mantenendo per un anno di troppo un atteggiamento possibilista nei confronti di Cecchi Gori e di tutta la corte dei miracoli che gli stava dietro. E ho pagato, duramente pagato per questo errore.
I DUE IMPERATORI
Il Trap se ne era intanto andato da gran furbo, dando la colpa dell’addio ad una aggressione nell’ultima giornata di campionato, ma io non ci ho mai creduto. La verità è che aveva intuito da mesi come sarebbe andata a finire, e poi c’era la Nazionale ad aspettarlo. Per sostituirlo, siccome un imperatore (Luna) non ci bastava, ecco arrivare a Firenze pure il secondo, Fatih Terim. Erano divertenti tutti e due. Uno come controfigura di Carlo Verdone, nel muoversi e nel parlare, l’altro per le emozioni regalate sul campo da dicembre a gennaio. Non ho però mai capito che cosa avesse di davvero speciale e non è mai riuscito a contagiarmi col suo famoso carisma, o forse ero io che non mi accontentavo di qualche corsa sotto la pioggia verso la Fiesole, chissà. Terim aveva vinto degli scudetti in Turchia, impresa non impossibile potendo allenare il Galatasaray, e una Coppa Uefa che lo aveva lanciato ai massimi livelli sul palcoscenico europeo: sinceramente non mi sembrava paragonabile a Trapattoni.
PRESUNZIONE
L’inizio di Terim fu da incubo. A Innsbruck, in conferenza stampa prima della gara con il Tirol, il tecnico viola se ne uscì con una serie di affermazioni polemiche contro la società, con accanto il silente, eppure direttore generale, Antognoni. «Passeremo il turno, non ci sono problemi perché siamo nettamente più forti degli austriaci», proclamò inoltre tra le righe l’imperatore-due. Mai visto preparare peggio una partita, ed infatti il Tirol ci fece a fette, passando agevolmente il turno. E quando, prima dell’esordio in campionato contro il Parma, Terim scrisse ai giornali una lettera aperta in cui accusava Cecchi Gori di non aver mantenuto le promesse, la rottura tra i due si era già consumata.
CONSIGLI DI BORSA
Serata di ottobre a Canale Dieci, pausa pubblicitaria, sono seduto accanto a Cecchi Gori, venuto con la mamma in trasmissione.
«Vittorio, ho visto che per la vendita delle televisioni la Seat ti ha dato metà dei soldi in azioni. Siccome ne ho anch’io quattromila, le ho comprate a 5 Euro e adesso sono poco sopra 3, che dici? Le tengo o le vendo incassando la perdita?»
«Ma sei matto? Quelle sono le azioni del futuro e arriveranno come minimo a 8 Euro»
«Grazie Vittorio».
Nel marzo 2003 le azioni Seat valevano 0,6 Euro, i miei 20.000 Euro si erano quindi ridotti a 2.400, i 258.000.000 Euro di Vittorio è meglio non saperlo.
Aprile 27th, 2009 alle 21:34
Posso fare una domanda di Calciomercato ?
I trasferimenti interni all’italia mi pare che vengano regolati dalla lega che fa da “cassa”, cioé vendi per 2M€ / compri per 2M€ non fai girare soldi veri. Verso l’estero questo non è vero, cioé le transazioni sono solo tra società. Se quello che ho detto è vero, siamo sicuri che abbiamo pagato davvero 70 Mld per Nuno e Leandro o forse è stato un’altro giochetto per far sparire i soldi della viola ?
Aprile 27th, 2009 alle 21:49
Siamo sicuri che non ci fosse nessuno?
O non c’era nessuno disposto a prenderla con quella situazione finanziaria?
O non c’era nessuno disposto a prenderla in serie B a dieci lire quando si sarebbe potuta avere in C (che si sperava fosse 1 e non 2) con quattro?
E il fax di Preziosi dove finì?
Fatto sta che cinque minuti dopo il fallimento è spuntato patron Diego. Sei sicuro che sia stata tutta un’improvvisata dell’ultim’ora?
Suvvia, David, con tutta la stima che ho per te, ma non ci credo!
Poi è stato forse meglio così (te lo immagini se veniva Preziosi??!!), ma a me tutta questa storia è sempre puzzata in maniera eclatante!
Aprile 28th, 2009 alle 07:19
Io mi sono sempre chiesto come abbia fatto Vittorio a disintegrare un impero come quello che aveva avuto in eredità dal padre. Forse perchè si era circondato di una presunta corte dei miracoli, alla quale dava fin troppa fiducia e che alla fine l’ha spolpato. E probabilmente perchè gli piaceva essere circondato da un sacco di gente che lo osannava mentre faceva stupidaggini totali. E’ proprio vero che non si diventa degli imprenditori per ragioni genetiche.
Aprile 28th, 2009 alle 07:26
Antognoni bandiera della Fiore, ma come dirigente gli rimprovero di non essere uscito dalla società in tempo utile per salvare la sua dignità e non stare lì a fare il cicisbeo, per questo sono fuori dal coro, ma non nè sento la mancanza nell’attuale società.
Forza Fiore!
Aprile 28th, 2009 alle 07:38
Pico, quando compri una società compri anche i suoi crediti e i suoi debiti. La Fiorentina di allora aveva tanti debiti di importo incerto e il credito di 70 miliardi con Finmavi era inesigibile quindi soldi persi. Perciò anche in B la società non poteva essere certo appetibile se non da uno più pazzo di cecchigori. Spero David poi racconti del fax colombiano, prima o poi.
David, penso tu abbia ragione. Magari certe cose potevano essere denunciate ma l’ipotesi fallimento era davvero incomprensibile. E nell’estate 2000 anche l’ipotesi serie B sembrava fantascienza, al massimo si ipotizzava un grosso ridimensionamento.
Aprile 28th, 2009 alle 07:53
vittorio aveva proprio fiuto per gli affari!!!
Aprile 28th, 2009 alle 08:54
Ricordo come adesso una bella puntata del Processo di Biscardi, intorno a febbraio.
Aldone: “Viddorio, gi puoi gonfermare che l’Imberatore, Fatih Terim, siederà sulla panchina viola, anche il brossimo anno? Com’è andato l’incontro di oggi pomeriggio con lui?”
Vittorio: “Sì viaaa, e te lo posso direeee, Fatih rimane anche il prossimo anno”.
La mattina dopo sulla Gazzetta a caratteri cubitali titolone tutta pagina:
“VADO VIA” Firmato Fatih Terim.
Aprile 28th, 2009 alle 09:21
…e ricordando questi eventi (nemmeno troppo lontani) c’è ancora gente che a ogni sconfitta insulta, offende e da degli incompetenti a Della Valle, Corvino e Prandelli?????????????????
Aprile 28th, 2009 alle 10:10
certo david….. ti vai a fidare di cecchi gori per consigli economici…….
al buon vittorio, se anche lui aveva pagato una singola azione 5 euro….
di 258.000.000 sono rimasti la bellezza di 30.960.000 direi non male!!!!
Aprile 28th, 2009 alle 10:56
a parziale giustificazione di Cecchi Gori c’è da dire che al tempo non sembrava possibile che ua squadra di serie A fallisse, tutti spendevano come fosse il monopoli e non soldi veri. Certo che VCG è riuscito in un’impresa titanica, sputtanare centinaia di miliardi in pochi mesi, geniale….
Ah, un grazie a Domenici, che ha impedito che la Viola diventasse una società satellite del Genoa del Presidente Valigetta.
Aprile 28th, 2009 alle 11:31
In quel periodo ti scrissi una lettera pubblicata in un sito viola, chissà se lo ricordi.Mi sembrava ci fosse come una dicotomia tra il David radiocronista sempre preciso, attento ed ed appassionato ed il David telegiornalista che mi sembrava meno ” incisivo” e critico. Mi chiedevo com’era possibile non accorgersi della china sulla quale stava pericolosamente scivolando la Fiorentina,alla maercè dei personaggi più vari e pittoreschi che mai si erano avvicendati al timone della società.
Ma la mia critica, seppure fondata in generale, era davvero sbagliata nei tempi, e te ne do volentieri atto: in quei giorni non c’erano, come fu evidente in seguito, ” soccorritori” in grado di salvare una barca ormai destinata al naufragio. Fu una polemica in punta di fioretto, educata. A distanza di anni riconosco anche che VCG, all’epoca considerato ( ir)responsabile dell’affossamento, fu molto aiutato a sbagliare dalle persone che avrebbero dovuto aiutarlo a prendere le giuste decisioni. Ricordo un improvvida delibera di aumento del capitale sociale da parte dell’allora CdA che non fu poi onorata dall’azionista di maggioranza; fu la certificazione di uno stato di insolvenza che altre società,ancor più indebitate,evitarono grazie ad una gestione meno ( come dire?) improvvisata.
Il personaggio Vittorio Cecchi Gori ha, da allora, in qualche modo riscattato la sua immagine: usato finchè poteva esserlo ( ricordi quanti politici alla balaustra?), scaricato quando non serviva più, mi ricorda il Bernard Tapie dell’OM Marsiglia.
A leggere bene le storie, il mondo del calcio è una allegoria fedele della vita.
RISPOSTA
Me lo ricordo perfettamente.
Seguirono commenti vergognosi ed insultanti in cui si disse di tutto su di me.
Commenti che ho conservato perché nella vita non si sa mai…
Ma il tono della tua lettera aperta, a cui venne dato un gran risalto (chissà mai perché…) era molto diverso dalle offese che mi piovvero addosso e che vennero messe senza problemi.
Ciao,
David
Aprile 28th, 2009 alle 11:50
La scena di te e Cecchi Gori che parlate di Borsa è bellissima, Vi vedevo bene in un film del Pieraccioni con il Ceccherini nella parte di Vittorio.
Aprile 28th, 2009 alle 11:53
finale dell’articolo strepitoso!!!!
grande David
zachini
Aprile 28th, 2009 alle 13:43
Se ti ricordi, ti contattati per spiegarti che com la mia lettera non avevo avuto alcuna intenzione di alimentare quel genere di polemiche polemiche nei tuoi confronti, che davvero furono eccessive come tutto ciò che accadde in quei mesi attorno alla Fiorentina.Io vivevo e vivo lontano da Firenze, non sono ( ahimè, per età) un tifoso ” da curva” e non ho alcun contatto con addetti ai lavori, tantomeno giornalisti.Il mio fu un semplice messaggio da semplice lettore, che venne pubblicato nella stessa rubrica nella quale allora venivano pubblicati messaggi di tanti altri frequentatori più o meno abituali, perchè allora così usava in quel sito.Se avessi immaginato che ci poteva essere una strumentalizzazione, certamente non avrei scritto.E comunque, come puoi notare,ho iniziato a frequentare il tuo blog mentre smisi subito di contattare quel sito. Ma certamente da parte mia non c’era stata alcuna animosità, tutt’altro:per tanti anni , fino all’avvento di Sky, sei stato il mio unico ” tramite” con la Fiorentina,la voce narrante della mia passione viola.E, come vedi,rimango un affezionato ascoltatore.
RISPOSTA
Ma lo so benissimo, è stato vergognoso far passare tutti quei messaggi in si diceva tutto di me: che non ero laureato, che volevo diventare addetto stampa della Fiorentina, che lasciavo i conti da pagare e cito solo quelli più leggeri.
Li ho conservati tutti e ho visto che ultimamente c’è chi si è mosso per molto meno a livello legale.
Cmq, nessun problema, l’importante è dialogare, ciao
David
Aprile 28th, 2009 alle 14:13
Omaggio a Jimi Hendrix
Una nebbia viola mi riempie il cervello.
Da un po’ le cose non sembrano più le stesse.
Comportandosi in un modo buffo, ma non so perché.
Scusami se bacio il cielo.
Una nebbia viola tutt’attorno.
Non so se vado su o giù.
Sono su di giri o in depressione?
Comunque sia, quella ragazza mi ha stregato.
Aiutami!
Aiutami!
Oh, no, no!
Una nebbia viola mi riempie gli occhi.
Non so se è giorno o notte.
Mi fai andare fuori, fuori di testa.
È già domani, o è solo la fine del tempo
Ooh. Aiutami
Ah, sì. Nebbia viola
Oh, no,no.
Oh, aiutami.
Dimmi, piccola, dimmelo!
Non posso andare avanti e indietro in questo modo.
Mi stai facendo andare fuori di testa.
Donna.
No, è troppo doloroso, baby
Nebbia viola.
Aprile 28th, 2009 alle 14:56
Ciao Davide, volevo semplicemente ringraziarti per questo blog e soprattutto la tua “voce in viola”….
I particolari e gli aneddoti che racconti sono veramente gustosi anche se talvolta amari, vista la conclusione della storia e le sofferenze che ha causato a noi tifosi viola…
Inoltre è bene che si scriva e si tenga memoria di quello che eravamo e dove eravamo pochi anni fa…è una sorta di storiografia viola che dovrebbe servirci a presente e futura memoria…
Ciao.
Aprile 28th, 2009 alle 17:25
Ricordo benissimo quei giorni e Radioblu sempre attaccata agli orecchi. Ricordo benissimo che, in fondo, nessuno avrebbe mai pensato seriamente al fallimento; si diceva che tanto, nel calcio, le regole vengono sempre pasticciate e riscritte o reinterpretate e si credeva che sarebbe stato così anche per una grande piazza come Firenze; si diceva che i vertici del Palazzo avrebbero inventato un tocco magico dei loro per non far sparire un bacino d’utenza (e di introiti) grosso come Firenze e che a quel politicante di VCG qualcuno sarebbe venuto in soccorso. Invece quella volta, per una volta soltanto, le regole del pallone funzionarono alla perfezione e con puntualità chirurgica: a mezzogiorno il bonifico non arrivò (nemmeno dai nacotrafficanti) ed all’una la Fiorentina era fallita. Un capolavoro di killeraggio politico-economico-imprenditoriale-sportivo degno di un film di bassa Lega (appunto ….); poi abbiamo visto come sono andate le cose: l’Inter ripiana con abbondanti dosi di doping finanziario, a Roma c’è una zona-franca dove si può far tutto all’ombra dei “problemi di ordine pubblico”, giudici indagati. Un certo calcio si doveva rifare la verginità alle spalle (appunto ….) di qualcuno e toccò a noi. Ma ricordo altresì un raro esempio di pidocchiaggine pandemica che colpì contemporaneamente tutti gli imprenditori fiorentini, tanto che all’asta partecipò un non-fiorentino (ma, forse, fiorentino vero), un arabo (Tutunci …) e un aretino fallito (allora, poi sìè riciclato anche lui) che di Firenze c’aveva soltanto una bella canzone. Perché sia (stato) fallito Cecchi Gori proprio non lo so e me ne frego il giusto: tanto, persi Batistuta e Rui Costa, perso Edmundo e l’Imperatore, il fallimento sportivo era consumato, quello finanziario ne era solo una logica conseguenza. A fondo ci siamo andati noi e la famiglia DV, in purgatorio abbiamo lavato i peccati di tutti aprendo – semrpe a spese nostre – la stagione di Calciopoli, dove il segno del ditino l’abbiamo lasciato anche noi (per non far mancare nulla). Insieme siamo risaliti e dall’alto delle nostre care notti discotecare festeggiamo i crollo del Bambinello viziato, finito nella polvere (appunto …) e mollato anche dalla Bambolona, novella campionciona di auditel. Dalle stalle alle stelle, si direbbe con amaro sarcasmo: in quel frullatore abbiamo tritato di tutto – anche una carriera dirigenziale quale quella di Antognoni che, in un anno, s’è giocato cinquant’anni di crediti calcistici, alla D’Alema, improvvido Presidente di un consiglio sfiduciato in partenza ma senza baffetti – eccetto la nostra dignità, anche quando in panchina andavano gente come Zoff, Wierchowood, Cavasin, Mondonico (uno con i baffetti alla D’Alema). Siamo ripartiti, il passato è andato, sicuramente non rifaremo gli stessi errori, come ho fatto io che ho comprato azioni SEAT in cambio di azioni ENI (senza farmi consigliare né da David né dal Grullo perché tanto a sbagliare son bravissimo da me). Il presente è il nostro futuro: vendere alcune ceppe di giocatori che ci troviamo in squadra, tre acquisti pesanti e l’anno prossimo, se si vince lo scudetto, quindici giorni di fila in discoteca senza sortire mai !!!!
Aprile 28th, 2009 alle 20:09
Povero Marione, si stara’ rivoltando nella tomba con quel figliolo che si è ritrovato, ci avra’ messo di sicuro tutta la buona volonta’ ma non gli ha trasmesso una bella cippa di nulla
Aprile 29th, 2009 alle 11:52
Le valutazioni dei giocatori mi hanno fatto scorrere un brivido lungo la schiena, sembra sia passato vent’anni da quanto tutto questo sembra sol un pallido ricordo.
Ciao
Aprile 29th, 2009 alle 18:16
David ma quella topolona mora che conduceva il ring con te come si chiama ?Ho dei vuoti di memoria assurdi.Comunque questa è l’ultima bella stagione prima della VERGOGNA.Ricordiamoci i 4 bananoni rifilati al milan,il gol di Rui Costa col Bari e la vittoria della coppa italia(IO C’ERO).
Aprile 30th, 2009 alle 13:30
Caro David lo scondalo vero furono purtroppo i tanti giornalisti che consideravano Vittorio un “eroe”…pochi capirono il disegno autodistruttivo…poi successivamente da “eroe” divenne “peste”…quante parole a vanvera si sono dette in quei anni…e noi tifosi? Mi ricordo che seppi della nuova Florenzia Viola sul sito di Fiorentina.it e mi misi a piangere…noi siamo la fiorentina…noi i presidenti ne allora…ne mai!!!
Ottobre 14th, 2016 alle 05:36
The particular reason why organizations employ a hidden knowledge looking bureau can be, to enable them to get hold of mission, third party feed back over the functionality from the people.
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Novembre 23rd, 2016 alle 13:14
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