La parole di Rocca
Dopo aver banalmente attaccato i giornalisti per il flop olimpico, Giorgio Rocca ha concluso la sua prima intervista da “grande delusione italiana” ricordando che tra poco cominceranno le para-Olimpiadi (dedicate ai ragazzi e alle ragazze disabili) e che quindi il palcoscenico dei media dovrà essere tutto per loro.
E’ un illuso, ma ha fatto bene a provarci.
Ma non è solo questo che mi è piaciuto nelle parole dello sciatore finito in tutti i sensi a faccia in giù nella neve.
E’ confortante infatti vedere come difenda orgogliosamente il quinto posto ottenuto nella combinata, che è poi il miglior risultato del nostro sci alpino a Torino 2006.
Leggendo le sue parole è come si mi fossi per un attimo disintossicato dalla quotidiana droga calcistica e dai suoi riti tribali.
Insomma, uno lavora per anni, dà il massimo di quello che ha dentro e arriva quinto nel mondo: perché non dovrebbe essere soddisfatto in una logica che non sia solo quella della vittoria a qualunque costo e a qualunque prezzo?
Mi è piaciuto anche che abbia detto, a proposito della sua rovinosa caduta: “sapevo di essere in forma, ho rischiato ed è andata male, meglio così che il quarto posto”, e se ci pensate bene non esiste alcuna contraddizione con quanto scritto prima.
Nessun dramma quindi per questo clamoroso rovescio: è lo sport, con le sue regole ed i suoi insegnamenti.
E forse non sarebbe male che la poesia di Kipling “Se” appesa davanti all’entrata di Wimbledon, venisse incorniciata in tutti gli spogliatoi calcistici italiani.
Febbraio 26th, 2006 alle 12:49
Bah, gli illusi forse eravamo noi…a pensare d’avere un novello Tomba.non è così, nel bene e nel male. a me poco importa, quindi non faccio testo: lo sci non mi è mai piaciuto per cui sopravvivo. Rocca continuerà con l’ipnosi e vivrà col suo solito sorriso, credo. Immagino però chi aveva esaltato i Nostri (fra cui la piccola Kostner, ahilei) proponendoli come i migliori. Rocca non è giovanissimo ma ha ancora davanti il tempo per tolgiersi altre soddisfazioni, la Kostner, invece sì, è giovanissima e mi domando come si sia potuto pensare a lei come ad una certezza. E’ già una grande conquista avere un così giovane talento da poter far crescere per il futuro. L’Italia non è l’America (troppo estesa), non è nemmeno una di quelle nazioni specializzate in una disciplina. L’Italia è eclettica (come altre nazioni, per carità) e dovremmo essere ben contenti di ottenere manciate d’oro (medaglie) di qua e di là, senza far per forza piazza pulita. Siamo in crisi, forse sì, ma invece di piangerci addosso dovremmo iniziare a pensare a progetti di valorizzazione dello sport (di tutti – o quasi – gli sport) e non solo del calcio.
In ogni caso il risveglio post-Fabris è stato piacevolissimo, così come quello di stamattina…post-Parma.
Febbraio 26th, 2006 alle 13:07
Amo il calcio (come gioco), ma sono sinceramente disgustato profondamente da tutto il “mondo calcio”: a partire da quello che succede in campo (simulazioni, fallacci, sceneggiate, proteste sempre sopra le righe), sugli spalti (poche sono le partite in cui il tifo fa parlare di sè positivamente, il + delle volte se ne parla solo x razzi lanciati in mezzo alla folla o risse o distruzione di beni pubblici), nelle società (le dichiarazioni sempre polemiche di allenatori e dirigenti, complotti, proteste, traffici, sinergie) e perfino nei giornali, dove i giornalisti capisco debbano fare il loro mestiere, ma sguazzano nel trash e nelle invettive di tutti-contro-tutti come ochette nello stagno.
Tutto questo x dire che in queste 2 settimane di olimpiadi mi sono riconciliato con quello che x me lo sport rappresenta: competizione, certo, ma anche rispetto, fatica e pubblico che applaude il beniamino di casa ma anche l’avversario riconosciuto meritevole, e mai, dico mai, infama chiccessia. Io sono cresciuto in un ambiente così: nel nuoto quello che arriva ultimo distanziato di 2 vasche si becca l’applauso forse + sonoro, e il vincitore che lo umilia uscendo dall’acqua prima che tutti siano arrivati, viene squalificato.
Quindi ben vengano le parole di rocca, e le vittorie di ragazzi dalla faccia pulita come Fabris, o dell’altro staffettista d’oro che per poter preparare l’Olimpiade ha dovuto licenziarsi da lavoro (meditate, calciatori, meditate), o di Di Centa d’oro grazie ad uno sprint dopo 50 km che mi ha fatto piangere dalla commozione.
E sapete quando prenderanno dalla federazione per 1 oro olimpico? 100mila euro: certo una bella cifra (rispetto ai 100 milioni che si prese Fioravanti a SYdney x ” ori nei 100 e 200 rana), ma che viene ampiamente superata dal premio partita di un calciatore che vince la Coppa Italia senza nemmeno essere sceso in campo.
Lo so, tutto è dovuto al fatto che il pubblico di un’intera stagione delle gare di sci di fondo, probabilmente non raggiunge nemmeno l’incasso totale di un Fiorentina-Juve… ma basta questo x dimenticarsi di atleti strepitosi che tornano alla ribalta sui giornali solo ogni 4 anni quando ci rendono orgoglioso di loro per portare il tricolore sul podio olimpico? Per inneggiare a fenomeni come la Vezzali (Toni, ti adoro: ma il Telegatto “rubato” a Valentina, reduce da una vittoria ai Mondiali dopo aver partorito 3 mesi prima, reclama vendetta) o Chechi e poi fregarsene se le loro federazioni non hanno nemmeno i soldi x farli allenare in maniera competitiva?
Per tutti considero Zoeggler: bronzo a Lillehammer, argento a nagano, oro a Salt Lake City bissato a Torino… ebbene, in Italia non esistono quasi piste per allenarsi, e lui continua a vincere… le sue parole dopo l’oro?
Ha detto: “E ora non dimenticatevi di nuovo di me”.
Grazie David per aver aperto questo post, è una questione che davvero non riesco a sopportare.
Febbraio 26th, 2006 alle 13:10
E nel post-parma un’altra meravigliosa vittoria nella 50 Km. e nel post-50 Km.? Non voglio neanche pensarci.
Febbraio 26th, 2006 alle 14:20
Caro David,
riporto un piccolo estratto di quanto hai scritto:
“Insomma, uno lavora per anni, dà il massimo di quello che ha dentro e arriva quinto nel mondo: perché non dovrebbe essere soddisfatto in una logica che non sia solo quella della vittoria a qualunque costo e a qualunque prezzo?”
RISPOSTA (scherzosa):
Perché con il quinto posto non va in Champions League.
RISPOSTA (seria):
Bisogna che meditino coloro che baratterebbero volentieri un secondo posto in campionato con una vittoria in Coppa Uefa (o un quarto posto con una vittoria in Coppa Italia…)
Ciao
Febbraio 26th, 2006 alle 16:07
Sono daccordo con quanto ha detto Rocca, alla fine meglio dare il massimo e cadere che dare il minimo e arrivare in fondo( vedi massimiliano Blardone)…
Febbraio 26th, 2006 alle 16:08
Giusto David, sottolineare quello che ha detto Rocca.
Tuttavia a me preme una considerazione: come è possibile che a giochi olimpici “in casa” IL CONI non sia riuscito a presentare un(a) proprio(a) atleta sul podio. E’incredibile!!! Eppure lo sci alpino è lo sport più praticato in assoluto in Italia e gli impianti sono ormai numerosi non solo nel Nord ma anche sull’Appennino, Terminillo, Etna ecc…. UN VERO FLOP PER IL CONI!!! Rocca era solo il salvatore della patria del quale una Federazione importante quale quella dello sci Alpino in Italia non dovrebbe mai avere bisogno, poiché ci dovrebbe essere un “movimento” di atleti…..
Ringraziamo quei pochi che in sport assai poco praticati ci hanno dato tante soddisfazioni. Con le loro gesta nascondono i gravi limiti di chi gestisce lo sport in Italia.
Detto questo, oggi Di Centa ci ha dato una soddisfazione immensa!
FORZA AZZURRI ANCHE A FIRENZE.
RISPOSTA
Mah, io credo che sia una questione di casualità, cioè di quello che combina madre natura.
A me pare che il movimento dello sci alpino funzioni abbastanza bene, certamente meglio ad esempio del tennis, dove da trent’anni non vinciamo un Torneo dello Slam.
Rocca è un grande atleta e la Kostner (Isolde) ha sbagliato i tempi per diventare mamma, insomma non è poi così male la situazione.
Ciao,
David
Febbraio 26th, 2006 alle 17:06
Ciao David, mi è dispiaciuto un sacco per Rocca, ma d’altra parte in certi casi queste olimpiadi non sono state fortunatissime, vedi anche i due pattinatori che hanno sbagliato a 3 secondi dalla fine. Capita, hai detto bene te, è la legge dello sport, che è uno psettacolo anche per questo. Belle assolutamente le parole di Rocca, ma utopiche, è troppo il tornacontismo che circonda i media e tutto il resto per dedicare spazio alle para-olimpiadi, lodevole comunque il tentativo che perlomeno dimostra quanto Rocca sia coraggioso. Poi ti chiedo, al di fuori dell’argomento, se stasera sei o meno presente a golden gol.
RISPOSTA
Niente Golden Gol stasera (non c’è), ma full immersion con le bambine: giochi da tavolo e compiti.
Sarò domani sera a Zona 38, ciao
David
Febbraio 26th, 2006 alle 17:49
Non voglio essere cattivo ma secondo me il ragazzo si era montato un po troppo la testa e poi si sà prima di sparare pronostici o proclami sarebbe meglio stare zitti e fare risultato sul “campo”
Febbraio 27th, 2006 alle 12:24
Il problema è che in Italia non esiste la cultura del “saper perdere”, molti si appigliavano a Rocca come salvezza dello sci alpino alle olimpiadi. Ha sbagliato, è caduto, e allora?! Delusi noi?!!!! E lui che si è fatto un mazzo così per arrivare alle olimpiadi che dovrebbe dire?!
Bisogna saper perdere…..non sempre si può vincere……. (speriamo valga anche per la Roma eh eh)
Ciao a tutti
Febbraio 27th, 2006 alle 13:31
Ottimo articolo David. Rocca, che ha anche avuto un pò di sfortuna, ha patito la pressione ma ha fatto bene a polemizzare un pochino coi giornalisti e ricordargli che anche arrivare 4° o 5° è un buon risultato: gli stessi giornalisti che dopo che Fabris (2 ori e 1 bronzo) è arrivato 8° in una gara per cui non era allenato han parlato di delusione.
Febbraio 28th, 2006 alle 11:07
Io do’ ragione al Massai, prima facciamo i risultati e poi parliamo.
Ho sentito in tv un’intervista a Giorgio Rocca il giorno antecedente la gara, in cui lui ad una domanda del giornalista che chiedeva come viveva l’attesa della gara olimpica ha risposto che gli altri atleti dovevano temerlo, lui non aveva nessun timore. Meglio meditare prima di aprire bocca.