Ieri ho scambiato dei messaggi con Aldo Cazzullo, complimentandomi per la sua risposta fulminante ad un lettore del Corriere della Sera  che contestava una presunta e velleitaria occupazione culturale degli ebrei a proposito della Giornata della Memoria.

Cazzullo ha risposto che il primo seme dell’antisemitismo, e quindi del razzismo, nasce dal linguaggio e ha citato la frase “voi ebrei”, espressione odiosa ed insopportabile che personalmente mi sono sentito ripetere da più di mezzo secolo, anche da persone a me vicine di religione .cattolica

Voi chi?

E noi chi?

Dire “voi ebrei”, “voi negri”, “voi gay”, “voi meridionali” è come piantare il primo seme per poi  far crescere la putrida pianta del razzismo:  è una viscida presa di distanza tra chi si sente superiore e chi è diverso solo perché nato in un altro contesto

“Chi parla male, vive male”, urlava il grande Nanni Moretti ad un’allibita giornalista che in Palombella Rossa lo guardava come se fosse un marziano, e aveva perfettamente ragione

Cominciamo dal linguaggio, che poi sarebbe l’abc delle relazioni umane