Delusi e dimenticati
Cominciammo ad occuparcene nell’estate 2021, quando sembrava incredibile che un’eccellenza come la GKN dovesse cessare di esistere, portandosi dietro i drammi di centinaia di famiglie
Da allora abbiamo visto di tutto, adesioni importanti alla lotta dei lavoratori, presidi dolorosi e continuati, proprietà farlocche, ma soprattutto abbiamo assistito ad un vergognoso rimbalzo di responsabilità tra le istituzioni come si era visto poche volte in Italia
Ora, a distanza di oltre mille giorni da quando tutto è iniziato, arriva la notizia “che il tavolo dei colloqui tra la proprietà ei sindacati è stato aggiornato in Regione tra due settimane” e allora immaginiamo i salti di gioia di chi è ancora intrappolato nel “sistema GKN” e da mesi non riceve né stipendi né sussidi
Intanto però Tavares, ad di Stellantis, il principale committente della fu GKN, chiede aiuti di Stato per vendere più macchine, possibilmente elettriche…
Ottobre 23rd, 2024 alle 09:16
Questo è quello che succede in un sistema imprenditoriale sostanzialmente bloccato in cui, alla fine, si torna sempre alla solita massima: “privatizzare gli utili e socializzare le perdite”.
In Italia, credo unica nazione economicamente sviluppata al mondo, non esiste alcuna forma reale, codificata normativamente, di partecipazione dei lavoratori alla gestione (parlo di gestione e non solo di capitale) dell’impresa.
Persino negli ultraliberisti USA esiste uno strumento come l’ESOP che garantisce i dipendenti.
Ma credo che qui in Italia il problema non sia pratico, bensì ideologico e nessuna delle parti in causa (datori di lavoro, lavoratori, sindacati) pare realmente interessata a creare una figura di lavoratore-imprenditore preferendo, al massimo, uno strumento obsoleto e spesso inefficiente come quello della società cooperativa.
Ribadisco, forse sarebbe il caso di ripensare interamente il concetto di imprenditorialità in un’ottica pratica e non solo sulla base di steccati ideologici vecchi di 200 anni.
Ottobre 23rd, 2024 alle 09:41
Finché non arriveremo a dire basta a questo capitalismo aggressivo,siamo destinati ad un futuro nero.
Dalla rivoluzione industriale Inglese passando anche in casa nostra tipo Olivetti ,tutto è peggiorato.
Oggi i fondi di investimento,non creano lavoro ma solo profitto e solamente per pochi.
Questo fa sì che la forbice si è allargata a dismisura,tanti ricchi sfondati e miliardi di nuovi poveri.
Nominare Stellantis mi fa cominciare male la giornata direttore. Loro sono il male. Vicino ai lavoratori della GKN.
Ottobre 23rd, 2024 alle 11:28
Purtroppo sono situazioni complicatissime: se un’impresa di grosse dimensioni decide di chiudere, nessuno lo può impedire.
Servirebbe una norma ben difficile da introdurre, finalizzata all’esproprio dell’immobile, quando capitano queste situazioni.
Ma sarebbe solo il primo elemento (che da solo non basterebbe), perché poi ci sarebbe il problema della riconversione industriale dello stabilimento e servirebbe un’altra impresa seria, pronta a farlo, a proprie spese, ricevendo dallo stato gratis la disponibilità del sito industriale espropriato (magari con aggiunta di altre agevolazioni).
Al di fuori di tale ipotesi rimane solo la possibilità di prevedere un grosso sgravio (contributivo, fiscale, etc…) per l’imprenditore (diverso) che assume i lavoratori rimasti senza occupazione per la chiusura dello stabilimento ove lavoravano.
Però, anche in questo caso, non è la cosa più semplice del mondo, perché non è che chiusa una fabbrica a Campi Bisenzio, con centinaia di operai per strada, c’è subito un’altra a pochi metri di distanza, pronta ad assumere tutti e con le stesse qualifiche professionali.
C’è un problema di adeguamento formativo dei lavoratori ed anche un problema legato a ben diverse localizzazioni delle imprese disponibili ad assumere.
Purtroppo l’unica certezza è che alla fine la grossa impresa scappa (per insediersi ove ha un maggior indice di remuneratività dal costo del lavoro e dell’energia) e Pantalone deve farsi carico dei lavoratori lasciati per strada!
Ottobre 23rd, 2024 alle 13:29
Ecco, se c’è un argomento che mi genera sgomento e sconforto, è la chiusura delle fabbriche e lo sfruttamento dei lavoratori. Ho amici in GKN…è un guaio economico e sociale di cui si parla poco. Come si parla poco che nel 2023 sono morti sul lavoro 1.041 persone. Giusto per capirsi, nell’attentato alle torri gemelle morirono 2.977 persone. Lo scorso anno gli ebrei morti il 7 ottobre furono circa 1.200. Gli omicidi in Italia nel 2023 sono stati 330. I femminicidi su cui si fanno GIUSTAMENTE mille trasmissioni di approfondimento, sono stati una sessantina nel 2023 ed anche volendo farci rientrare proprio qualsiasi morte di femmine si arriva a 120 (ergo 210 si potrebbero chiamare “maschicidi”). Ma la vergogna è che gli oltre 1000 morti l’anno sul lavoro non suscitano interesse ed anzi vanno nascosti, salvo poi finanziare Stellantis che ha distribuito dividendi sontuosi ai suoi soci. Accanto a questo ci sono i tracolli economici di famiglie intere ed il capitalismo internazionale che con la globalizzazione ha decuplicato i propri profitti.