Questione di feeling, che non è mai scattato davvero, perché il calcio è molta emozione e ben poca razionalità

E’ passato poco più di un mese dal divorzio tra la Fiorentina e Italiano e non si avverte nessuna mancanza particolare, come se questi ultimi tre anni, con altrettante finali perse, siano passati come acqua fresca nel cuore dei tifosi viola

Viene in mente Terim, grande istrione, che lasciò una Fiorentina in piena caduta libera, anche se in finale di Coppa Italia, poi vinta da Mancini: nell’immaginario di tanti è ancora ricordato con un sospiro di rimpianto, eppure quando abbandonò la nave di Cecchi Gori, perché si era già accordato col Milan, aveva perso tre gare di seguito e pareggiato in casa col Brescia

Italiano non ha mai capito Firenze e si potrebbe dire tranquillamente anche il contrario, ma l’onere della prova, spiace dirlo, è sempre sulle spalle di chi viene ad allenare da queste parti diventando così la seconda persona più importante della città dopo il sindaco, salvo superandolo in certi particolari frangenti

Prandelli, ad esempio, lo ha compreso benissimo, Montella molto meno, Italiano per niente