Io e Gianni Minà
Quella sera in Versilia non camminavo: volavo.
Che periodo meraviglioso, estate 1980, avevo vent’anni, un grande amore che poi ho rovinato, un sacco di capelli e una passione inestinguibile per il giornalismo.
Mi piazzavo davanti al Teatro Tenda munito di un registratorino da poche lire e soprattutto di una faccia tosta che a pensarci oggi quasi me ne vergogno.
Passarono in tanti e molti furono intervistati senza che nessuno dall’alto me lo chiedesse perché già all’epoca ero l’editore di me stesso. Editore un po’ squattrinato ad essere sinceri: diecimila lire per mettere dieci secondi di pubblicità nel Pentasport e a fine mese difficilmente si arrivava a 200/300 mila lire, ma era tutto bellissimo.
Una sera passa Gianni Minà, mi butto senza paracadute e lo intervisto. Dopo averlo ringraziato, lui non va via è incuriosito dalle mie domande e mi chiede un riferimento perché ha bisogno di ragazzi in gamba che abbiano voglia di fare qualcosa: scrivo emozionato e comincio a sognare.
Ce l’ho fatta! Ce l’ho fatta! Senza uno straccio di raccomandazione, vado dove mi chiede di andare, vado ovunque, la fidanzata capirà: sono un giornalista.
Quella telefonata non è mai arrivata e dopo qualche mese ho pure smesso di pensarci, nel senso che avevo ormai metabolizzato il fatto che non ci sarebbe stata alcuna chiamata al soglio pontificio del giornalismo.
E ogni volta che lo vedevo in televisione ci pensavo, con un pizzico di rammarico che è poi diventata nostalgia per i miei vent’anni.
E ogni volta mi dicevo: ma quanto è bravo.
E come sarebbe stato bello averlo avuto come maestro.
Marzo 28th, 2023 alle 09:41
Quando va via un pezzo di vita, dispiace sempre. Minà è uno di quelli che c’è sempre stato, una presenza fissa anche nelle imitazioni. Quando ho letto che è morto, subito è partito il “nooooo!!” poi continui a leggere: si è spento a 84 anni. Gianni Minà 84 anni??? sembra impossibile! e allora inizi a pensare a quanti anni hai tu che l’hai sempre visto e ti prende una tristezza che è quella che ti porta la consapevolezza del tempo che passa troppo in fretta e si porta via tutto.
Marzo 28th, 2023 alle 10:08
Un Gigante… Buon viaggio Gianni
Umberto Alessandria
Marzo 28th, 2023 alle 10:08
Mio gentilissimo David
se nella vita facciamo il conto delle telefonate che potevano darci qualcosa ma che non sono mai arrivate se ne perde il conto.
L’importante e’ tirare dritto e camminare con le nostre gambe e dare sempre tutto in ogni cosa che facciamo.
L’intelligenza, la serieta’, la buona volonta’ e l’onesta’ ripagano sempre di ogni telefonata mai arrivata.
Io e te siamo due sessantatreenni, ormai possiamo voltarci indietro e scoprire che non abbiamo sprecato la nostra vita.
Ciao David, un abbraccio
Antonello
Marzo 28th, 2023 alle 11:12
Per quanto mi riguarda, Gianni Minà ha rappresentato un parametro importante perchè è stata una persona ed un professionista che ho sempre ammirato, pur non essendo talvolta d’accordo con le sue idee e con il suo modo di proporsi.
Gli ho sempre riconosciuto competenze e preparazione. La circostanza secondo cui fosse solito commistionare gli aspetti tecnici dello sport con lo spettacolo ed il costume non me lo faceva apparire meno credibile. Anzi, ai miei occhi lo era ancor di più.
Da un lato, apprezzavo il suo modo di entrare nell’aspetto umano dei personaggi che intervistava (si, perchè il suo punto forte era l’intervista televisiva “da servizio pubblico”, scritto con il massimo rispetto per la RAI di quei tempi), dall’altro non apprezzavo per nulla che, se si trovava al cospetto di un personaggio a lui particolarmente simpatico o legato da affetto personale, cercasse in ogni modo di perorarne la causa anche a costo di ritagliare uno spaccato inverosimile.
Alcune prese di posizione in favore del Maradona uomo, ad esempio, ipotizzando complotti mondiali dei grandi della terra contro di lui, non gli facevano onore. Se è vero che l’amicizia è sacra, è altresì vero che a Minà veniva concesso di proporre tesi ardiamente studiate in favore dei suoi amici con uno sfondo politico non sempre necessario.
Questo modo di sfruttare la popolarità altrui, al fine di portare avanti le idee o le tesi proprie, non l’ho mai trovato corretto, Ciò nonostante l’ho sempre apprezzato per la qualità dei suoi lavori.
Definirlo giornalista sportivo sarebbe riduttivo, definirlo giornalista di costume risulterebbe, per la sua intelligenza e preparazione, dequalificante.
Credo fosse la figura perfetta per far coesistere sport, evasione, attualità e conoscenza.
Non era il cronista e nemmeno l’analista. Era colui che raccontava le persone e le rendeva storia.
Un orso, a livello comunicativo, come Mennea scoprì grazie a Minà i motivi per cui gli avevano fatto fuori il tecnico Vettori e, grazie al colloquio con Minà, sbattè i pugni affinchè gli venisse riaffiancato sino ad arrivare al primato del mondo dei 200 metri piani e alla medaglia d’oro olimpica.
Mi spiace solo che il suo orientamento politico, ovviamente legittimo come quello di noi tutti, non gli abbia permesso di raccontare anche le storie di coloro i quali, a suo modo di vedere, stavano dall’altra parte perchè avremmo avuto altrettante lezioni di grande giornalismo.
A mio parere non è stato adeguatamente celebrato nella contemporaneità della sua carriera e, forse, negli ultimi anni, quando prima di ammalarsi avrebbe avuto ancora molto da dire, anche dimenticato.
E’ probabile che per i talk di moderna generazione risultasse poco attrattivo e che la sua immagine mal si conciliasse con le attuali prerogative televisive.
Avrebbe comunque potuto insegnare ancora molto.
Un’ultima cosa: in un mondo, quello del giornalismo sportivo, in cui oggi si tende a raccontare tutto da studio (anche le telecronache da Wimbledon solo per citarne una), Gianni Minà era solito andare sul posto. Magari frequentava solo i posti a lui cari ma era solito andare sul posto.
Marzo 28th, 2023 alle 12:37
Uno dei tanti effetti negativi delle partite asservite alle paytv è la decadenza del giornalismo sportivo.
Se la paytv paga, la paytv comanda: ecco l’introduzione del VAR (che serve solo a fare parentesi di spettacolo, se non ci avete fatto caso notate che da un po’ di tempo dopo opgni gol c’è da aspettare anche se è regolarissimo, è uno stacchetto scenico ad uso e consumo teatrale), ecco l’avvento dei “giornalisti-teleimbonitori” che urlano la partita invece che commentarla o crnacarla.
Con il solito contorno: la bellona con le cosce e le tette di fuori che fa l’oca giuliva, il rimasto dal deposito rottami (vedi Tir Tiribocchi che parla come cammina e come segnava…..), un bel giro di frasi fatte (giocare in Italia è sempre difficile, un must) e di interviste impossibili (nel senso che è impossibile starle ad ascoltare tante banalità e luoghi comuni sparano).
Questo teatrino di nani, giocolieri e bellone ha soppiantato gente come Bisteccone, Valenti (che era della Fiorentina e non lo diede mai a vedere) e Minà che quando facevano le interviste chiedevano cose interessanti da chiedere e da sentire rispondere.
Mi trovo sempre più escluso dai giochi….
Marzo 28th, 2023 alle 13:01
Aveccene di Gianni Minà…
Marzo 28th, 2023 alle 13:05
Grazie David per questo tuo ricordo. Ascoltavo sempre con grande attenzione e piacere Gianni Minà, giornalista prezioso e persona autentica.
Marzo 28th, 2023 alle 13:06
bel ricordo
Marzo 28th, 2023 alle 13:40
Maladetto ti darei un bacio… peccato tu non sei una bella f…
Marzo 28th, 2023 alle 14:29
Maladetto, nel suo gran bel post, cita Paolo Valenti.
Qualcun altro si ricorda che una volta fece trapelare la sua passione Viola?
Quando battemmo l’Inter 4-3 con quel gol di astuzia e rapina di Borgonovo che intercettò un retropassaggio, Valenti fece vedere il gol nel collegamento immediatamente successivo alla fine delle partite senza aspettare 90° minuto. Fu la prima e unica volta.
Marzo 28th, 2023 alle 14:52
David, quello che hai raccontato rientra perfettamente nel personaggio di Gianni Minà. Intelligentissimo, arguto, curioso, sincero nei suoi slanci, ma anche un po’ (tanto) sgangherato e disordinato. Vai a sapere dove gli sarà finito quel pizzino. O semplicemente, sarà stato sopraffatto da mille altri spunti.
Negli anni 90 insieme ad un gruppo di amici universitari, idealisti e sognatori con cui avevamo costituito una associazione politico culturale (la milionesima di nome “Agorà”, che vinse di un niente su “Koiné”. No, la fantasia non era il nostro forte…), lo agganciamo tramite non ricordo più quale contatto. Andiamo a trovarlo a Roma, gli raccontiamo cosa facciamo e perché ci piacerebbe averlo ad una nostra iniziativa sul terzo mondo. E’ interessato, sinceramente. Fa un sacco di domande, precise, pertinenti, prende anche qualche appunto. Ovviamente, è felicissimo di darci una mano, assolutamente a titolo gratuito, vuole solo il viaggio e le spese vive, a meno che non riesca a combinare la salita in Toscana per qualche altro impegno di lavoro; nel qual caso non vuole niente.
Non è mai venuto. Più sentito. Il contatto ci dice che con lui spesso è così. Non lo fa con cattiva intenzione, solo che un minuto dopo avrà inventato qualche altra operazione da fare e si sarà dimenticato.
Un grande Gianni Minà.
Marzo 28th, 2023 alle 16:00
Ci ha lasciato un GIGANTE.
Il sabato pomeriggio si giocava al sistemone (con la sigla più bella di sempre) e la domenica si aspettava di capire chi avrebbe portato a Bussoladomani…
L’altra Domenica, Blitz, le interviste, l’impegno umano e politico.
Immenso
SFV
Mamo
Marzo 28th, 2023 alle 16:13
Maledetto Toscano,
a mio parere l’appiattimento del giornalismo non è colpa delle paytv ma del mondo che cambia, a volte in peggio, in seno ad un processo che non si può, nostro malgrado, invertire.
Nonostante ciò, condivido il senso del tuo post con una riserva.
A mio parere Galeazzi non c’entra nulla con Valenti, Minà ed altri di quel profilo.
Galeazzi è stato un ex atleta poi giornalista, competente di canottaggio ed entusiasmante (negli ultimi tempi anche eccessivo) nella telocronaca.
Meno competente nel tennis dove rappresentava, rispetto all’eleganza tipicamente tennistica di Guido Oddo, la parte più popolare, quella del Foro Italico dal tifo acceso, declinando le cronache tennistiche sulla scorta di quelle calcistiche.
Per me, amante del racconto in stile Tommasi-Clerici, non faceva un gran servizio al tennis anche se, forse, con il suo modo di fare ha avvicinato platee estranee al gioco della pallina.
E’ stato bravo, precursore e divertente nelle interviste “sul campo”, che realizzava, appena prima del fischi iniziale e subito dopo quello finale del big match della seria A, per la domenica sportiva sul finire degli anni 80, quando i giornlaisti RAi avevano accesso al terreno di gioco.
Non sto intendendo che non sia stato un bravo giornalista, sia chiaro. Ha aanche inventato uno stile, se di stile si può parlare.
A mio parere, tuttavia, non rentra nel gruppo dei Minà, dei Valenti nel quale personalmente inserisco pur con meriti, stile e competenze differenti, Beppe Viola, Sandro Ciotti, Tito Stagno, Gianni Clerici e Gianni Mura.
Galeazzi a mio modo di vedere era una cosa divesa…
Marzo 28th, 2023 alle 16:39
Di Minà non sto a raccontare la sua qualità di uomo e giornalista, ma voglio ricordare l’intervista che più mi è rimasta nel cuore.
Quella che fece a Massimo Troisi in occasione della vittoria del primo scudetto del Napoli. Lì vedemmo un Minà perfetta spalla di quel comico arguto che era Massimo Troisi.
Alessio Rui, condivido perfettamente il tuo intervento, tra l’altro sostanzialmente in linea logica con gli altri interventi.
Però, pur dandoti ragione, ti dico, che non ho ancora conosciuto di fama o di persona un giornalista che riesca ad essere perfettamente imparziale. Anche io nella mia vita, per quanto cerco di essere imparziale, un po’ (o molto in alcuni casi) il lenzuolo lo tiro dalla mia parte.
Minà, uomo dei mancati appuntamenti telefonici, grazie per aver potuto godere delle tue interviste.
David e Shimon, credo che comunque Minà non abbia voluto prendervi in giro o illudervi, non sarebbe coerente con il suo personaggio. Ma come credo ha detto Shimon era forse un disordinato e avrà dimenticato o perso i riferimenti.
Un saluto, anche a te Minà.
Marzo 28th, 2023 alle 17:45
mi dispiace davvero, non che lo amassi particolarmente ma mi restava simpatico. un po diverso da tutti i suoi colleghi, un po strano come tipo ma era un tifoso del Toro e questo me lo faceva restare ancora più simpatico. Mi viene sempre in mente quando Fiorello lo imitava a Viva radio due e iniziava a sciorinare nomi su nomi iniziando sempre col classico: “eravamo io, Fidel, Sotomayor, Teofilo Stevenson…” e giù altri cento nomi assurdi. Minà era molto autoironico e a volte partecipava, era molto divertente. Poi comunque ha fatto anche le sue interviste impossibili anche al di fuori di Cuba che lui adorava. non credo che sia come dice Maledetto Toscano, è vero i tempi del calcio sono cambiati con i telecronisti che vociano, le musichette dopo i gol, i balletti come esultanze e tante altre cose insopportabili; A parte che non sono d’accordo sul var che serve anche se ormai esulto solo quando gli avversari riprendono il gioco battendo al centro, ma anche sui giornalisti che ha citato: a Bisteccone Galeazzi volevamo tutti bene ma quando era in auge veniva considerato un po un citrullaccio nel senso buono del termine, non certo un cardine del giornalismo sportivo. Paolo Valenti faceva il dopo partita, ora c’è un altro al suo posto ma la trasmissione ha poco appeal. Novantesimo minuto di Valenti era un must, si vedevano i gol per la prima volta, lo aspettavamo tutti con ansia con l’esercito degli inviati che in tre minuti ci raccontavano tutto, oggi ti fanno vedere tutto in diretta, è cambiato il mondo, non è ne meglio ne peggio, è un altra cosa. Minà non era uno che raccontava le partite, le commentava a freddo con quel suo stile un po da osteria. forse un personaggio come lui funzionerebbe ancora, purtroppo aveva più di ottanta anni ed era sparito da un po. Ora ritroverà Fidel, Cassius Clay e tutti i suoi miti. che tristezza.
Marzo 28th, 2023 alle 18:06
@Alessio Rui:
Beppe Viola… Mai troppo rimpianto.
Andava oltre i “limiti” del giornalista.
Sfiorava l’artista.
Uno che riuscì a trasmettere alla Domenica sportiva le immagini di un veccho derby di Milano perché quello del giorno era stato troppo brutto.
Altro che “gioco di prstigio” e “Non va”.
https://www.linkideeperlatv.it/beppe-viola-e-il-derbycidio-del-77/
Marzo 28th, 2023 alle 18:38
Le riflessioni su “ io e Mina’ “ dimostrano doti di nobiltà d’animo sincerità e umanità. Le apprezzo , me ne compiaccio e VOGLIO credere che siano vere e reali , dotazione del “personaggio David Guetta giornalista professionista” .
Quello che non accetto invece , per questo mi fa essere assente abbastanza spesso dal commentare e commentarti (anche se non te ne frega niente) , è quando ti esprimi come nel “ Lo sapevamo “ mostrando una parte di te presuntuosa o almeno saccente.
Dare per scontato che tutti dovevamo sapere o almeno immaginarsi dei “ due anni di purgatorio” e privarci anche della speranza che qualcuno dei tuoi amici che contano , si riavesse sulla via di Damasco , è chiedere e pretendere troppo.
Non solo la speranza è l’ultima a morire , ma almeno poter immaginarsi che , visto il cambiamento nazionale , qualcuno dei politici indigeni avesse il buon gusto di interrogarsi sulla giustezza o meno delle decisioni assunte , È CHIEDERE TROPPO ??? È ILLUSORIO E IRRAZIONALE???
Insomma , per dirla alla fiorentina , fare come San Lorenzo , pigliarlo nel cxlo e far silenzio , è difficile da accettare quando da 50 anni mi frugo per tre abbonamenti di poltrona.
Darlo per scontato come affermi te , è anche irritante.
Le soluzioni erano e sono solo due : stadio nuovo o rifacimento/restauro del vecchio. Non è giusto che nella seconda ipotesi NON si sia trovata una sistemazione sostitutiva in città potenziando Il Ridolfi oppure il Centro sportivo dei Marescialli o come si chiama , anzi era una operazione che doveva essere già stata fatta.
Si subiscono le conseguenze di “ improvvisati “ che sanno suggerire solo accomodamenti e rabberci utilizzando altre realtà senza nemmeno interpellarle tanto per continuare a fare i padroni , in questo caso , in casa d’altri.
Non te ne avere della mia sincerità, ma per onestà penso che questo blog sia libera espressione di pensiero …………in questo caso il mio non coincide con il tuo.
Ad maiora sopratutto per la Viola!
Marzo 28th, 2023 alle 19:08
Ricordo di lui in ultima fila al Bagno 90° Minuto a Le Focette.
Sempre a leggere.
Sempre cortese.
La Primula Viola
Marzo 28th, 2023 alle 19:41
Caro Immonda,
intanto un bacio te lo mando io, poi si vedrà se me lo ricambi……
Caro Franz Paperott,
a quanto ricordassi io, che Valenti fosse della Fiorentina l’ho saputo dal racconto celebrativo post mortem di Nando Martellini. Siccome però te hai un occhio oltre che un orecchio fino e memoria aguzza, mi prendo volentieri la tua perla.
Caro Alessio Rui,
altra persona intelligente tu sei.
Convieni con me che assistiamo ad un processo di imbarbarimento globale che niente e nessuno risparmia.
Su Bisteccone Galeazzi: vero, non aveva la competenza e la precisione dei suoi colleghi in nessun campo, nel tennis come nel canottaggio come nel calcio.
Metteva però nel racconto un lato umano che agli altri mancava: Tommasi era una macchinetta mangia statistiche, Clerici uno scriba sopraffino, Scanagatta un po’ di tutti gli altri anche perché è l’ultimo rimasto, della generazione della Domenica sportiva o di 90simo non parlo neanche di cui però anche lui ha fatto parte ed un motivo ci sarà.
Non parlo nemmeno del cinismo di Sconcerti.
Ti ricorderai però le ultime apparizioni televisive di un Galeazzi sofferente: lì si è vista la caratura umana e professionale di un giornalista che stava in tv per servire gli ascoltatori e non per farsi incensare da essi.
Galeazzi quasi infermo dalla Venier era del tutto simile a quello che rincorse Maradona per intervistarlo sul campo fino negli spogliatoi e non c’è nessuna differenza fra quella e l’intervista di Minà a Fidel Castro.
Esattamente l’inverso di quanto accade oggi dove i giornalisti sportivi devono prima di tutto fare spettacolo e per fare spettacolo bisogna parlare o gridare cercando nello specchio il profilo migliore.
I giornalisti delle paytv parlano guardando la telecamera, non gli spettatori.
Accanto a Bisteccone, chiudo calando un asso: ti ricordi Marcello Giannini ? Commentava le partite della Fiorentina con discorsi del tutto privi di consequenzialità nè logica nè cronologica, infatti raccontava spesso il gol fuori sincrono con le immagini.
Ma era un giornalista vero e quando parlava lui ti sembrava di essere in campo.
Marzo 29th, 2023 alle 07:54
@19 maledetto,in realtà lo disse lo stesso valenti all’ultimo 90mo prima di andare in pensione
Marzo 29th, 2023 alle 08:07
Fuori tema
Con un click persi 19 miliardi.
Marzo 29th, 2023 alle 10:44
Caro Maledetto Toscano,
scusandomi per il terzo intervento in 24 ore, e ringraziandoTi per l’avermi definito persona intelligente, rilevo come la discussione stia esondando su persone, situazioni e tematiche che, giocoforza, non possono lasciare insensibile chi, come il sottoscritto, in quell’epoca ballava tra l’adolescenza e la gioventù.
La mia era solo una distinzione di natura umano-professionale onde evitare che tuttti “quelli bravi” venissero collocati allo stesso livello dei mostri sacri.
Premesso ciò, ma questo è un pensiero personale, credo che alcune esibizioni di Galeazzi a “Domenica In” abbiano più tolto che dato al profilo del giornalista, pur erigendolo per certi versi a showman.
Su Marcello Giannini, che stimavo, ti devo a malincoure confidare che per me, tifoso viola fuori Firenze, è risultato spesso una spada di damocle perchè gli si rinfacciava, non a torto, una parzialità in favore della Fiorentina senza limiti. Te lo dico con la morte nel cuore ma era considerato quasi alla stregua di una macchietta in alcuni ambienti fuori dalla Tosacana, In effeti, il suo tifo era palese.
Ora, se da un lato mi si cita la classe di Valenti, nel non far emergere le sue prefeenze, comprendi come non possa posizionarlo sullo stesso piano di Giannini che era fazioso di natura.
Due modi diversi, non che uno fosse corretto e l’altro sbagliato, ma diversi.
E quanto vale per Giannini vale per molti altri corrispondenti locali.
Stanto ai resoconti di Franco Strippoli il Bari pareva l’Ajax di Crujff e Neeskens.
A sentir Tonino Carino alcune gare dell’Ascoli sembravano quelle del Brasile del 70.
Luigi Necco celebrava i fasti del Napoli ben prima dell’arrivo di Maradona e così via…
Oggi i giornalisti tifosi, con meno garbo e più aggressività, si sono spostati nelle tv private ma il meccanismo non è così dissimile
Sono i modi, il linguaggio, l’eleganza e l’educazione che oggi fatichiamo ad intravedere…
Ma è un problema del mondo…
Rispetto ai Minà, ai Mura, ai Viola, i Giannini e gli altri di novantesimo minuto dalle sedi locali, per quanto bravi, rappresentavano altro.
Aggiungo che, quando critichiamo il sistema comunicativo di oggi, dobbiamo tener conto delle condizioni in cui i ragazzi giovani lavorano.
Ai tempi di cui sopra, la Rai aveva il monopolio e gestiva tutto a suo piacimento.
Oggi c’è molta competitività tra tv (nazioanali e locali) radio, siti internet e giornali che sono oramai retrocessi all’ultimo posto nella gerarchia delle fonti.
I casi della morte di Raiola data in anticipo o della malattia di Mihajlovic svelata da chi aveva ricevuto una confdenza ci dimostrano come per sopravvivere (non per vivere) le testate debbano cercare di dare prima possibile la notizia per anticipare la concorrenza, con il sequenziale accrescimento del livello di approssimazione e di opportunismo.
Da ultimo, spero che “macchinetta mangia statistiche”, ovvero la locuzione che hai usato per Tommasi, non contenesse uno scopo canzonatorio-dispregiativo.
Tommasi le statstiche, oltre a citarle, aveva la pazienza di compilarle e la capacità di interpretarle. A dimostrazione della sua immensa competenza di tutti gli sport (non solo di tennis e boxe come molti pensano).
I suoi non erano numeri snocciolati per esercizio di stile bensì la dimostrazione della tesi che andava discutendo.
E’ stato tra i pochi ad essere telecronista, giornalista di carta stampata e conduttore allo stesso tempo. Il tutto condito da una perfetta conoscenza della lingua italiana.
Credo che Flavio Tranquillo possa essere il suo successore naturale come Buffa lo possa essere (non per stile ma per fascino) di Clerici e, mentre lo scrivo, sorrido al pensiero che anche nel presente si possano incrociare voci e firme di rilievo.
Marzo 29th, 2023 alle 11:36
Caro Alessio Rui,
ovviamente, “mangia statistiche” non voleva essere offensivo, come non voleva essere offensivo il ciniscmo imputato a Sconcerti.
Ho scritto così solo per brevità.
Concordo su tutto, eccetto che su un passaggio che trascrivo fedelmente:” Oggi i giornalisti tifosi, con meno garbo e più aggressività, si sono spostati nelle tv private ma il meccanismo non è così dissimile”
I giornalisti spostati sulle tv private non sono giornalisti – tifosi, sono dei prezzolati che sanno benissimo che per galleggiare in quell’ambiente devono atteggiarsi a nani e ballerine.
Insomma, devono essere capaci di riempire quel minuto minimo di VAR che c’è sempre dopo un gol anche regolarissimo con uno dei loro stacchetti scenici, che poi si prolunga per tutta la partita.
Si è detto di Paolo Valenti: ti ricordi che ritmo imprimeva a 90 minuto ? E come richiamava i corrispondenti locali quando lo mandavano fuori tempo ?
Quel ritmo fatto tutto di tempi giornalistici – come esiste un tempo teatrale, un tempo cabarettistico, un tempo culinario e quanto altro – oggi non c’è più.
Le telecronache SKY-DAZN (peggio Dazn di SKY) fanno da collante alla continua vivisezione della partita che fanno la VAR ed il fuorigioco automatico con le sagome tagliate all’altezza del calcagno: fanno uno spettacolo a sè stante, dove il calcio fa semplice comprimario.
SU Marcello Giannini: è vero, era evidentemente ma paciosamente fazioso ma tutto sommato in quei tempi ad essere giornalista filo-viola non davi poi tanta noia a nessuno.
Se andasse in onda oggi, sembrerebbe un handicappato della parola. Io invece lo ritengo un virtuoso dello schermo, guarda un po’ te…..
Per il resto ti sottoscrivo in pieno.
Marzo 29th, 2023 alle 11:45
Cara Monica,
se non ricordo male, Paolo Valenti morì improvvisamente fra l’ottava e la nona partita della stagione 90/91, non fece a tempo ad andare in pensione ed a dichiarare la sua squadra ma potei anche sbagliarmi, sono ricordi lontani.
Marzo 29th, 2023 alle 12:48
Una delle tante ragioni per le quali mi piaceva ascoltare le interviste di Minà, stava nel privilegiare gli intervistati rispetto ai tempi televisivi. Non interrompeva, a meno che non fosse strettamente necessario; lasciava rispondere col tempo che ci voleva. I cosiddetti tempi televisivi sono una cosa che non sopporto, in generale e soprattutto nei dibattiti politici. Devono esporre concetti e idee nell’arco di un minuto, massimo due. Evidentemente ritengono che noi telespettatori abbiamo il livello di attenzione di un criceto e non ce la facciamo ad ascoltare un ragionamento più complesso. Minà sapeva ascoltare e far parlare, era spesso empatico con l’intervistato e riusciva a tirare fuori la persona. Resterà per sempre fra i più bravi, fra i quali metto anche Andrea Barbato, finito troppo presto nel dimenticatoio.
Marzo 29th, 2023 alle 12:57
No, Monica, ma che scheri davvero?
Lo disse Martellini la settimana dopo.
Feci una frignata… Ogni tanto su YouTube me lo riguardo ancora.
https://www.youtube.com/watch?v=a7JEULh1Lpw
Marzo 29th, 2023 alle 12:59
E mi vengono ancora i lucciconi…
Marzo 29th, 2023 alle 13:24
Da quel che ricordo, durante il primo 90° minuto successivo alla sua improvvisa scomparsa, il sostituto parlo di Valenti, rivelando a tutti la sua passione viola che aveva sempre mantenuta segreta per questioni professionali.
Cirano
Marzo 29th, 2023 alle 13:49
90 minuto dai fine sessanta e per tutti gli anni ottanta, al quale tutti gli appassionati di calcio facevano riferimento, più della DS, era un cabaret guidato dall’imparziale Paolo Valenti e recitato dai tifosissimi giornalisti che parlavano dalle varie sedi.
A me piaceva proprio per quello, tanto poi la settimana dopo era il turno del giornalista che la settimana prima faceva altro perchè la propria squadra giocava in trasferta.
Quello era il tocco genuino, sanguigno, schierato, che faceva sembrare il calcio italiano più partecipato, più vicino alla gente, più popolare.
Il giorno dopo a scuola parlavamo degli show di Bubba, Castellotti, Pasini, Giacoia, Strippoli, prendendoli in giro, ma divertiti dalle loro apparizioni.
La Domenica Sportiva invece parlava soprattutto di Juve, Inter, Milan e Roma, relegando le squadre provinciali a notte fonda, mentre a 90esimo non era raro vedere il Catanzaro come primo filmato e il Cesena a seguire.
Mi faceva godere che nell’epico bianco e nero di allora, Palanca venisse raccontato come fosse Rensenbrinck o Bachlechner paragonato a Collovati.
Adesso regna l’ipocrisia e si sente benissimo il gobbo o il romanista di turno che cerca di fare il super partes, senza convincere nessuno.
Novantesimo è stato una palestra di educazione alla bellezza e pulizia del calcio, per cui ci si può (deve) rispettare anche se si tifano squadre diverse e che sul campo si odiano.
Marzo 29th, 2023 alle 16:09
Alessio Rui è Maledetto Toscano che piacere leggervi in queste vostre belle puntualizzazioni.
Non vi nego che mi viene un po’ di malinconia.
Un saluto.
Marzo 29th, 2023 alle 17:23
@alessio rui,anche a me piace molto buffa,i suoi racconti sono tra le mie cose preferite su sky!
@maladetto: mah…la vecchiaia incombe e può darsi che mi sbagli,a me sembrava che lo avesse detto lui a fine carriera,ma tutto può essere!
Di Giannini mi sembra di ricordare che fu cacciato da 90mo proprio perché troppo di parte. Mi sembra,eh?!
Marzo 29th, 2023 alle 17:28
@maladetto:
….caspita! Qui si rincoglionisce,altroché! Mi sono voluta togliere il dubbio e ho controllato,hai rqgione te,e l’ha detto martellini!
Chissà dove l’ho sognato!
Marzo 29th, 2023 alle 19:16
Direi che lo scritto di robertodisanjacpino mette fine a tutte le discussioni.
Marzo 29th, 2023 alle 20:13
Nel pianeta calcio il più grande è stato Gianni Brera.Straccio’Rivera e Mazzola Alessandro chiamandoli abitini.
Marzo 29th, 2023 alle 20:14
Abitini correggo.
Marzo 29th, 2023 alle 20:15
Abatini finalmente.
Marzo 29th, 2023 alle 20:18
Straccio’anche il mitico sestetto difensivo viola del 1955/56 appellandosi “il blocco dei brocchi.
Marzo 29th, 2023 alle 21:30
Si franz,avete ragione! 😯
Mi ricordavo male!
Marzo 29th, 2023 alle 21:33
@29 robertosanjacopino,perché a 90mo facevano all’incontro,partivano dalle ultime per lasciare le più importanti alla fine.
(Almeno questo penso di ricordarmelo bene!…😂)
Marzo 29th, 2023 alle 22:17
Ho fallito il mio intervento volevo affermare che il più importante giornalista del pianeta calcio è stato Gianni Brera conio “l’appellativo ABATINI per Rivera e Mazzola Alessandro.
Marzo 29th, 2023 alle 22:19
Affermò anche che il mitico sestetto difensivo viola del 1955 1956 era il blocco dei brocchi dopo una partita della Nazionale in Egitto
Marzo 30th, 2023 alle 06:20
Hai sbagliato!
Dopo 15 giorni da quell’incontro, dovevi prendere il treno, andare a casa sua, suonare forte il campanello e ricordargli “la promessa”.
Magari scoprivi che il foglietto con il tuo numero era scivolato via dalla tasca…
Sliding doors.
Marzo 30th, 2023 alle 08:53
@classe 1937: ebetino a Giancarlo Antognoni…
Marzo 30th, 2023 alle 08:56
Non è vero che non ci sono giornalisti competenti, non è vero nemmeno che le trasmissioni sono solo zeppe di bellone con cosce e petto al vento. Basta sapere cosa si ricerca. Queste affermazioni sono il trionfo della banalità ma evidentemente si cerca solo quella e quindi quella si trova. Basta spostarsi dalle radio o TV locali che invece vedo essere molto frequentate, salvo poi lamentarsi della scarsità della competenza. Sinceramente io quando sento Pierantozzi che parla di Rugby, o Roggero che parla di atletica o Marianella che parla di calcio, così come Borghi, trovo opinioni almeno supportate da tesi solide. Ripeto che se si cerca la banalità non ci si può lamentare di trovarla. Mi viene il sospetto che in verità non si sappia cosa cercare e quindi ci si lamenta tanto per… .
Marzo 30th, 2023 alle 14:23
Fuori tema
Ieri credevo di guardare il solito documentario dell’istituto Luce con i balilla che acclamavano, bandierine al vento, il gerarca fascista di turno. Le immagini però erano a colori e c’era una bambina bionda che si divertiva come una matta a montare sopra un F35 che, per chi non lo sapesse, è un aereo da GUERRA che semina morte, poi ho realizzato: la bambina era il presidente del consiglio che dopo aver varato il 13′ condono fiscale della sua legislatura, dopo aver decretato che per i lavori pubblici non si fanno più gare, dopo aver detto no al salario minimo nonostante l’inflazione, dopo essersene sbattuta dell’allarme dell’ente anti corruzione (enac), era lì a fare la pubblicità per gli amici del suo ministro affarista in armamenti. Complimenti a chi l’ha votata, molti complimenti.
Marzo 30th, 2023 alle 14:51
In uomo un mito una leggenda.
Grazie Gianni per le tue perle di giornalismo, per la tua gentilezza e simpatia.
Riposa in pace.
Lucky
Marzo 30th, 2023 alle 17:16
@Iena: Giornalisti competenti ci sono, ma se si cita Beppe Viola si parla di un giornalista, umorista, scrittore, sceneggiatore, autore di canzoni, autore di testi per il cabaret… Insomma, uno che andava oltre. Lo stesso si poteva dire di Brera, di Clerici, di Sandro Ciotti e anche di Bruno Longhi, che addirittura ha suonato il basso in un pezzo di Battisti. Diciamo che oggi al massimo abbiamo giornalisti competenti.
Saluti.
Marzo 30th, 2023 alle 21:30
@Iena 45:
E tu l’hai fatta la tua… Ora parte il putiferio. 🤣🤣🤣
Marzo 30th, 2023 alle 22:16
OT,scusate.
al di là di come la si pensi e se è una cosa fatta bene oppure no,posso capire che il franchi è considerato alla stregua di un monumento protetto dalle belle arti e quindi potrebbe rientrare nel PNRR.
ma lo stadio di venezia? che è protetto anche quello??
Marzo 31st, 2023 alle 00:49
Franz, aggiungi Mura e Paolo Rosi al tuo elenco e abbiamo fatto il parterre de roi.
Marzo 31st, 2023 alle 01:11
@n 46 chiamami iena: se non sbaglio avemmo delle discussioni un anno fa sull’opportunità di combattere una guerra che non è nostra per difendere uno che è quasi peggio dell’altro. Non ho votato la Meloni proprio perché troppo atlantista e favorevole a questa stroncata imposta i dagli usa. Ma in questo dramma non ci ha portato la Meloni, bensì Letta con tutto il PD, Draghi che era presidente del consiglio i 5stelle che ora ringambano per raccattare qualche voto nei sondaggi e tutte le forze politiche ad eccezione di Paragone e Rizzo. Quindi il tuo post è abbastanza demenziale e dovresti menzionare tutti. La propaganda pro guerra è fatta da tutto il main stream non solo dalla Meloni. Poi se devi venire sul blog e recitare la propaganda PD sotto un post sulla morte di Gianni Mina’ faresti meglio a fare qualcos’altro di più utile. Vota la Schlein così vedrai che la Meloni governerà per molto tempo e vista l alternativa, direi fortunatamente anche se le elezioni che contano veramente saranno le europee.
Marzo 31st, 2023 alle 10:55
GIANNI MINA’
Lo ricordo in uno scontro con Luttwak nel quale ribadiva la sostanziale mancanza delle armi nella cultura di massa Europea, e la stabilità che ne era derivata per decine di anni, alla replica del guerrafondaio sulla cultura prona ai terroristi e alla consueta accusa di essere figlio del Comintern, rispose che era un cattolico e se vi era uno stalinista nel pensiero era proprio lui, il politologo made in USA. Indelebile la faccia allibita di Luttwak.
GIANNI BRERA.
Uomo della bassa amante della compagnia di amici davanti ad un bicchiere di rosso e in una trattoria tipica, aveva una teoria che portò avanti nel tempo. L’italiano atleta non poteva competere con i “marcantoni” del nord e allora prendeva i suoi frutti più robusti in difesa, generalmente “Furlan” e “Piemontes” a contrastare il nordico slancio col catenaccio e utilizzava gli altri, figli del sud, i “brevilinei” per il contropiede.
Polemista e affabulatore con la verve della dialettica brillante e la passione per le storie dell’uomo e degli uomini, creatore di molteplici neologismi che diventeranno patrimonio comune nel mondo del giornalismo comune.
BEPPE VIOLA:
Si presentava dicendo “mi chiamo sterile”. Si era infatti sottoposto a vasectomia dopo aver avuto 4 figlie se non ricordo male. Pungente e ironico dotato di una poetica anche nel mostrare il calcio, amico di una Milano straordinaria da Jannacci a Gaber, tanto per dirne due, scrittore, autore, presentatore eclettico. Alla vigilia del Natale 1978 prende Rivera e sotto una neve che rende Milano quasi fiabesca prima in tram in mezzo alla gente e poi per i gradoni del San Siro intervista il calciatore sullo sport ma anche sulla vita in generale, con inserti di amici e avversari del campo e fuori, nel quale nessuno interrompe l’altro, il tutto condito da musiche del tempo. Una confezione unica e irripetibile che ogni tanto vado a riguardare su Raiplay.
L’intervista si conclude con l’uscita di scena del giornalista e dei tecnici al seguito, mentre il giocatore si affaccia sull’arena coperta di neve un breve sguardo fisso che racconta amore, storia e fine imminente.
La storia della mia giovinezza, in fondo, come l’attesa spasmodica per 90° minuto in cui il calcio era raccontato generalmente con garbo e pacatezza, e che sfornava oltre ai già ricordati gente come Ennio Vitanza e il pittore Ferruccio Gard. Giulio Oddo che invece proveniva da Domenica Sprint era chiamato dai colleghi il “Gentleman” e proveniva dallo sci oltre a essere un abituè della Scala.
Mi sia permessa un po’ di nostalgia.
Marzo 31st, 2023 alle 17:37
Rimonta
Rimonta
Rimonta
Rimonta
Rimonta
Cova
Cova
Cova
Cova
Cova
Per me le due indimenticabili.
E chiedo scusa a tutti gli amanti della Nobile Arte…
SFV
Mamo
Marzo 31st, 2023 alle 19:18
Quiz per gli espertissimi, con la richiesta di non cercare la risposta sul web.
Che famosissima squadra è la seguente?
Hals, Seghers, Jordaens, Van Goyen, Van Dijck, Van Ruysdael, Van der Neer, Brouwer, Van Rijn, Van Ostade, Teniers.
Marzo 31st, 2023 alle 20:17
@Roberto: Non lo so, ora vo a vedere.
@Mamo:Esce Schildauer…
Marzo 31st, 2023 alle 20:20
Roberto, vai a cacare… 😂😂😂😂
Aprile 1st, 2023 alle 07:20
Attentato di Via Rasella, il falso di La Russa: ‘Colpita banda musicale di semi pensionati’. Ma erano un battaglione e il più vecchio aveva 42 anni
Premesso che la Roma in cui i GAP agirono era quella già funestata dalle deportazioni nei lager del 7 ottobre 1943 (oltre duemila carabinieri) e del 16 ottobre (1.024 romani ebrei catturati nel Ghetto e altrove), dalle camere di tortura naziste in via Tasso e da quelle fasciste nelle pensioni Jaccarino e Oltremare “gestite” dalla Banda Koch, dalle 68 fucilazioni nel Forte Bravetta, è opportuno ricordare a La Russa che:
1. Con la sentenza del 19 luglio 1957, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’attentato partigiano “era diretto contro la Germania”. Questa “era in istato di guerra con l’Italia dal 13 ottobre 1943 e che aveva instaurato una vera e propria occupazione militare bellica di gran parte del territorio nazionale; posto che il governo legittimo italiano aveva incitato gli italiani delle zone soggette a quell’occupazione a ribellarsi all’occupante e a compiere ogni possibile atto di sabotaggio e di ostilità, al fine di cooperare alla liberazione, per la quale combattevano, a fianco delle Nazioni Unite, le forze armate regolari, non sembra che possa seriamente dubitarsi che si trattasse di un atto di guerra. […] Lo Stato quindi ha considerato i partigiani come legittimi belligeranti, al pari degli appartenenti alle forze armate regolari”.
2. La sentenza del 20 luglio 1948, resa dal Tribunale Militare Territoriale di Roma nel processo contro Herbert Kappler (Obersturmbannführer della Gestapo nella Capitale), ha qualificato “come organo legittimo dello Stato italiano l’organizzazione militare della quale facevano parte gli attentatori. In conseguenza l’azione stessa non può non essere riferita allo Stato medesimo”.
3. Le formazioni partigiane “dovevano necessariamente condurre la lotta con atti di sabotaggio e con attacchi improvvisi e isolati, non esistendo un regolare fronte di guerra”.
4. “L’attentato in esame fu un atto legittimo di guerra, e, come tale, riferibile allo Stato e non ai singoli autori di esso”.
5. “Ogni attacco contro i tedeschi, in qualsiasi parte del territorio nazionale, rispondeva agli incitamenti impartiti dal governo legittimo (quello Badoglio, nda) e alle finalità politiche e militari da esso perseguite in unità d’intenti con le forze alleate e costituiva quindi un atto di guerra riferibile allo stesso governo”.
6. Con la sentenza 17172 del 6 agosto 2007 la Cassazione ha confermato la condanna nei confronti de Il Giornale berlusconiano, che aveva imbastito una campagna diffamatoria contro i partigiani di via Rasella, con argomenti falsi analoghi a quelli adottati da La Russa, seppur con toni ben più aggressivi.
7. Secondo quest’ultima sentenza, la compagnia del reggimento Bozen non era “composta da vecchi militari, disarmati. Al contrario […] si trattava di soggetti pienamente atti alle armi, di età […] tra i 26 ed i 43 anni” ed erano “dotati di sei bombe (a mano, nda) e di machinepistolen (mitragliatrici, nda).
8. I componenti del battaglione colpito dall’attentato, “facendo parte dell’esercito tedesco, […] erano sicuramente altoatesini che avevano optato per la cittadinanza germanica”.
9. L’11esima compagnia del Polizeiregiment Bozen/Sudtirol (dal 16 aprile 1944 chiamato SS-Polizeiregiment Bozen) era acquartierata nelle soffitte del Viminale; da lì tutte le mattine si recava a svolgere le esercitazioni, come spiegò lo stesso Herbert Kappler. Nel giorno dell’attentato stavano rientrando, dopo l’esercitazione di tiro effettuata nel poligono di Tor di Quinto.
10. Le 335 vittime dei nazisti nelle Fosse ardeatine sono state identificate, tranne nove: “A cadere sotto il piombo tedesco furono generali e straccivendoli, operai e intellettuali, commercianti e artigiani, un prete e 75 ebrei; monarchici e azionisti, liberali e comunisti, ma anche persone prive di appartenenza politica”, si legge nel libro L’ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria, dello storico Alessandro Portelli (Donzelli, 1999 Roma).
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POLITICA | DI MARCO BRANDO.
Il decalogo sulle Fosse Ardeatine ad uso della presidente Meloni, che dimentica l’antifascismo
Si sa che Kappler, incaricato di organizzare il massacro, si era recato nelle prigioni del Viminale per controllare di persona la lista degli arrestati e cercare i nomi dei condannati e delle persone che potevano essere sospettate di attività partigiane o anti-tedesche. Non risultò tra i prescelti nessun iscritto al partito fascista, guarda caso.
Insomma, il presidente del Senato Ignazio La Russa, nonostante il busto di Mussolini esibito a casa sua, dovrebbe ricordarsi di essere la seconda carica dello Stato italiano, nato dalla Resistenza e dall’antifascismo. Inoltre potrebbe avere il buon senso di non riciclare informazioni farlocche già usate nel 1997 (si veda la sentenza citata) per diffamare la Resistenza e i partigiani.
Di certo, qui ci siamo già chiesti quale potrebbe essere il suo atteggiamento in certe occasioni. La risposta, ahimè, è ancora una volta implicita e ovvia.
Il Fatto Quotidiano
Ps
Aggiungo solo che qui non si tratta di votare per quello o quell’altro, come chi essendo inibito al pensiero deduce in un tipo di osservazione come questa, qui si parla di conoscere di cosa si parla, di voler mistificare la storia a favore dei fascisti e tentando di insultare gli antifascisti.
@ razdeganne non mi pare di aver discusso con te, se l’ho fatto è stata una svista e mi scuso prima di tutto con me stesso dato che non mi piace perdere tempo e dato che tu sei chiaramente come quello che invece della luna guarda il dito, ed il dito che indica e che tu guardi è sempre quello parziale del tuo parziale pensiero…ma come si dice “ognuno fa con quello che ha.” Purtroppo per te,o per fortuna, dato che non ti viene richiesto di faticare a pensare, tu hai molto poco da usare e chissà perché segui sempre chi ti fa poco faticare.
Quindi lascio perdere che, come diceva Giacomo Poretti, “inutile parlare con le piante grasse”.
Aprile 1st, 2023 alle 07:51
E dopo aver salutato (anche) Gianni Mina’, torna in scena la squadra del cuore in un tour de France (come direbbe Frassica) mica da ridere. Oggi a Milano è pericolosa. Le pause non ci fanno bene quasi peggio a quando ne giochiamo 3 a settimana (oh come siamo delicati!). Poi l’Inter è una bestia ferita dal recente furto juventino e nonostante abbia rubato nettamente a noi all’andata (Dzeko che sbilancia milenkovic impedendogli di colpire di testa è un danno procurato talmente netto che solo un fazioso può considerare “lieve”), che potrebbe pure avere un arbitro benevolo. E poi c’è la Cremonese all’orizzonte, una partita infida coi favori del pronostico tutti per i viola che però pesano sulla schiena dei giocatori come macigni. Non si può fallire l’accesso alla finale anche se la finale poi sarà completamente fuori portata viola perché con un trofeo in palio, è impossibile battere la Juve o l’Inter. Cmq è giusto provarci che il bello è giocarsela fino in fondo.
Aprile 1st, 2023 alle 14:43
Franz Paperott, stavo leggendo una monografia di Rembrandt e c’era l’elenco dei pittori olandesi di una certa importanza a lui contemporanei, tutti nati tra la fine del ‘500 e la metà del ‘600. Non ho messo dentro Rubens e Vermeer perchê il gioco sarebbe stato facile da scoprire.
Sembrava plausibile spacciarlo come l’undici di un PSV o Ajax degli anni cinquanta.
Va beh, cazzeggio aspettando il trionfo a San Siro.
Aprile 1st, 2023 alle 15:05
Chiamami iena al 57): il falso storico raccontato dal fascistissimo Presidente del Senato, così come la strage delle Fosse Ardeatine derubricata da Meloni a eccidio contro gli Italiani, invece che verso antifascisti ed ebrei, fa parte di un tentativo di riscrittura della storia del periodo fascista operato dal governo di destra-destra.
Ed è un tentativo fatto di piccole prove successive, provocazioni lanciate là nel mucchio, tese a testare la risposta antifascista del popolo italiano.
Si cerca così di nascondere le responsabilità del ventennio dittatoriale per riabilitare di fatto i postfascisti come menti verginali uscite dalla modernità post-ideologica.
Secondo me sbagliano tattica, perchè cercare di riabilitare un passato che ci ha consegnato alla mancanza di libertà per almeno 19 anni (dal gennaio 1925 alla Liberazione), li lega indissolubilmente a quel passato invece che facilitare il presentare l’ora come diverso dall’ allora.
Saranno cinque anni difficili, credo comunque che ce la faremo a superarli, se quelli dell’altra parte non finiranno per sostenerli, come negli ultimi anni è accaduto quasi sempre, nei modi e nei fatti.
Serviranno occhio vigile e teste pensanti.
Aprile 1st, 2023 alle 15:40
Io mi vergogno di avere un presidente del Senato (seconda carica dello Ststo) come La Russa.
Le sue parole su via Rasella sono un’offesa alla decenza ed all’intelligenza umana.
Ma la cosa che più mi ha schifato è aver visto colui che ha casa piena di busti del Duce fare visita al monumento dell’olocausto in Israele, con tanto di coppolina. Disgusto totale.
Cirano
Aprile 1st, 2023 alle 16:19
bellino il paragone del dito e la luna, non l’ha mai detto nessuno, davvero originale. si vede che sei intelligente e che hai studiato, bravo. io non vedo ne il dito ne la luna ma vedo stopardi… lasciamo perdere va, la vita è troppo breve per sprecare tempo a discutere con quelli troppo intelligenti.
però è buffo vedere gente accalorarsi per fatti successi quasi cento anni fa, quando alle porte si sta avvicinando un possibile conflitto nucleare. a volte vi invidio, davvero.
Aprile 1st, 2023 alle 20:03
Razdeganne la gente non si accalora per fatti successi quasi 100 anni fa, ma perché qualcuno che sta al governo oggi cerca di cambiare versione sui quei fatti mistificando la storia, ed è vergognoso.
Com’era la storia del dito e la luna?
Aprile 1st, 2023 alle 20:17
Il trionfo è arrivato.
Siamo forti, gioia addosso e intorno a me.
E ancora siamo solo all’inizio.
Aprile 1st, 2023 alle 23:03
@ il 60:sulle cose che ti servono per la seconda la vedo parecchio dura 😁
Aprile 4th, 2023 alle 06:32
….
Risposta
Già inviato alla polizia postale
Ci vediamo tra un po’ in tribunale