Un po’ di fantamercato, in attesa eell’Atalanta

Per me sono da riscattare solo Gudmundsson, Fagioli, Gosens Folorinshi e Cataldi, acon un po’ di dispiacere per Adli, ma dubito, anche se mi piacerebbe, che possa giocare con Fagioli

Il resto lo lascerei perdere, anche perché in estate e’ pronto un bastimento carico di cavalli di ritorno che solo a pensarci viene paura

Il dibattito è ovviamente aperto

Mentre scrivo queste righe Firenze si sta muovendo per la prima giornata di primavera, non troppo diversa dalle altre e proprio per questo meritevole di attenzione, perché troppo spesso siamo troppo impegnati ad urlare quello che non ci piace mentre quasi mai invece stiamo attenti a quanto di bello viviamo ogni giorno

Come se tutto ci fosse dovuto per grazia divina

Firenze è una città solidale e la multa tolta proprio ieri al “libraio volante” delle Cure ne è una dimostrazione: i fiorentini sono scontrosi, ma nei momenti importanti hanno un cuore, è sempre stato così, dall’Alluvione ad oggi

Diverse cose possono essere migliorate, a cominciare dal traffico e dall’annosa questione degli affitti brevi, esistono zone in cui è meglio non avventurarsi oltre una certa ora, ma sulla delinquenza siamo entro il limite di guardia

Firenze bottegaia? Vero, ma è difficile non esserlo avendo in esposizione mondiale un concentrato unico di bellezza in così pochi chilometri quadrati

Dobbiamo accontentarci? Certamente no, e Firenzedintorni.it ogni giorno fa le pulci a quello che ci sembra non funzioni, ma è giusto anche ogni tanto riflettere sull’immensa fortuna di essere nati proprio qui, o nei dintorni

Il 25 ottobre 1976 Cesare Zavattini, grandissimo sceneggiatore dei film di Vittorio De Sica, scandalizzò l’Italia in piena era DC pronunciando alla radio la parola “cazzo”: fu subito bufera, ma siccome, appunto, era Zavattini, la parolaccia venne derubricata a provocazione culturale

Ecco, ieri la Fiesole ha fatto lo stesso con un’altra parolaccia, peraltro usata proprio dalla gente dello spettacolo prima di andare in scena, abbinandola curiosamente alla Juve

Sicuramente non un esempio di eleganza, ma certamente  rara sintesi di un concetto comune almeno alla metà degli italiani, quelli che non amano, per usare un eufemismo, chi ha la maglia bianconera : questa è goliardia pura e bisogna dire che sia la preparazione che l’esposizione del concetto è un qualcosa che si vede raramente in giro per gli stadi

Nessuna inquadratura dalla televisione, e lo posso capire, ma per una volta, e non sarà neanche l’ultima, viva il politicamente scorretto

Ah, la Fiorentina ha asfaltato la Juve, ma forse conta meno di quell’immagine che sta girando tra i social

Cosa si pretendeva dalla gara di ieri sera? Qualificazione e un passo avanti sul piano del gioco

E così è stato, non era affatto scontato che succedesse e invece la Fiorentina ha meritato vittoria e qualificazione giocando un ottimo primo tempo

Poi c’è stato il solito e preoccupante calo nella ripresa, con qualche pericolo e infine l’invenzione di Kean, la vera pietra preziosa di questa altalenante stagione

E allora, perché tante critiche?

Perché mettere ancora una volta Palladino sulla graticola?

Non lo so, ma mi pare che in giro ci sia un pericoloso morbo masochistico che avvelena un po’ tutti e sarebbe l’ora di esercitare l’irrinunciabile diritto alla critica senza sconfinare in pericolose guerre di religione calcistica

Si respira una moderata soddisfazione in casa viola dopo l’ennesima sconfitta di questo terrificante girone di ritorno: la Fiorentina ha perso bene, che poi non si sa neanche bene cosa significhi veramente

La verità è che la vittoria del Napoli è assolutamente meritata e che non c’è mai stata l’idea che Kean e compagni potessero rimontare

E allora perché quella ventata di ottimismo nelle dichiarazioni post gara?

Può essere una sorta di training autogeno motivazionale e lì ci fermiamo perché il quadro è desolante

Dopo otto mesi la Fiorentina non ha un gioco e vive sulle individualità, quando ci sono, e nemmeno più sulla grinta, perché siamo sull’orlo di una crisi di nervi

L’ottimismo però è il sale della vita, come diceva la pubblicità, e allora viva i sorrisi anche se sei ottavo in classifica

E’ un 8 marzo diverso, verrebbe da dire più consapevole, meno strillato e si spera più vissuto da uomini e donne che dovrebbero puntare allo stesso obiettivo: la parità

Siamo ancora lontani dal traguardo, anche a Firenze, che pure ha per la prima volta un sindaco donna, ma non basta certo questo a garantire lo stesso guadagno a parità di impegno e la sottrazione al dominio muscolare dell’uomo

Partiamo dalle retribuzioni, perché l’indipendenza economica è il primo tassello dell’uguaglianza: Firenzedintorni.it racconterà prossimamente storie di sperequazioni che varranno più di cento trattati sociologici sul tema.

Perché una donna deve essere pagata meno di un uomo e perché è così complicato raggiungerà la parità numerica nelle posizioni apicali?

C’è poi da scardinare l’atavico riflesso maschile della violenza e qui ci vorrebbe un’educazione diversa per i nostri figli, perché per quelli più grandi temo che sia ormai troppo tardi

Sfuggendo all’odioso “politicamente corretto”, bisognerebbe che noi maschi interiorizzassimo il concetto che qualsiasi donna può negarsi anche all’ultimo secondo, che nessuna donna è “nostra”, perché puoi possedere un cane o un gatto, ma non un essere umano

Se decide di andarsene, se vuole modificare il proprio ruolo in famiglia, se desidera cambiare la propria vita, se ama un altro, non esiste alcun nostro diritto precostituito che la può bloccare e la sofferenza bisogna limitarla alla nostra sfera personale, senza esondare nella violenza

Concetti semplici condivisi più o meno da tutti, purtroppo solo a parole

Credo che Palladino con la partita di Atene abbia concluso il suo percorso in viola.

Rimarrà per logica e mancanza di alternative fino al termine della stagione, ma poi la società volterà pagina per manifesta incapacità di gestire, ambiente, spogliatoio, e capitale umano, inteso come valore dei giocatori

La scelta di far giocare Terracciano e non mandare in campo Zaniolo sono gli ultimi tasselli di una continua ricerca dell’invenzione tattica, dell’affermazione di una personalità da tecnico vincente di cui non si vede neanche lontanamente l’ombra

Dispiace per lui, ma dispiace soprattutto per la Fiorentina, che non merita queste esibizioni al limite della mortificazione tecnica e avendo a disposizione la migliore rosa dell’era Commisso

Poi magari si supererà il turno, come si spera, e magari si centrerà l’ennesima qualificazione in Conference, ma il niente sul piano del gioco di questa squadra è un marchio di fabbrica ormai indelebile della Fiorentina di Palladino

Non conosco Zaniolo, mi limito a vedere le partite e provare a formulare un giudizio: è sempre stato così anche quando la consuetudine e la vicinanza di età con chi vestiva la maglia viola mi portava a frequentazioni più ravvicinate

Ieri sera Zaniolo ha giocato una partita che se fosse stato Beltran avrebbe strappato mille applausi per l’impegno messo e anche la rabbia agonistica

Poi, certo, ha combinato pochissimo in fase conclusiva, ma ad ogni possesso palla a centrocampo dettava il passaggio a destra e a sinistra con una serie di scatti a ripetizione che mi ha sorpreso

Eppure parecchi sono insoddisfatti e cominciano a bubare, magari tirando in ballo antiche polemiche e certe invasioni di campo genitoriali: e se la smettessimo una buona volta di farci del male da soli?

Un segnale in perfetto stile calcese: nessuna dichiarazione protettiva da parte della società su e per Palladino, magari non servivano, ma sarebbe stato un messaggio rassicurante per il tecnico

L’assordante silenzio della dirigenza è perfettamente in linea con il pensiero della stragrande maggioranza dei tifosi, secondo cui la Fiorentina, anche questa Fiorentina che non ha particolari sogni di grandezza, è troppo per il tecnico

Il pochissimo gioco visto in questa stagione, e anche certe situazioni tattiche difficilmente comprensibili per noi profani, legittimerebbero la caduta a strapiombo di Palladino e però lasciare che a decidere il tutto sia la partita col Lecce mi pare un esercizio di puro masochismo

Perché se non credi davvero più nel suo operato, se hai sbagliato la scelta dell’allenatore, non possono essere i tre punti contro una squadra di bassa classifica a farti cambiare idea

E, al contrario, se sei convinto delle idee di Palladino devi arrivare a fine stagione, anche perché al massimo rischi di non andare in Europa, neanche nell’ormai fin troppo conosciuta Conference, e qui ci si ferma, senza rischi strani di classifica

Aspettiamo segnali dal Viola Park, magari dalle 22.45 di stasera

Terrificante.

Non vengono in mente altri termini per raccontare la Fiorentina di ieri

Terrificante perché arriva dopo il niente contro il Como e quando si pensava e sperava che la lezione della settimana prima fosse servita a qualcosa

E invece niente, anche con Kean in campo non si è visto il gioco e neanche la determinazione giusta

Anzi, al contrario, si notava uno spaesamento generale, come se quella ventina di ragazzi con la maglia viola si fossero trovati al Bentegodi un paio di ore prima della partita per tirare quattro calci al pallone

E qui ovviamente entra in ballo Palladino, che pare sommerso da quello che gli sta intorno, forse inadeguato per essere da sette mesi l’uomo con più responsabilità a Firenze dopo il sindaco

Perché fare l’allenatore della Fiorentina è, in scala uno a dieci, come essere il CT della Nazionale: qui tutti saprebbero fare la formazione meglio di lui, qui tutti saprebbero come far giocare meglio la squadra

E però, almeno per adesso, su quella panchina che ora scotta c’è Palladino e quindi a lui, e solo a lui, tocca il compito di tirarci via in una settimana da questo incubo calcistico

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