Si respira una moderata soddisfazione in casa viola dopo l’ennesima sconfitta di questo terrificante girone di ritorno: la Fiorentina ha perso bene, che poi non si sa neanche bene cosa significhi veramente

La verità è che la vittoria del Napoli è assolutamente meritata e che non c’è mai stata l’idea che Kean e compagni potessero rimontare

E allora perché quella ventata di ottimismo nelle dichiarazioni post gara?

Può essere una sorta di training autogeno motivazionale e lì ci fermiamo perché il quadro è desolante

Dopo otto mesi la Fiorentina non ha un gioco e vive sulle individualità, quando ci sono, e nemmeno più sulla grinta, perché siamo sull’orlo di una crisi di nervi

L’ottimismo però è il sale della vita, come diceva la pubblicità, e allora viva i sorrisi anche se sei ottavo in classifica

E’ un 8 marzo diverso, verrebbe da dire più consapevole, meno strillato e si spera più vissuto da uomini e donne che dovrebbero puntare allo stesso obiettivo: la parità

Siamo ancora lontani dal traguardo, anche a Firenze, che pure ha per la prima volta un sindaco donna, ma non basta certo questo a garantire lo stesso guadagno a parità di impegno e la sottrazione al dominio muscolare dell’uomo

Partiamo dalle retribuzioni, perché l’indipendenza economica è il primo tassello dell’uguaglianza: Firenzedintorni.it racconterà prossimamente storie di sperequazioni che varranno più di cento trattati sociologici sul tema.

Perché una donna deve essere pagata meno di un uomo e perché è così complicato raggiungerà la parità numerica nelle posizioni apicali?

C’è poi da scardinare l’atavico riflesso maschile della violenza e qui ci vorrebbe un’educazione diversa per i nostri figli, perché per quelli più grandi temo che sia ormai troppo tardi

Sfuggendo all’odioso “politicamente corretto”, bisognerebbe che noi maschi interiorizzassimo il concetto che qualsiasi donna può negarsi anche all’ultimo secondo, che nessuna donna è “nostra”, perché puoi possedere un cane o un gatto, ma non un essere umano

Se decide di andarsene, se vuole modificare il proprio ruolo in famiglia, se desidera cambiare la propria vita, se ama un altro, non esiste alcun nostro diritto precostituito che la può bloccare e la sofferenza bisogna limitarla alla nostra sfera personale, senza esondare nella violenza

Concetti semplici condivisi più o meno da tutti, purtroppo solo a parole

Credo che Palladino con la partita di Atene abbia concluso il suo percorso in viola.

Rimarrà per logica e mancanza di alternative fino al termine della stagione, ma poi la società volterà pagina per manifesta incapacità di gestire, ambiente, spogliatoio, e capitale umano, inteso come valore dei giocatori

La scelta di far giocare Terracciano e non mandare in campo Zaniolo sono gli ultimi tasselli di una continua ricerca dell’invenzione tattica, dell’affermazione di una personalità da tecnico vincente di cui non si vede neanche lontanamente l’ombra

Dispiace per lui, ma dispiace soprattutto per la Fiorentina, che non merita queste esibizioni al limite della mortificazione tecnica e avendo a disposizione la migliore rosa dell’era Commisso

Poi magari si supererà il turno, come si spera, e magari si centrerà l’ennesima qualificazione in Conference, ma il niente sul piano del gioco di questa squadra è un marchio di fabbrica ormai indelebile della Fiorentina di Palladino

Non conosco Zaniolo, mi limito a vedere le partite e provare a formulare un giudizio: è sempre stato così anche quando la consuetudine e la vicinanza di età con chi vestiva la maglia viola mi portava a frequentazioni più ravvicinate

Ieri sera Zaniolo ha giocato una partita che se fosse stato Beltran avrebbe strappato mille applausi per l’impegno messo e anche la rabbia agonistica

Poi, certo, ha combinato pochissimo in fase conclusiva, ma ad ogni possesso palla a centrocampo dettava il passaggio a destra e a sinistra con una serie di scatti a ripetizione che mi ha sorpreso

Eppure parecchi sono insoddisfatti e cominciano a bubare, magari tirando in ballo antiche polemiche e certe invasioni di campo genitoriali: e se la smettessimo una buona volta di farci del male da soli?

Un segnale in perfetto stile calcese: nessuna dichiarazione protettiva da parte della società su e per Palladino, magari non servivano, ma sarebbe stato un messaggio rassicurante per il tecnico

L’assordante silenzio della dirigenza è perfettamente in linea con il pensiero della stragrande maggioranza dei tifosi, secondo cui la Fiorentina, anche questa Fiorentina che non ha particolari sogni di grandezza, è troppo per il tecnico

Il pochissimo gioco visto in questa stagione, e anche certe situazioni tattiche difficilmente comprensibili per noi profani, legittimerebbero la caduta a strapiombo di Palladino e però lasciare che a decidere il tutto sia la partita col Lecce mi pare un esercizio di puro masochismo

Perché se non credi davvero più nel suo operato, se hai sbagliato la scelta dell’allenatore, non possono essere i tre punti contro una squadra di bassa classifica a farti cambiare idea

E, al contrario, se sei convinto delle idee di Palladino devi arrivare a fine stagione, anche perché al massimo rischi di non andare in Europa, neanche nell’ormai fin troppo conosciuta Conference, e qui ci si ferma, senza rischi strani di classifica

Aspettiamo segnali dal Viola Park, magari dalle 22.45 di stasera

Terrificante.

Non vengono in mente altri termini per raccontare la Fiorentina di ieri

Terrificante perché arriva dopo il niente contro il Como e quando si pensava e sperava che la lezione della settimana prima fosse servita a qualcosa

E invece niente, anche con Kean in campo non si è visto il gioco e neanche la determinazione giusta

Anzi, al contrario, si notava uno spaesamento generale, come se quella ventina di ragazzi con la maglia viola si fossero trovati al Bentegodi un paio di ore prima della partita per tirare quattro calci al pallone

E qui ovviamente entra in ballo Palladino, che pare sommerso da quello che gli sta intorno, forse inadeguato per essere da sette mesi l’uomo con più responsabilità a Firenze dopo il sindaco

Perché fare l’allenatore della Fiorentina è, in scala uno a dieci, come essere il CT della Nazionale: qui tutti saprebbero fare la formazione meglio di lui, qui tutti saprebbero come far giocare meglio la squadra

E però, almeno per adesso, su quella panchina che ora scotta c’è Palladino e quindi a lui, e solo a lui, tocca il compito di tirarci via in una settimana da questo incubo calcistico

Sono anni che acquisto Fuori Binario, ma lo avevo sempre fatto quasi furtivamente, pensando che dare gli spiccioli che avevo in tasca chiudesse il conto, soprattutto con la mia coscienza

Va bene, mi dicevo, ho messo a tacere per un po’ il mio senso di colpa per quello che ho io e non hanno loro e avanti col prossimo problema e la vita in generale

Mi sbagliavo, perché oltra allo scambio denaro-giornale, c’è qualcosa in più, che non si paga, ma che ha un valore molto alto e sarebbe il dedicare un minuto al dialogo con chi hai di fronte e ti propone il giornale

Il rischio è che il minuto si moltiplichi, ma se succede, vuol dire che ne vale la pena e il resto può aspettare

Farsi raccontare gli scivoloni della vita, gli errori commessi, la voglia di dignità che vedi emergere da chi non vuole arrendersi è un discreto e consigliabile tonificante per il resto della giornata

A due terzi della stagione si è capita una sola cosa di questa Fiorentina così altalenante nei risultati: il meglio arriva quando si deve giocare sull’avversario, evitando di fare la partita, e questo dato di fatto non è confortante per nessuno

Poi succede che si vada in confusione se gli altri palleggiano molto bene a centrocampo e tu hai parecchi giocatori fuori ruolo, un po’ per necessità, vedo l’assenza di Kean, un po’ per scelte che vorrebbero sorprendere, vedi Fagioli dietro la punta, e che invece si rilevano fallimentari

La tristissima gara col Como si spiega in gran parte così e si comprende benissimo lo scoramento generale

Ci si continua a beare con la classifica, che però adesso è notevolmente peggiorata, perché dopo il recupero tra Milan e Bologna la Fiorentina rischia di diventare settima e quindi di andare nella solita Conference, se non passano in cinque in Champions

Le responsabilità di Palladino sono evidenti, quelle della società si restringono al mancato acquisto del vice Kean perché sul resto sono state fatte ottime operazioni, ma sulla carta, perché poi il passaggio al campo è sempre molto, ma molto complicato

Qualcuno racconta di averlo visto giù di corda per una lite coi vicini, altri giurano in una depressione da festival di Sanremo, perché costretto a vedere almeno tre quarti di ogni serata, i più affidabili puntano sull’agitazione pre-processo di appello e a nulla valgono i filmati di Sinner che da un anno aspetta e vince.

Anzi, pare che lo buttino ancora più giù

Dopo aver preso atto della tonsillite più longeva della recente storia viola, roba che riabilita noi maschietti pronti a fare testamento con 37 di febbre, ci si chiede a pochi mesi dalla fine della stagione: ma cosa diavolo è successo a Gudmundsson?

Rendimento paragonabile a Sottil, soste continue ai box, quasi un reciproco rifiuto ambientale di cui un domani ci pentiremo tutti: lui e noi, perché davvero pare (o a questo punto parrebbe) il più bravo di tutti e a questo punto converrà rispolverare la teoria Nico Gonzalez, che era, o sarebbe stato, il più bravo di tutti, ma che ha sempre giocato metà stagione

Ecco, Gudmundsson se continua così non arriva neanche ad un quarto e consolarsi pensando che tanto poi non si riscatta ricorda la famosa barzelletta del marito eccetera eccetera

Ha sbagliato Palladino: ha rischiato e gli è andata male, ma la sua scelta è stata incomprensibile, a meno che non si voglia risalire alla riconoscenza verso chi aveva strapazzato l’Inter quattro giorni prima

Un conto però è una semifinale mondiale o europea, vedi Valcareggi nel 70 in Messico o Prandelli agli Europei del 2012, un altro è una semplice partita di campionato e comunque i due tecnici della Nazionale mandarono in campo i giocatori teoricamente più forti, anche se stremati, Palladino quelli meno bravi

Ieri a Milano ha giocato per un’ora una squadra decimata tecnicamente, ma con Fagioli, Zaniolo e compagnia cantante in panchina

E ti era pure andata bene, perché all’intervallo pareggiavi, e allora perché non buttare dentro forze fresche al posto di chi non ne imbroccava una?

Poi, certo, c’è l’angolo che non c’era, ma la Fiorentina non ha fatto un tiro in porta e ha cominciato a giocare solo quando sono usciti “gli eroi del tre a zero”; davvero non si poteva fare meglio, visto che non avevamo niente da perdere

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